Opera, Giovanni Battista Parodi: Verdi è il mio repertorio d'elezione. L'intervista di Fattitaliani



(trailer) Alla Monnaie Giovanni Battista Parodi, L'intervista di Fattitaliani.

Alla Monnaie di Bruxelles in scena fino al 7 aprile 2024 “Rivoluzione e Nostalgia” un’opera originale che si basa sulle composizioni giovanili di Giuseppe Verdi, prima della celebre Trilogia. Un’opera emozionante che ha commosso il pubblico: non si percepiva affatto come un’antologia delle opere verdiane, ma al contrario come un’opera con una personalità e un carattere propri, scintillante e brillante e sintetica. Fattitaliani ha intervistato Giovanni Battista Parodi che interpreta Giuseppe nella serata “Nostalgia”.

Esattamente. Io sono il vecchio Giuseppe: questo progetto si divide in due serate, una ambientata nel 1968, l’altra nel 2008, passano quindi quarant’anni e sostanzialmente lo stesso gruppo di ragazzi che nel pieno delle rivoluzioni studentesche e operaie si ritrovano un po’ meno ragazzi con delle questioni irrisolte nel 2008 e devono cercare di risolvere e arrivare a una conclusione di ciò che era partito quarant’anni prima.


Qual è stata la più grande sfida nell’interpretazione del tuo personaggio?

Forse per me, da italiano e amante di Verdi in particolar modo dato che è il mio repertorio d’elezione, è stato quello proprio di buttarmi in un progetto che non prevedeva un’opera verdiana da capo a fondo. Per cui all’inizio delle prove mi mancava la prosecuzione di qualcosa che andasse avanti e che invece s’interrompeva e dava origine a qualcos’altro. Il regista Krystian Lada e il direttore musicale Carlo Goldstein hanno fatto un lavoro magnifico: non solo hanno scelto dei pezzi magnifici, ma hanno pure creato una drammaturgia sensata con le parole originali di Verdi; è stato cambiate giusto il minimo indispensabile, perché non si parla di re, duchi e cavalieri, madi uomini contemporanei. Soprattutto Carlo Goldstein ha fatto un gran lavoro musicale perché ha cercato di mettere pezzi che fossero collegati uno all’altro come tonalità che non disturbassero come sonorità l’uno in successione all’altro. Quindi, è per questo che per un ascoltatore che la vede per la prima volta è come se Verdi avesse scritto un’opera così. Specialmente “Rivoluzione” è stata scritta, pensata con una struttura classica, con un’ouverture, una serie di duetti e arie che introducono i personaggi, i finali concertati: una struttura ottocentesca dell’opera insomma. “Nostalgia” è molto diversa da questo punto di vista, ma sembra un’opera anch’essa perché ha un preludio, diversi interludi in mezzo e le arie che presentano i personaggi. Trattandosi di Nostalgia, il ricordo del passato diventa elemento fondamentale dello spettacolo.


Qui ha pesato molto anche la recitazione oltre che il canto…
Sì, infatti durante le prove molto lunghe, oltre a mettere in scena un’opera, abbiam dovuto preparare uno spettacolo recitato per i video: ci sono tanti video in entrambe le parti che spiegano compiutamente la vicenda e la fanno capire fino in fondo. È stato una sfida: nessuno di noi è un attore professionista e abbiamo affrontato delle vere e proprie sedute di registrazione come se si fosse effettivamente trattato di un film.

Per un italiano è particolarmente emozionante vedere in un teatro d’opera per la prima volta una riflessione profonda sul terrorismo…
Sì, è possibile che qua e là siano state fatte delle operazioni di regia che richiamavano gli anni di piombo, ma qui è basata sugli anni di piombo, si è scritto un nuovo pezzo di teatro. Da italiano, è indubbiamente emozionante vivere e sviluppare ciò che ci può essere stato in tante famiglie di amici, di parenti nel ’68. C’è una famosa frase che dice “l’uomo più rivoluzionario quando invecchia diventa il più conservatore” ed è esattamente quello che è successo anche in questa produzione. Giovanni Chiaramonte.

Fattitaliani

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