SALUTE: ESSERE GENITORI DI UN NEONATO. NUOVE PROSPETTIVE ED EQUILIBRI QUANDO NASCE UN BAMBINO. NE PARLIAMO CON ADELIA LUCATTINI
Intervista
di Marialuisa Roscino
L’arrivo di un bambino è un evento gioioso e
rivoluzionario che porta con sé immense emozioni, ma anche nuove sfide e
responsabilità. La salute e il benessere dei neogenitori sono fondamentali per
affrontare al meglio questo periodo di cambiamento e per creare un ambiente
sicuro e amorevole per il loro piccolo. Quali sono, in particolare, gli
equilibri che i neo-genitori devono trovare tra vita privata e lavoro, tra esigenze
del bambino e quelle di se stessi, organizzazione, comunicazione aperta e tempo
per la coppia, necessari per mantenere un sano equilibrio familiare? Di tutto questo
e molto altro ancora, ne parliamo con la Dott.ssa Adelia Lucattini, Psichiatra
e Psicoanalista Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana componente
dell’International Psychoanalytical Association
Quali
sono, secondo Lei, gli effetti psicologici più comuni che i genitori possono
sperimentare con la nascita di un bambino, e come questi impatti possono
influenzare la loro vita quotidiana?
La nascita di un bambino comporta un cambiamento
significativo nella vita dei genitori che può essere inteso come se ora
avessero una nuova persona di cui occuparsi che è molto più importante di loro
e della coppia. Con l'arrivo di un nuovo membro nella famiglia, i genitori si
trovano spesso ad affrontare una molteplicità di emozioni e sfide che possono
influenzare profondamente la loro vita quotidiana e le dinamiche familiari. In
questa fase delicata della vita, diventare genitori può mettere a dura prova le
relazioni, per lo stress psicologico per le insicurezze nella gestione del
neonato, in particolare modo se è il primo figlio, e per la stanchezza fisica.
Inoltre, i neogenitori hanno meno tempo a disposizione per il partner, per gli
amici o le famiglie di origine, rispetto a prima dell'arrivo del bambino. La
situazione è anche più complessa per i genitori single ancora più se vivono da
soli.
La nascita
di un bambino può spesso portare a cambiamenti significativi nelle dinamiche
familiari. Quali sono alcuni dei principali adattamenti che i genitori devono
affrontare per mantenere un equilibrio sano all'interno della famiglia?
Con l’arrivo del neonato a casa, la stanchezza dovuta
alla perdita di sonno è uno dei fattori che possono maggiormente causare
tensioni nella coppia e problemi relazionali in generale. Inoltre, può avere un forte impatto sulla
vita di tutti i giorni, per questo è utile considerare di gestire fin da subito
il cambiamento e le difficoltà ad esso collegate. Ad esempio, alternandosi col
partner nella poppata notturna. Oltre a ciò, i neogenitori hanno la necessità
di adoperare misure efficaci per affrontare le sfide emotive e pratiche che
accompagnano l'arrivo di un bambino, ad esempio, la nascita di un bambino
comporta un cambiamento significativo nella vita dei genitori che può essere
inteso come se ora avessero una nuova persona di cui occuparsi che è molto più
importante di loro e della loro relazione coniugale. I genitori hanno bisogno
di tempo, indicazioni e aiuto per raggiungere dei nuovi equilibri già durante
questo primo periodo, e che continueranno durante tutta la crescita del
bambino.
Come può la genitorialità influenzare la salute mentale
dei genitori, e quali sono alcune strategie efficaci per affrontare lo stress e
l'ansia associati alla cura di un neonato?
