Caroline Pagani: ‘’Il teatro? Bisogna staccarlo da politica e lobbies’’



Un’artista unica e spettacolare capace di emozionare con la sua arte. E’ disponibile in digital ‘Palcoscenico’, la cover del brano del cantautore Herbert Pagani interpretata dalla sorella Caroline Pagani, che anticipa l’album di prossima uscita dell’artista.

Il brano è un viaggio surreale e spiritoso nel mondo del Teatro, visto anche attraverso gli occhi degli artisti, ambientato a Venezia, città-palcoscenico per eccellenza, un’interpretazione al femminile dissacrante, emozionante e divertente, omaggio al mondo del Teatro, alla vita degli artisti e sguardo critico sul mondo dello show business, un'esperienza che affonda le radici nella storia e si tuffa nel presente. Nel cuore di "Palcoscenico" si trova una narrazione avvincente che mescola commedia, dramma, tragicomico e sperimentazione teatrale.

«Il video "Palcoscenico" è una mia interpretazione al femminile del dissacrante brano di mio fratello – dichiara Caroline Pagani – È un video spiritoso, buffo, surreale, divertente che mostra il mondo del Teatro in tutti i suoi aspetti. Esplora attraverso alcuni personaggi di 𝗪𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗺 𝗦𝗵𝗮𝗸𝗲𝘀𝗽𝗲𝗮𝗿𝗲 che cosa noi umani, dominati dal demone di Eros, siamo capaci di fare per amore. Si mostra uno spaccato del mondo del Teatro, soprattutto quello del dietro le quinte, dei retroscena, del backstage. Ambientato a 𝗩𝗲𝗻𝗲𝘇𝗶𝗮, città-palcoscenico per eccellenza, la città e la laguna stessa diventano teatro di scene che s’ispirano con ironia alla pittura preraffaelita, come la morte di Ofelia, quella di Desdemona per mano di Otello, a la morte della Cleopatra di Shakespeare. Due storiche dimore che sorgono sul Canal Grande, abitate da 𝗚𝗶𝘂𝗹𝗶𝗲𝘁𝘁𝗮, 𝗗𝗲𝘀𝗱𝗲𝗺𝗼𝗻𝗮, Othello, 𝗧𝗶𝘁𝗮𝗻𝗶𝗮, 𝗖𝗹𝗲𝗼𝗽𝗮𝘁𝗿𝗮, 𝗢𝗳𝗲𝗹𝗶𝗮, diventano palcoscenico e Teatro di Amore e Morte».

Com’è nata l’idea di Palcoscenico? 

L’idea di “Palcoscenico” era in incubazione da tempo, ho subito pensato a che cosa potesse rappresentare “palcoscenico” per molti, e a che cosa rappresenta per me, come artista. Il video, brillante, buffo, divertente, con molta attenzione e cura dei contenuti quanto dell’estetica, stigmatizza gli aspetti oscuri del mestiere degli artisti, come nel testo della canzone, dei teatranti in particolare: “Questo è un mestiere da puttane” dice un discografico a un giovane artista, il quale risponde” Puttana sì, ma a modo mio”. ‘Palcoscenico’ è quello che accade in scena, su un palco, ma anche dietro le quinte, prima di uno spettacolo, così il video è ambientato in un camerino, in un teatro all’italiana, e in vari luoghi all’aperto di Venezia, nella sala della Musica di una dimora storica del 1300 e in un’altra dimora che si affaccia sul Canal Grande, nell’acqua della laguna di Venezia, al Cimitero di San Michele. Ho pensato a personaggi shakespeariani perché William Shakespeare è il più grande uomo di teatro di ogni tempo e luogo (che fosse uno o che fosse una ditta, poco importa, importa l’opera) perché l’ho studiato molto, perché c’è un rimescolamento di generi, di alto e basso, di sacro e profano, di tragico e di comico, perché Ofelia, Cleopatra, Desdemona, Otello, Giulietta, le morti per amore, il femminicidio, sono diventati parte del nostro inconscio collettivo, sono personaggi di cui tutti abbiamo un’idea, senza necessariamente essere degli studiosi specialistici di Shakespeare, almeno per il modo in cui sono evocati nel video, con uno sguardo alla composizione pittorica e attraverso la lente della parodia. La mercificazione, il cinismo di questo mondo, è presente nella canzone quanto nel video, qui l’interprete non è un cantautore ma un’attrice che interpreta vari personaggi, alla fine si scopre che il video è il mondo evocato dai personaggi, ma anche quello cinico dello show business in cui alla fine di un’audizione, l’attrice si sente dire “Le faremo sapere”.

