Balletto di Milano, Carmen al Teatro Brancaccio di Roma. La recensione

 



La produzione del Balletto di Milano di "Carmen" al Teatro Brancaccio di Roma (stasera si replica) cattura il pubblico con la sua perfetta armonia tra coreografie avvincenti ed espressioni corporee che captano e intercettano il significato e l'intensità della musica di Bizet.

Carmen, figura affascinante e anticonformista, incarna la passione e il desiderio mentre sfida qualsiasi tentativo di sottomissione. La sua interazione con il Destino, reso evidente attraverso il leitmotiv musicale onnipresente, è uno scontro affascinante e allo stesso tempo inquietante. La comprensione di Carmen del suo destino imminente, annunciato dalle carte, aggiunge un elemento di tensione palpabile.

Gli interpreti principali, tra cui Don José, Escamillo e Micaela, portano vita e profondità ai loro ruoli, con coreografie (di Agnese Omodei Salè) coinvolgenti che spaziano dalla celeberrima "Habanera" a passi a due appassionati e vivaci danze di gruppo di gitani, soldati e sigaraie, tutte accompagnate dalle splendide musiche di Bizet.

L'interplay tra tradizione e modernità nella messinscena di Marco Pesta aggiunge un tocco di energia e freschezza alla produzione, senza tradire le radici della novella di Prosper Mérimée e dell'opera di Bizet. Le scene e i costumi aggiungono un ulteriore livello di bellezza visiva all'insieme e aiutano a trasportare il pubblico nell'affascinante mondo di Carmen e del suo destino ineluttabile.

Fattitaliani

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