DJOMI nome d'arte di Domenico Pini, di Cervia, cantautore rap di 21 anni con l'inedito “Chiama un dottore” in uscita il 29 settembre in radio e in digitale, ha trionfato alla 65ma edizione del Festival di Castrocaro. Djomi avrà l’opportunità di realizzare tre brani e un videoclip a cura e spese di Isola degli Artisti. La produzione si occuperà di tutte le spese per la realizzazione di un EP che sarà prodotto dalla label e distribuito da ADA/Warner Music. Fattitaliani lo ha intervistato.
Che significato assume per un giovane artista arrivare alla finale di Castrocaro? ti aspettavi di vincere?
È incredibile essere riusciti ad arrivare nella fase finale di un concorso così importante e storico per la storia della musica italiana. Mi impressiona - positivamente - pensare che anche artisti del calibro di Caparezza e tantissimi altri altri che ascolto abbiano calcato quello stesso palco. Sono anni che cerco di dare sempre il 100% sia sul palco che fuori ed essere arrivati a raggiungere questo risultato mi riempie di felicità. Sinceramente non mi aspettavo di vincere perché tutti quanti gli artisti in gara erano molto forti e preparati quindi è stata veramente una sorpresa.
Al di là di talent ed altre esperienze tv, che cosa fa emergere davvero una nuova voce?
Secondo me sono fondamentali la personalità e l’originalità. La personalità intesa 360°: il modo in cui veicoli i tuoi messaggi attraverso i brani, come ti esprimi e come ti relazioni con il pubblico a cui devo tanto, il modo in cui approcci il palcoscenico e anche le situazioni “esterne” agli ambienti musicali. Originalità che passa dal cercare di essere unico, di unire in modo inedito influenze differenti e non perdere mai il piacere di fare quello che si fa, perché si può perdere in spontaneità.
Secondo me sono fondamentali la personalità e l’originalità. La personalità intesa 360°: il modo in cui veicoli i tuoi messaggi attraverso i brani, come ti esprimi e come ti relazioni con il pubblico a cui devo tanto, il modo in cui approcci il palcoscenico e anche le situazioni “esterne” agli ambienti musicali. Originalità che passa dal cercare di essere unico, di unire in modo inedito influenze differenti e non perdere mai il piacere di fare quello che si fa, perché si può perdere in spontaneità.
A quali musicisti e cantanti fai riferimento?
Sono vari in realtà perché cerco sempre di differenziare le mie influenze e di ascoltare stili e generi differenti. Da artisti italiani come Salmo, Ghemon, Nitro fino ad artisti esteri come Jid, Logic, Anderson Paak. Ma anche tantissima musica non. rap come i Nothing But Thieves o i Linkin Park.
Sono vari in realtà perché cerco sempre di differenziare le mie influenze e di ascoltare stili e generi differenti. Da artisti italiani come Salmo, Ghemon, Nitro fino ad artisti esteri come Jid, Logic, Anderson Paak. Ma anche tantissima musica non. rap come i Nothing But Thieves o i Linkin Park.
Con gli altri finalisti di Castrocaro ci sono state occasioni per conoscervi al di là dei meccanismi e dei momenti di gara?
Ovviamente! Purtroppo, dato che inizialmente eravamo tanti ragazzi, li ho conosciuti in modo più approfondito soltanto verso l’ultima fase perché prima non era capitata l’occasione e ti ritrovi a fare delle amicizie purtroppo magari l’ultimo giorno in cui ti vedi. C’erano anche un paio di ragazzi che mi sarebbe piaciuto vedere in finale che purtroppo non l’hanno raggiunta e sono andato lì cercando di vincere anche un po’ per loro.
Ovviamente! Purtroppo, dato che inizialmente eravamo tanti ragazzi, li ho conosciuti in modo più approfondito soltanto verso l’ultima fase perché prima non era capitata l’occasione e ti ritrovi a fare delle amicizie purtroppo magari l’ultimo giorno in cui ti vedi. C’erano anche un paio di ragazzi che mi sarebbe piaciuto vedere in finale che purtroppo non l’hanno raggiunta e sono andato lì cercando di vincere anche un po’ per loro.
Quali progetti, che idee ti aspettano dopo la manifestazione?
Ho in uscita il 29 settembre il singolo con cui ho partecipato al Festival di Castrocaro “CHIAMA UN DOTTORE“ e l’uscita del mio album “FINALMENTE“ il 13 ottobre. Oltre a questi progetti che avevo preparato e lavorato nell’ultimo anno sono già all’opera per preparare nuovo materiale che uscirà molto presto.
Ho in uscita il 29 settembre il singolo con cui ho partecipato al Festival di Castrocaro “CHIAMA UN DOTTORE“ e l’uscita del mio album “FINALMENTE“ il 13 ottobre. Oltre a questi progetti che avevo preparato e lavorato nell’ultimo anno sono già all’opera per preparare nuovo materiale che uscirà molto presto.
Sei una persona battagliera? Quando affronti una gara o una selezione dici a te stessa «ce la devo fare» oppure «l'importante è partecipare»?
Ti direi un mix. Penso di essere una delle persone meno ambiziose che ci siano a questo mondo e quando mi ritrovo a partecipare a concorsi, festival o altri eventi mi ripeto sempre che l’importante è partecipare ed è già è tanta roba essere arrivati fin qui, ma non vedo perché non ce la posso fare. Secondo me è fondamentale che la convinzione con cui cerchi di arrivare alla vittoria non sfoci mai in arroganza o saccenteria, perché in quell’esatto momento ti distrai e farai errori nella performance o anche semplicemente nella tua espressività sul palco o con il pubblico.
Ti direi un mix. Penso di essere una delle persone meno ambiziose che ci siano a questo mondo e quando mi ritrovo a partecipare a concorsi, festival o altri eventi mi ripeto sempre che l’importante è partecipare ed è già è tanta roba essere arrivati fin qui, ma non vedo perché non ce la posso fare. Secondo me è fondamentale che la convinzione con cui cerchi di arrivare alla vittoria non sfoci mai in arroganza o saccenteria, perché in quell’esatto momento ti distrai e farai errori nella performance o anche semplicemente nella tua espressività sul palco o con il pubblico.
Che cosa dice e fa conoscere di te l'inedito Chiama un dottore che hai presentato? Ce ne racconti ispirazione e composizione?
Penso che ciò che passi di questo brano è il fatto che sono una persona molto semplice. L’ispirazione principalmente arriva da tutta quanta la scuola del rap americano con slow flow, perché il mio obiettivo non era di fare un pezzo pop ma nemmeno di fare un brano interamente rap: volevo cercare una via di mezzo che potesse essere apprezzata sia da un tipo di fan e dall’altro. Alternando momenti con metriche più fitte, barre a profusione e molte citazioni come nella seconda strofa con momenti più lenti e più melodici come nella prima strofa e nel ritornello.