Tino Mantarro, esce nuovo libro "E Lisbona sfavillava. Mosaico urbano in forma di reportage"



UDINE - Arriva in libreria il 21 febbraio 2024 il nuovo libro di Tino Mantarroscrittore e giornalista per il Touring Club Italiano. S’intitola E Lisbona sfavillava. Mosaico urbano in forma di reportage (Bottega Errante Edizioni) ed è un reportage narrativo, che va alla ricerca di tutti quegli elementi, veri o sognati, che contribuiscono al mito della luce di Lisbona.

Dopo aver vissuto a Lisbona da studente, Tino Mantarro continua a tornarci e con E in Lisbona sfavillava ci svela alcuni dei segreti che questa città nasconde. Per farlo l’autore ha passeggiato lungo le rive del Tago, ha conversato con passanti occasionali, origliato i discorsi sui bus mentre si muoveva per incontrare professori di fisica, ispettori di polizia, meteorologi, comandanti di navi, astronomi, venditori di candele. Si è tuffato nei libri di Antonio Tabucchi e Fernando Pessoa, visitando gli angoli meno raccontati, andando allo stadio da Luz per vedere il Benfica, pagaiando lungo l’immenso estuario. 

Un viaggio che ha inizio da adolescente, grazie alla scoperta dei libri di Tabucchi: «Tabucchi è stata la scusa, la prima, per cui sono arrivato a Lisbona, dopo aver letto da adolescente Sostiene Pereira. Perché solo da adolescente prendi davvero sul serio la letteratura e ti metti in viaggio per vedere un posto di cui hai letto in un romanzo. L'ho riletto in questi mesi per scrivere questo libro, per andare in giro nella città cercando indizi nella topografia. Ne ho apprezzato nuovamente la scorrevolezza della scrittura, la capacità di creare un'atmosfera, che poi se parliamo di Lisbona è la parte migliore della città, la più affascinante» racconta Tino Mantarro.

È proprio grazie a questa capacità di fascinazione che Lisbona è diventata una meta turistica molto comune. Come spiega Tino Mantarro, «la città ne aveva bisogno dal punto di vista economico per riprendersi dopo la grande crisi. Tuttavia, come spesso accade il successo turistico si porta con sé anche l'altro lato della medaglia: ovvero l'eccesso di turismo, che a Lisbona inizia a sentirsi. Il molto turismo diventa facilmente e velocemente troppo turismo. Lo sentono gli abitanti, che in parte sono stati espulsi dal centro storico perché le case conviene affittarle su AirBnb, lo sentono gli studenti che non trovano più case da affittare, lo sentono le pietre, perché in certi momenti – quando attraccano una, due, tre navi da crociera la pressione che devono subire è eccessiva».

Lisbona è una capitale ma è «comunque piccola come dimensione, senza troppi monumenti da vedere assolutamente, senza nulla di eclatante – un Louvre, un Colosseo, una Rambla che sia debba per forza vedere –, senza altra bellezza che quella del suo aspetto un poco trasandato, della sua vita non frenetica, della sua gente rilassata. Bellezza che va goduta con calma, ricercandola, che è l'opposto di quel che fa un certo tipo di turismo contemporaneo» precisa Mantarro. 

Un turismo che ha portato all’aumento dei furti di azulejos, «è una pratica che va avanti da decenni, ma un po' per incuria e un po' perché con il turismo c'è sempre più mercato (una piastrella diventa un souvenir, se è antica meglio) è cresciuta negli anni. Questo nonostante gli sforzi della Polizia Giudiziaria e del progetto “Sos Azulejos” portato avanti dal Museo della Polizia, progetto che è riuscito a far riconoscere queste piastrelle che fanno parte dell'iconografia portoghese come patrimonio culturale nazionale. 
Ora nel Paese c'è finalmente una nuova sensibilità verso queste mattonelle 20x20 che prima venivano date per scontate perché sono lo scenario involontario della vita di ogni portoghese da quando nasce in ospedale a quando si battezza, a quando cerca casa, a quando finisce al cimitero. Qualcuno mi ha detto che per ogni mattonella rubata che non torna al suo posto su una facciata è come se si spegnesse un poco la luce della città».

E Lisbona sfavillava è una narrazione fatta di incontri, di percorsi accidentali, di cambiamenti di rotta imprevisti, «mi rendo conto che questo "sbagliare" non depone molto a mio favore, specie perché viaggiare, almeno in parte, sarebbe il mio mestiere. Però alla fine gli sbagli, come i contrattempi quando viaggi, servono eccome. Aprono degli squarci nelle idee precostituite che tutti abbiamo di qualsiasi luogo in cui decidiamo di andare e ci permettono di trovare cose inaspettate, fuori dall'itinerario, dal noto. Gli sbagli diventano un motore per le storie, un acceleratore di incontri e sensazioni, ti danno la possibilità di allargare lo spettro di quel che conosci, moltiplicando gli incontri, ti pongono nella posizione di doverti mettere in relazione con gli altri, chiedere, sbagliare nuovamente, ancora e ancora. Insomma, no sbagli, no story» spiega Tino Mantarro.

Tra i vari incontri emerge un episodio: «quello con Gaspar, dell'Associazione remiera, con cui sono andato a fare canottaggio sul fiume, in una zona di cui ignoravo l'esistenza, in effetti anche con lui tutto è partito da uno sbaglio, non avevo capito dove fosse la sede dell'associazione, pensavo vicino al ponte, invece era a decine di chilometri. Ma questo mi ha permesso di vedere una parte dell'estuario del Tago che non avrei mai visto, dove non sarei mai arrivato. E di conoscere altra gente, fare delle esperienze inaspettate, essere portato da qualcuno che ci è nato a lato, dentro il Tago per vedere Lisbona da un'ennesima prospettiva diversa».


L'autore
TINO MANTARRO è giornalista, dal 2007 lavora a “Touring”, il mensile del Touring Club Italiano, dove coniuga le sue passioni – storia, geografia, antropologia – con l’opportunità di viaggiare per raccontare il mondo. Appena può si mette in viaggio per vedere tutto quello che si trova a est di Trieste. Ma c’è un unico posto in Occidente dove andrebbe a vivere: il Portogallo. Ha scritto due libri di viaggio, Nostalgistan (2019, Ediciclo) sull’Asia centrale, e L’attrazione dei passi (2023, Ediciclo) un invito a scoprire che cosa c’è oltre le cime. Ha collaborato ad alcune Guide Verdi Touring e a diversi volumi collettivi editi dal Touring Club Italiano.
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