È importante che in questa fase delicata, i genitori
possano vedere questo cambiamento come un'occasione unica, talvolta
irripetibile, di crescita personale, come coppia e come famiglia, gestendo le
fonti di ansia e preoccupazione, se necessario facendosi aiutare da uno
psicoanalista. La comunicazione aperta ed empatica all'interno della coppia è
fondamentale per affrontare le prime difficoltà e tutte le sfide, le
“challenge”, legate alla genitorialità. È importante di stabilire una
connessione emotiva profonda con il neonato fin dai primi giorni di vita. I
neonati interagiscono attivamente fin dai primi giorni dopo la nascita, le
interazioni madre- bambino, la comunicazione anche inconscia, sono ben note fin
dal secolo scorso. Le neuroscienze, ciò lo confermano, da tempo, attraverso
numerose ricerche, tra cui i vari studi sui neuroni-specchio e più recentemente
sui neuroni-occhio. I neonati stimolano reazioni nella madre e nel padre, e ne
riconoscono la voce e l’odore fin dai primi momenti di vita.
Bisogna comprendere i diversi segnali che i neonati
utilizzano per esprimere le proprie esigenze ed emozioni, i genitori saranno
così in grado di comprendere meglio il loro bambino e di rispondere in modo
affettuoso, competente e appropriato. In tal modo, le risposte del piccolino
saranno immediate! È fondamentale, quindi, trovare un buon equilibrio,
prendersi cura del bambino e prendersi cura di se stessi, investendo sempre
anche nella relazione di coppia.
Quali sono, in particolare, gli equilibri che i neogenitori
devono trovare tra vita privata e lavoro, tra esigenze del bambino e quelle di
se stessi, organizzazione, e tempo anche per la coppia, necessari per mantenere
un sano equilibrio?
Cercando vicinanza, sostegno e aiuto nei familiari, negli
amici o anche in puericultrici e buone tate, le “nutrici” di oggi, è possibile instaurare un buon dialogo con se
stessi e all’interno della coppia. Il sostegno dell’ambiente circostante, oltre
che del partner, è fondamentale per uscire bene dal “maternity blues” e dalle
“lacrime da latte” che compaiono al ritorno a casa. Anche il lato fisico di una
relazione può cambiare a causa della stanchezza e di alcuni scivolamenti
depressivi.
Per una donna destreggiarsi tra le responsabilità di un
lavoro e un bambino appena nato può sembrare difficile da affrontare. Molte
mamme che lavorano sono sorprese dal flusso di emozioni dissonanti da cui sono
invase mano a mano che si avvicina la fine del congedo di maternità e si
profila il rientro al lavoro. Se da un alto, vi può essere un certo entusiasmo
suscitato dal pensiero di tornare al lavoro (in ufficio o in smart working), dall’altro
è possibile provare tristezza e senso di colpa di dover lasciare il bambino
alle cure di qualcun altro (asilo nido, baby-sitter, nonni), così come il
conflitto interiore, la tensione e lo stress di sentirsi e sapere di essere necessari
sia al lavoro, che a casa. Conciliare le responsabilità di un lavoro e di una
famiglia non è un’impresa facile, ma è possibile, certo richiede un cambiamento
interiore. Bisogna sapere sopportare la separazione dal bambino e trovare la
forza di non sentirsi in difetto nel riprendere il lavoro e progredire con la
propria carriera.
L'arrivo di un bambino può mettere a dura prova la
relazione tra i genitori. Quali sono alcuni consigli che lei offre alle coppie
per mantenere una comunicazione aperta e costruttiva durante questo periodo di cambiamento?
Alcuni genitori trovano
difficile questo nuovo assetto familiare, poiché temono o sentono di non essere
più al centro nella mente del partner. Il papà può sentirsi messo da parte
quando la mamma si dedica al neonato e la donna neomamma potrebbe sentirsi invisibile,
inutile, se le attenzioni di tutti si concentrano sul bambino. Inoltre, la
donna, sommersa dal lavoro casalingo e alle prese con il bimbo neonato, può
avere la sensazione di sentirsi solo relegata al ruolo di nutrice, non essere
più attraente per il proprio compagno e non più riconosciuta a pieno titolo nel
suo ruolo lavorativo e sociale, come persona.
