Angelo Floramo, "Breve storia sentimentale dei Balcani Un racconto di popoli, frontiere e utopie" in libreria dal 22 maggio



UDINE -Angelo Floramo, storico, scrittore, bibliotecario e vincitore nel 2024 del Premio Nonino Risit d'Aur, torna in libreria il 22 maggio con "Breve storia sentimentale dei Balcani"edito da Bottega Errante Edizioni

"Breve storia sentimentale dei Balcani" ci racconta la Storia in una parte d’Europa complessa, stratificata, eppure al centro di tutto. Una narrazione sentimentale perché non è un trattato, ma una narrazione soggettiva, intima, di che cosa sono e che cosa rappresentano i Balcani. Breve perché non vuole essere esaustiva ma regalare al lettore suggestioni, immaginari e passioni. Floramo parte per un viaggio che esplora in profondità le geografie, le anime, la Storia attraversando il confine orientale per addentrarsi nella terra balcanica che sconfina verso gli Urali, segue il Danubio, parla le lingue di Sarajevo. Interroga le fonti più antiche, narra le vicende dei Turchi, dei Veneziani, degli Uscocchi, giunge fino ai giorni nostri dove insegue le utopie, osserva i ponti, piange con le donne di Srebrenica. Come spesso accade nelle storie di Angelo Floramo e in quelle che riguardano i Balcani, il lettore si trova a mangiare, ridere, disperarsi, sognare, bere, fumare, danzare. Insomma, vivere.

Angelo Floramo si definisce spesso figlio della frontiera e ci ha spiegato perché questa definizione è per lui importante: «Credo di essere figlio della frontiera perché la frontiera è una realtà straordinariamente porosa, è un’intersezione fra mondi in cui gli uomini e le donne che ci sono nati possono incontrarsi e tutti coloro che vi transitano non hanno la necessità di proporre ad alcuno la propria identità. La frontiera è naturale, è la risacca del mondo, è davvero un luogo estremo di libertà, di metamorfosi e di trasformazione. La frontiera si divide e si diversifica dal confine proprio per questo: il confine è divisivo mentre invece la frontiera abbraccia, il confine impone una contrapposizione, la frontiera ama il meticciato, ama la sovrapposizione e la mescolanza. Quindi mi considero figlio della frontiera per questo e perché ci provengo. Mio padre è nato a Sveto,  un piccolo villaggio che attualmente si trova in Slovenia presso Komen sull’altipiano carsico e ci ha sempre insegnato che è meglio essere erranti piuttosto che stanziali e che è molto meglio abbracciare piuttosto che respingere».
I Balcani con la loro complessità sono al centro di questa nuova narrazione. Per Angelo Floramo «la complessità deriva sicuramente dalla stratificazione dei popoli, delle culture e delle genti che si sono insediate nei Balcani. Ancora oggi quando io sento cantare un suonatore di gusla sulle creste dinariche, nei piccoli villaggi abbarbicati sulle montagne balcaniche non posso non riconoscere nel suo canto la stessa voce che probabilmente aveva Omero nel raccontare l'incontro straniante tra gli uomini e gli dei. La cosa interessante è che tutto questo si frastaglia proprio come un'onda che s'infrange sugli scogli e crea delle iridescenze che non possono non suscitare stupore e meraviglia in chiunque se ne lasci attraversare.
Sono mondi che in qualche maniera si inseguono tra di loro perché i Balcani sono anche la Slovenia, ma tra la Slovenia e la Bulgaria ci sono diversità enormi. Tra la Bulgaria e l’Anatolia, la Grecia che pure fanno parte dei Balcani ci sono gli specchi infiniti che rimandano a mondi diversi eppure l'alito che si percepisce è sempre lo stesso. L'afflato, lo spirito, il genio del luogo è un po’ scompigliato, un po' disordinato e volutamente antagonista, libero, disobbediente».
"Breve storia sentimentale dei Balcani" è diviso in tre grandi parti. Una suddivisione che, come ci spiega Angelo Floramo, vede una prima parte «"mitica", sono le grandi narrazioni che provengono da lontano, le storie degli uomini e degli dei, sono le geografie anche simboliche, le grandi migrazioni, quelli che possiamo definire i miti fondativi dell'area balcanica. Le leggende, le saghe che poi si sono immillate, si sono differenziate, sono diventate canto e racconto. Invece la parte più propriamente storica è quella che va ad identificare la storia dei Balcani come la storia di una grande cerniera tra l'Oriente e Occidente, inseguendo quei particolari momenti in cui gli incontri sono stati più interessanti delle divisioni e i personaggi che li hanno vissuti hanno lasciato evidente traccia di sé, dal glagolitico di Cirillo e Metodio fino ad arrivare alle grandi trasformazioni dell'età medievale e dell'età moderna. La terza parte è il grido del presente, che va ad identificare il dolore che spesso i Balcani hanno dovuto raccogliere e trasformare fino alla terribile stagione dell'ultima guerra balcanica cominciata nel 1991 e conclusasi con il bombardamento di Belgrado nel 1999».
La prima presentazione nazionale si terrà giovedì 23 maggio ore 21.00 a San Daniele del Friuli (presso l'Auditorium) come ultimo appuntamento della XX Edizione di LeggerMente. Angelo Floramo dialogherà con Paolo Patui.

La prenotazione è obbligatoria e può essere effettuata tramite SMS o WhatsApp al numero +39 339 3697658 oppure e-mail a info@leggermente.it (è necessario allegare un recapito telefonico).

Mi piacerebbe che il libro conservasse in parte la magia di quei fantasmi sgranati, che con il tempo hanno preso ad assomigliarmi. O io a loro, piuttosto. Sempre più barbuto, malinconico, sanguigno e vagabondo. Sempre più balcanico. Ecco, quello che sono diventato in tanti anni. E dunque sia.

Fattitaliani

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