(Acquista biglietti qui) Alla Dante Alighieri di Lussemburgo venerdì 15 dicembre dalle ore 20 una serata interamente dedicata a Franca Florio, sovrana senza corona di Palermo, protagonista indimenticabile della Belle époque. Al monologo teatrale scritto e interpretato da Daniela Maniscalco seguirà una conferenza che terminerà con un brindisi natalizio con Marsala e panettone Fiasconaro. L'intervista di Fattitaliani a Daniela Maniscalco.
Quali sono gli elementi chiave che fanno di Franca Florio la regina senza corona di Palermo?
Franca e Ignazio Florio furono una coppia iconica della Belle Époque. È difficile riuscire a immaginare oggi il peso che avevano nella realtà siciliana, italiana e internazionale. Possedevano un terzo della flotta italiana e il loro impero economico spaziava dalla finanza, all’industria del tonno, al settore turistico e sportivo, all’estrazione dello zolfo e all’esportazione del sommacco, e l’elenco non è esaustivo. Ricoperta dai favolosi gioielli che le donava il marito ad ogni occasione, abbigliata da Worth, il sarto di Parigi che vestiva le teste coronate - dalla zarina alla principessa Sissi, senza dimenticare l’imperatrice Eugenia - Franca Florio brillava nei salotti cittadini e presenziava ad ogni cerimonia importante proprio come una vera e propria regina. I Florio intrattenevano rapporti diplomatici con principi e imperatori europei e frequentavano le élite finanziarie mondiali. Quando a Palermo arrivava una celebrità, che fosse il Kaiser, lo zar o il poeta D’Annunzio, questa veniva accolta in una delle fastose residenze Florio e la regia di ogni evento spettacolare era sempre quella di Franca. Da brava regina della città Franca, insieme al marito, era anche una mecenate. Il teatro Massimo fu costruito anche grazie ai loro lauti finanziamenti, e sempre grazie alla loro generosità nacque la Scuola Educatorio ed Ospizio dei Ciechi Ignazio Florio.
Quali eventi della vita di Franca Florio sono stati più facili da riportare teatralmente?
Si potrebbe dire che tutta la vita di Franca, tranne forse gli ultimissimi anni, si sia svolta su un palcoscenico. Franca era abituata a comparire sulle principali riviste nazionali e internazionali e lanciava mode e tendenze. Potrebbe essere considerata l’antesignana delle influencer di oggi. Nel monologo, pieno di flashback e flashforward, il tempo è circolare e vengono rievocati gli eventi salienti della vita di donna Franca, dalla spensieratezza della vita Belle époque al presentimento del crollo imminente della fortuna della famiglia e della scomparsa dei figlioletti, alla premonizione del recupero della memoria collettiva della loro esistenza e valore culturale, legata a doppio filo con quella della loro amata città di Palermo.
L'idea dello spettacolo è nata in occasione di uno stimolo/un evento/una pubblicazione in particolare?
Il monologo è tratto da uno spettacolo più ampio messo in scena lo scorso aprile dalla Scuola di teatro Spazio Civitas a Palermo, con la direzione del regista e attore Casimiro Alaimo. Il nome dello spettacolo è A-men, che mette in scena 8 percorsi di donne in differenti periodi storici.
Che cosa Le piacerebbe arrivasse di più al pubblico?
L’idea della storia come immaginario che si crea e si ricrea continuamente. L’immagine che si aveva della città di Palermo al tempo dei Florio ad esempio, è completamente diversa dall’immagine che se ne aveva nella seconda metà del Novecento. Noi tutti tendiamo a reinventare la storia guardando le epoche attraverso “occhiali contemporanei”, creando in questo modo una nuova narrazione, che semplifica e in parte distorce la realtà storica.
Può dirci qualcosa in più su di Lei come persona e autrice?
Sono originaria di Palermo ma vivo da diversi anni a Lussemburgo, dove mi occupo di divulgazione della cultura italiana. Sono attualmente vice presidente della Società Dante Alighieri, comitato di Lussemburgo, da sempre punto di riferimento della cultura italiana all’estero e nella cui sede si svolgerà la presentazione su Franca Florio. Per la casa editrice Rueballu ho pubblicato un libro su Ildegarda da Bingen, raccontata ai ragazzi. Mi occupo attualmente di ricerche storiche sulla creazione dell’immaginario e sull’emigrazione e sono autrice di diversi libri sull’argomento pubblicati dalla Fondazione Migrantes. E naturalmente una delle mie grandi passioni è il teatro. Giovanni Zambito.