Sapere che la nuova
situazione può innescare litigi su alcune questioni importanti: la perdita di
sonno e la stanchezza, i cambiamenti dei primi mesi nella vita intima e
sessuale, la diminuzione della vita sociale, i cambiamenti o difficoltà
economiche a causa delle necessità del bambino e talvolta, anche della
necessità che uno dei due genitori non lavori, soprattutto in assenza di tutele
come la maternità/paternità retribuite.
È importante non cadere
nelle recriminazioni su chi ha dormito di più, generalmente nessuno dei due
dorme molto. La cosa migliore è stabilire insieme i “turni” per alzarsi la
notte. Anche con l’arrivo del neonato, è necessario trovare del tempo solo per
la coppia, imparando a separarsi dal bambino per una o due ore al giorno.
Numerosi studi dimostrano che le coppie che si dimostrano amore e affetto,
scoprono che essere diventati genitori rafforza la loro relazione
Se non è possibile
lasciare il bambino a qualcuno per uscire insieme, sarebbe importante
concedersi reciprocamente una sera a settimana libera per nutrire se stessi con
attività abituali (sport, socialità, amicizie, etc.).
Se vi sono tensioni a
causa della situazione economica familiare, è utile concordare un budget per il
bambino, sia per le necessità quotidiane, che gli acquisti più importanti.
Gestire insieme le finanze familiari, aiuta a sostenerne il peso, crea fiducia
reciproca e diviene un impegno comune anche per riuscire meglio a concedersi
qualche piccolo dono per se stessi.
Spesso i genitori si
trovano a confrontarsi con aspettative irrealistiche o pressioni esterne
riguardo al loro ruolo di genitori. Come possono riconoscere e affrontare
queste aspettative in modo sano ed equilibrato?
Sebbene sia
assolutamente nomale avere aspettative sui propri figli, non è bene lasciare
che tali aspettative diventino una fonte di stress per se stessi e per i figli.
Le aspettative dovrebbero avere un fondamento realistico e non essere legate a
preconcetti o pregiudizi sulla maternità/paternità e sulle possibilità di
risposta del bambino.
Inconsciamente, i
genitori si aspettano che i figli siano grati per tutto ciò che fanno per loro,
senza considerare che il neonato ma anche i bambini possono amare
incondizionatamente, ma la gratitudine è un pensiero maturo che appare
nell’adolescenza. Capita spesso che i genitori si sentano mortificati quando i
bambini piangono e anziché considerare che possa essere espressione di un
malessere, pensano che siano “cattivi”.
Molti genitori sono così
impegnati a rendere i propri figli talentuosi che iniziano gradualmente ad
anticipare che i loro figli diventino l’epitome della perfezione, talvolta
questa competizione appare fin dai primi anni di vita. È invece importante considerare
che ogni bambino ha i suoi tempi, quelli naturali e fisiologici, ma anche
quelli personali. È fondamentale riconoscere che nessuno è sempre impeccabile
come genitore, poiché tutti gli esseri umani fanno degli sbagli, Se si è meno
esigenti con se stessi, lo si sarà anche nei confronti dei figli.
Tutti desiderano come
genitori che i figli siano felici e che in famiglia vi sia un'atmosfera serena
e allegra. I genitori fanno moltissimi sforzi per fare stare bene i propri
figli, è necessario però che sappiano che benché, vi sia quasi sempre una
risposta positiva con sorrisi e risate, talvolta i bambini possono avere dei
piccoli malesseri delle tristezze. Questo
non significa che le cose non stiano andando o che non si sia dei buoni
genitori. Occorre sviluppare una certa tolleranza alla frustrazione, i bambini
non sono giocattoli nè piccoli robot.
Oggi c'è un'inondazione
da parte di messaggi da parte di influencer, personaggi famosi, spot
pubblicitari sulla felicità e sull'essere dei super genitori, è importante
staccarsi da questi modelli finzionali e costruiti ad arte, ciò consentirà di
tornare a quella che è la reale natura umana e la profondità della relazione
genitori/figli che si basa sugli affetti e le cure. Non sono le cose, gli
oggetti ma l'amore e l’attenzione che
aiutano i bambini a crescere bene, e i genitori ad essere sufficientemente
soddisfatti di se stessi.
