“Il nostro sistema immunitario è un guardiano spietato della nostra salute.
Quando dico spietato non uso un termine a caso, perché tra i componenti principali del sistema immunitario ci sono dei linfociti, delle cellule che si chiamano killer. Quando queste cellule incontrano una cellula le chiedono i documenti. Se questi documenti sono minimamente imprecisi, non si fanno tanti processi… e l’ammazzano. È chiaro che questo vale anche per le cellule tumorali: se una cellula killer incontra una cellula che ha dato il via a un tumore, l’ammazza. Ma perché il tumore si forma nonostante questa attività che contrasta la sua nascita? Perché purtroppo il tumore ha imparato sfruttare qualcosa che è indispensabile per la nostra salute, come sempre succede. Questa attività killer spietata, se fosse diretta contro i nostri organi, ci ucciderebbe in poche ore. Cosa succede nel nostro corpo quando stiamo bene: vengono costruiti nei nostri organi dei punti di controllo, delle dogane che dicono ai killer di non venire qui perché non c’è bisogno di loro. I tumori imparano a costruire queste dogane, che si chiamano check-point, che dicono ai killer di non venire perché va tutto bene. In realtà lì c’è il cancro. Cosa fanno questi farmaci? Distruggono questi posti di blocco fatti dal tumore. Il risultato è che questi farmaci, che non si intendono contro il tumore, ma che sono in grado di risvegliare il nostro sistema immunitario contro il tumore, sono stati eccezionali nella loro efficacia e nella loro ampiezza di utilizzo”. Così Roberto Burioni a Che tempo che fa su canale NOVE.Sulla sostenibilità economica dei nuovi farmaci immunoterapici: “Bisogna essere molto rigorosi a determinare l’efficacia di un farmaco e bisogna farlo con le regole della scienza, le stesse regole che dicono che i vaccini sono sicuri, le stesse regole su cui in tanti sputano ogni giorno e poi però è la scienza che ci tira fuori queste cose. Soprattutto non bisogna sprecare e che noi si riesca a custodire questo patrimonio importante che è la sanità pubblica. È chiaro che ci traviamo in un punto difficile, perché da un lato bisogna garantire un giusto guadagno, ma dall’altro queste cose devono essere sostenibili. Questi farmaci potrebbero aprire nuovi orizzonti, molto spesso abbiamo raccontato come un elemento, una scoperta possa valorizzarne un’altra. Facciamo un esempio: i vaccini contro il cancro personalizzati, un conto è usarli da soli e un conto è usarli a molecole come queste che sbloccano il sistema immunitario. Allora noi, mettendo due cose insieme, potremmo avere un risultato eccezionale. Così come accaduto con l’Aids, che abbiamo vinto quando abbiamo avuto più farmaci. Non abbiamo proprio vinto, ma la gente non muore più. Qui però il problema è che questi farmaci andavano dati ai Paesi in via di sviluppo. Non si può lasciare semplicemente in mano alla legge della domanda e dell’offerta qualcosa che salva la vita”.
Sul Covid: “Le persone a rischio devono vaccinarsi. Gli ospedali sono affollati da persone anziane che stanno molto male a causa del Covid, queste persone devono vaccinarsi. Anche persone più giovani stanno male. Il richiamo del vaccino, anche se tanti hanno sparso cattive informazioni, è sicuro ed efficace anche contro queste ultime varianti. Lo deve fare soprattutto chi è vulnerabile. Secondo, il Paxlovid: lo vogliamo dare questo farmaco? Quotidianamente sento di persone che dovrebbero prenderlo e non lo prendono. Terzo, se state male, non andate al cenone di capodanno. Non diciamo di non abbracciarsi o di stare lock down, però con la salute non si scherza”.