Quando ha messo piede la prima volta su un palco davanti al pubblico? 

A 16 anni durante il mio primo saggio di recitazione, prima in casa, in giardino, in cantina, in mansarda, davanti ad amici e compagni di scuola.

Che ricordi conserva del suo periodo di studi a New York? 

Conservo dei ricordi molto belli per quanto riguarda i corsi, l’insegnamento, gli insegnanti, per la formazione, per le tecniche di studio e allenamento dell’attore dello Stella Adler.

Forse un po' meno per quanto riguarda i rapporti umani. I colleghi di studio mi sono sembrati molto competitivi, sembrava un mondo in cui i valori principe sono unicamente il denaro e il successo, amicizia, rapporti umani non pervenuti…. New York è una città che può essere unica e piena di cose incredibili che possono accadere, così come può ucciderti, soprattutto se sei da solo. Un giorno chiesi ai miei colleghi di corso se potevamo prendere un aperitivo insieme, o pranzare, condividere un momento di convivialità insomma, eravamo in pausa pranzo e la maggior parte di loro era chiusa in uno stanzino, coi pop corn nel microonde come pranzo e la testa dentro ai libri come per fare a gara a chi avesse prima la memoria pronta del monologo per  le classi del giorno dopo… Per questo aspetto non vedevo l’ora di tornare in una città umana e a misura d’uomo, come Venezia. I ricordi dei corsi sono tutti splendidi, forse un po' meno quelli del corso di ‘stage combat’, (combattimento scenico), dovevo gestire una spada più pesante di me e coreografare scene di duelli.

Ci racconta un’esperienza che ha vissuto nel suo percorso artistico, che la rende orgogliosa? 

Quando ho scritto, diretto e interpretato il mio primo spettacolo “Shakespeare’s Lovers” e quando ho partecipato al mio primo festival di regia, con uno spettacolo su Amleto, sono andata da sola in Germania, col mio carro di Tespi, un trolley con la scena, attrezzeria e costumi, poi ho chiesto di farmi trovare un quintale di terra, era la mia scenografia, era la prima volta che facevo uno spettacolo tutto in inglese, è stato molto divertente, il pubblico tedesco è molto partecipe e pieno di humour, ho vinto il festival di regia, e non me l’aspettavo.

Ma anche l’allestimento dello spettacolo in Cina, alla Shanghai Theatre Academy, l’aver avuto il coraggio di realizzare uno spettacolo sul mobbing, sugli abusi di potere, sulle molestie nell’ambiente dello spettacolo, l’aver ricevuto lettere da pubblico che non conoscevo che mi hanno fatto capire che i miei spettacoli e il mio modo di farli possono essere utili e smuovere qualcosa nelle persone, questa forse è la soddisfazione più grande.

Cos’è per lei il teatro? 

Una sospensione di spazio e di tempo, l’oblio di me stessa per fare entrare altro, i personaggi, una sorta di seduta spiritica con le anime degli autori che hanno scritto quei testi e anche con gli attori che li hanno interpretati prima di me, essere in contatto con i vivi e entrare in comunicazione con i morti, sicuramente un luogo di comunità e di condivisione, che può e deve farsi civile e politico, un luogo magico in cui tutto è possibile e nulla è finto.

Con l’avvento della tv e del cinema i giovani vanno poco a teatro? Cosa ne pensa e cosa consiglierebbe? 

Più che altro sono poco educati al teatro, soprattutto in Italia, spesso pensano al Teatro come a qualcosa di noioso o pesante, oppure di nicchia, per pochi, quando è invece l’arte più ‘pop’ e popolare che sia mai esistita, dalla notte dei tempi, è uno specchio porto alla natura, un luogo in cui vedere e osservare te stesso, l’essere umano, una lente d’ingrandimento sulle bellezze e le brutture dell’umanità.

Penso che bisognerebbe insegnare Storia del Teatro e laboratori pratici di Teatro a partire dalla scuola primaria, per conoscerne la storia, per educarsi a uno sguardo critico sul mondo, ma anche per imparare a fare comunità.

Cosa si potrebbe migliorare nel teatro per valorizzare l’arte? 

Sganciarlo dalla politica, dalle lobbies, dallo scambismo degli spettacoli, da ottiche di tipo prettamente o prevalentemente commerciale, scegliere gli spettacoli in base al loro valore di interesse letterario, performativo, artistico, civile, politico, educativo, catartico, meritocratico.

 

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top