LA GRECIA MENO CONOSCIUTA E AFFASCINANTE DI PATRIZIO NISSIRIO



di Mariano Sabatini

Non di solo Partenone o isole più o meno note vive il turista grecofilo. Il giornalista e scrittore Patrizio Nissirio a questo utilizzo metonimico della sua seconda patria non ci sta. Il Mediterraneo è un luogo di tante crisi note e meno note, pensiamo alle guerre, al dramma della migrazione, ai Paesi dilaniati al loro interno, per motivi diversi, come Libia o Libano. Molti però dimenticano che nel Mediterraneo ci sono anche infinite opportunità: basti pensare agli scambi culturali, che non si fermano quasi mai - ci sono eccezioni, ovviamente - neanche di fronte alle tensioni internazionali. O ai commerci, sempre vitalissimi. <<Lungo le sue sponde ci sono più affinità che differenze. Se solo imparassimo a sottolineare le prime, più delle seconde...>> da queste riflessioni Nissirio, autore tra l’altro di Una ballata nel mar Egeo, è partito per scrivere e dare alle stampe Ad Atene con Petros Markaris. Profumi d’oriente e cemento armato (Giulio Perrone Editore).                                                            
Dobbiamo liberarci di quali luoghi comuni, nel vero senso del modo di dire?
La Grecia è apprezzata dai più per due cose, il suo mare e le sue isole bellissime dove andare in vacanza, e il suo straordinario passato. La Grecia meno nota è quella moderna, anzi modernissima: i suoi bar di Atene o Salonicco, dallo stile supercontemporaneo, i suoi artisti innovativi, la scena creativa effervescente. A tutto questo aggiungo la Grecia continentale: pochi sanno che il Paese ospita stazioni sciistiche. Ad esempio si può sciare sull'Olimpo, e non è poco!
E ci sono aspetti meno tollerabili?
Amo quasi tutto della mia seconda patria - mio nonno era greco e mio padre è cresciuto a Rodi, all'epoca italiana - tra le poche cose che non mi piacciono c'è un certo nazionalismo estremo. Che non mi piace in nessun Paese, va detto.
E’ una nazione che meriterebbe conoscitori oltre il turismo di massa.
Nel mio libro Ad Atene con Petros Markaris sottolineo che l'ingrediente essenziale per farsi rapire dalla capitale ellenica è il tempo. E questo è vero per tutta la Grecia. Lasciarsi andare, con lentezza, ai profumi, alle atmosfere, ai volti. La Grecia ti obbliga ad assaporare, è l'opposto del mordi e fuggi.
Lo spettro attraverso cui passano le tue speculazioni è quello letterario…
Sì, come altri volumi della collana Passaggi di Dogana, si usano gli scrittori per raccontare in luogo. Io ho scelto Markaris per la sua popolarità in Italia e perché, da greco 'esterno' (è nato in Turchia), vede e racconta Atene con distacco. Nel libro uso anche altri scrittori ellenici contemporanei, che ci spiegano la città oggi, con i suoi tic, i suoi lati oscuri, ma anche gli angoli struggenti e le nostalgie del passato.
Markaris è un uomo amabile, oltre che un scrittore popolarissimo.
Straordinario, con i suoi 87 anni, lucidissimo e originale nei suoi ragionamenti. Ho avuto il piacere di incontrarlo a Napoli, in una bellissima serata con lui e Maurizio De Giovanni, e anche di chiacchierare a colazione il giorno dopo. Persona piacevolissima.
Conosciamo tutti il glorioso passato della Grecia, il suo presente, nelle contraddizioni che evidenzi, è all’altezza di quei fasti?

Come ogni Paese, la Grecia di oggi è il frutto di secoli di trasformazioni, dalla dominazione romana, all'epoca bizantina, ai secoli sotto l'impero ottomano. La modernità, negli ultimi decenni, è stata spesso caotica e foriera di problemi anche gravi. Oggi è un mix di orgoglio per l'antico, modi e atmosfere orientali e profonda appartenenza all'Europa. Non siamo ai tempi di Pericle, ma la Grecia del XXI secolo ha ancora forza da vendere.
Si dice “greci e italiani, una faccia e una razza”. Dal tuo punto di vista è comprensibile?
I greci e i meridionali italiani si somigliano molto, anche perché la Magna Grecia ha lasciato tracce profonde nel nostro Mezzogiorno. I greci ci apprezzano e ci amano, al contrario di quel che provano per molte altre popolazioni confinanti. Siamo, al di là di tutto, culture simili, che si mescolano da millenni. Non è proprio la stessa faccia, ma diciamo che ci somigliamo assai, specie al Sud.
Mediterraneo di Salvatores è un film che ami?
Sempre amato. Ho anche fatto il bagno davanti alla casa di Vassilissa, a Kastellorizo, l'isola dove è stato girato, quasi fosse un tributo. Ha lasciato nell'immaginario collettivo l'idea che, se le cose precipitano, c'è sempre un'isola dove rifugiarsi. Meglio se greca, naturalmente.
Fattitaliani

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