Venezia 80, Simone Massi presenta il primo lungometraggio "Invelle"



Invelle, la cui realizzazione ha richiesto più di 12 anni, è il primo lungometraggio dell'illustratore, animatore e regista marchigiano, che si addentra in un racconto tra l'autobiografia e la Storia d'Italia, che ripercorre gli anni tra la Prima La guerra mondiale e gli anni di piombo.

Un'opera monumentale - 90 minuti di animazione manuale passo passo, quarantamila tavole da disegno, quasi 100 illustratori/animatori, 4 anni di lavoro - con cui l'autore vuole risarcire la sua terra natale, terra di povertà e rabbia, allo stesso tempo al centro del quale ci sono le storie di tre figli che si passano il testimone da una generazione all'altra della stessa famiglia, condividendo riti, miserie, difficoltà e attaccamento alla propria terra. Una storia portata sul grande schermo con "affetto, nostalgia e gratitudine", priva di filtri e sentimentalismi.

È il 1918 e Zelinda è una ragazza che vive in campagna, la cui madre è in cielo e il padre in guerra. Deve mettere da parte la sua infanzia e farsi carico invece del peso della casa, dei suoi fratelli, della stalla e del bestiame. Un giorno Zelinda ritrova una madre e un padre. Alla fiera del paese la bambina si aggrappa al suo papà e spalanca gli occhi per fare spazio a tutte le cose che le sono apparse davanti. Che siano reali o immaginarie, Zelinda adesso ha visto quelle cose e si è fatta un'idea di come gira il mondo. Tutto gira così velocemente che la sua storia diventa quella di qualcun altro. Nel 1943 Assunta è una ragazza di campagna che sta in equilibrio su una gamba sola, con la testa tra le nuvole e un piede in guerra (un altro!). Ma appena può Assunta si cuce un vestito colorato, fa un salto e all'improvviso la guerra è diventata uno scherzo, o almeno è finita. La guerra (forse!) è finita, e con essa scompare un intero mondo: quel salto era più grande di quanto sembrasse. Nel 1978 Icaro è un ragazzino di campagna la cui vita gira intorno al nulla. Deve fare e farà qualcosa che era stato sognato molti anni prima e che sua madre e sua nonna non avevano potuto realizzare. E per quelli che li hanno preceduti. E prima ancora. E anche prima.

«Nella parte del mondo in cui sono nato e cresciuto non c'è nulla di importante da vedere e da ricordare, nulla che possa essere considerato degno di finire in un libro. Una sorta di “Nowhere”, un non-luogo da cui la storia ha preteso e preso tutto ciò che ha voluto e potuto. In cambio di quella storia abbiamo ottenuto storie, di quelle che o si tramandano oralmente o si perdono».

Simone Massi

Simone Massi è nato a Pergola il 23 maggio 1970, dove vive ancora in un vecchio casale di campagna sulle colline marchigiane, lontano dalla modernità, dagli ambienti che contano.

Ex operaio, formatosi poi alla Scuola del Libro di Urbino, ideava e disegnava uno per uno i fotogrammi dei suoi film in un lavoro faticoso e meticoloso.

Ha creato e diretto animazioni selezionate per festival in 75 paesi del mondo. Vincitore di oltre 300 premi, tra cui un David di Donatello, tre Nastri d'Argento, un Premio Flaiano per l'animazione realizzata all'interno del documentario La strada dei Samouni, il Premio Oeil d'Or al Festival di Cannes 2018.

Invelle è il suo primo lungometraggio.

Fattitaliani

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