Quali sono i primi
campanelli d’allarme che i genitori dovrebbero osservare per riconoscere
eventuali segnali di sovraccarico emotivo e quali sono le risorse disponibili
per ottenere supporto in tali situazioni?
I segnali sono
molteplici e non tutti appaiono contemporsneamente nella stessa persona, ma
alcuni sono comuni. Mangiare o dormire molto o troppo poco. Provare stanchezza,
rabbia, nervosismo, con spinta emotiva a litigare con parner; tristezza
travolgente che non abbandona mai; sensazione di distacco e difficoltà di
partecipazione in famiglia e sul lavoro; mancanza di energia mentale (anergia)
o sensazione costante di stanchezza (astenia) al di là delle reali prove che si
stanno affrontando; sentire una necessità assoluta di tenersi sempre occupati per non pensare, può
essere un sintomo depressivo; cominciare ad avere dolori e dolori fisici
insoliti, mai provati prima della nascita del bambino, potrebbero essere delle
somatizzazioni; sentirsi molto soli, impotenti difronte al pianto e alle
richieste del bambino o talvolta, perdere la speranza di “riuscire
nell’impresa”; aumento o perdita di peso; sentirsi in colpa senza comprendere
il motivo. Nei casi più seri, in cui è necessario il ricorso immediato e senza
indugi ad uno psichiatra o psicoanalista, è quando appaiono pensieri di rabbia,
di scuotere il bambino o di farsi del male, per la disperazione.
Quali consigli si
sente di dare ai neo-genitori, che affrontano per la prima volta questa
delicata, ma straordinaria esperienza, dovendone rappresentare con
responsabilità e fiducia una guida costante per i propri figli, durante tutto il
loro percorso di vita e di crescita?
Rilassarsi. Dedicarsi
almeno un’ora ogni sera facendo qualcosa che piace. Ciò aiuta a sgombrare la
mente dai pensieri e a trovare un po’ di relax prima delle poppate della notte;
Dedicarsi del tempo ogni
giorno. Fare un bagno, leggere, ascoltare la musica, guardare un programma, un
film, una serie tv che appassiona;
Ignorare qualsiasi
lavoro domestico, il centro della vita in questo momento è il bambino, il resto
può aspettare;
Prendersi del tempo con
partner, rinforza la coppia. Le relazioni possono risentire di tensione e
stanchezza, ma soprattutto se non si trascorre abbastanza tempo insieme.
Cercando di non essere troppo esigenti, non c’è niente di male
nell’addormentarsi insieme dopo la visione di un film in tv;
Parlare e dare voce alle
proprie emozioni, qualunque esse siano. Parlare di come ci si sente aiuta
sempre. Parlare e ascoltare è un modo per sostenersi a vicenda, per
comprendersi, per sentirsi amati;
In casi di difficoltà o disagi relazionali, è anche possibile parlare
con qualcuno al di fuori della famiglia, un’amica o un amico;
Fare attività fisica e
curare il proprio aspetto. È importante rimettersi in forma dopo il parto,
ginnastica dolce, pilates o qualunque attività faccia piacere praticare da soli
o insieme. Inoltre, curare il proprio aspetto è antidepressivo, mai farsi
mancare un buon taglio o una bella piega, quando possibile dei buoni massaggi, sia
terapeutici che rilassanti;
Avere pazienza, il
bambino crescerà.
È fondamentale non
perdersi il primo sorriso, la prima lallazione, i primi passi. Ogni momento è
bello con un bambino piccolo, con gli anni saranno bei ricordi anche le notti
insonni. Avere una prospettiva, uno sguardo lungo nel tempo, una visione di se
stessi e della famiglia, aiuta a superare le difficoltà del presente;
Accettare e chiedere
aiuto sia pratico che psicologico. È importante sfruttare al massimo tutto
l'aiuto che si può ottenere anche professionale, specialistico e
psicoanalitico, non si può fare tutto da soli, non è nella natura umana.