Accursio Sabella e il 1° romanzo "Dalla parte giusta". L'intervista di Fattitaliani



Per l'Estate Mediterranea 2023  stasera al Giardino del Santuario di Siculiana, alle ore 21:00, il giornalista Accursio Sabella converserà del suo primo romanzo "Dalla parte giusta" (Laurana) con Alan Scifo, mentre il tenore Davide Celiento (intervista di Fattitaliani) allieterà i presenti con le sue incursioni musicali. L'intervista di Fattitaliani allo scrittore.

Come si è regolato nel filtrare notizie e fatti di politica per farne materia di un romanzo? 

È stato in realtà un processo molto naturale.  Questo è un romanzo, quindi i fatti sono immaginari. Ma certamente l’eco di qualche evento o personaggio conosciuto nel corso della mia attività di giornalista è finita dentro la storia, anche in modo inconsapevole.

Dietro le vicende e i nomi di alcuni personaggi sono visibili e riconoscibili caratteri -non solo politici- universali e tipicamente italiani? 

Ogni personaggio ha i suoi punti di forza e le sue zone d’ombra. Nel romanzo ho provato a descrivere quali meccanismi entrino in gioco nel momento in cui ci si accosta al tema del potere. Il tentativo è stato quello di raccontare alcuni processi, per così dire, universali e generali.

Volere o fingere di essere "Dalla parte giusta" è più facile per un giornalista o un politico? 

Generalizzare è sempre un errore. Sia tra i politici che tra i giornalisti c’è grandissima varietà. Ma possiamo metterla così: per il politico il fatto di affermare  di essere “dalla parte giusta” è quasi una pre-condizione. L’attività del politico è “di parte”, per sua natura. Quella del giornalista dovrebbe essere diversa. Il giornalista non dovrebbe essere dogmatico, ma stimolare lo spirito critico attraverso il racconto dei fatti.

“la storia è già una storia di verità nascoste, camuffate, negate". Affermazione cinica, realistica o ironica? 

Premessa: questa è l’affermazione della voce narrante, un personaggio un po’ disfattista, che non sempre e non per forza coincide con l’autore. Ma in questo caso sono d’accordo con lui: dalle piccole alle grandi cose, possiamo tutti quanti sperimentare, ogni giorno, come tra il racconto dei fatti - che dalla cronaca in qualche caso finiscono nella storia - e la realtà ci sia spesso un divario, una separazione. Ma non è una novità. In fondo, tutto il tema delle “inquisizioni”, giusto per fare un esempio, porta con sé questa separazione.

C'è un personaggio a cui si è affezionato più degli altri? 

Devo dire che, alla fine, mi sono legato un po’ a tutti. Perché tutti i personaggi hanno dei difetti, dei limiti e questo me li rende più simpatici. Ma se devo sceglierne uno, è il pazzo del racconto. La sua follia, in questo caso, rappresenta quasi un’oasi di umanità. 

In fase di scrittura, la gestazione è stata scorrevole o piena di ripensamenti e limature? 

Per me si tratta del primo romanzo, dopo avere scritto per tanti anni con un registro e una finalità diversi. Quindi sì, non sono stati pochi i dubbi e i ripensamenti. Anzi, ammetto che ne ho ancora e mi verrebbe voglia di correggere, tagliare, sistemare parti del testo già stampate. 

Quale reazione o commento al suo romanzo Le ha fatto particolarmente piacere? 

Due in particolare. Qualcuno ha definito il libro insolito nello stile, e ho accolto questo giudizio come un complimento. Poi qualche riferimento a Leonardo Sciascia, anche in alcune importanti recensioni sui giornali. Un accostamento dovuto principalmente ai temi trattati e al finale del libro. E per chi è cresciuto con i libri del maestro di Racalmuto è una enorme soddisfazione. Giovanni Zambito.


IL LIBRO

Un tempo imprecisato, in un mondo che ricorda il nostro. In una casa del Buconero, sobborgo della Capitale, viene ucciso il governatore Giulio Levante. Il delitto avviene alla presenza di una donna e di un ragazzino. Levante era bandiera de “I giusti”, un gruppo politico affermatosi come riformatore dei costumi morali, un esempio di integrità e rettitudine che ha portato all’implosione del vecchio potere, legato alla misteriosa organizzazione criminale chiamata Cateria. Ma non tutto è come sembra. Bruno Ponente, disilluso segretario del gruppo, ripensa al rapporto con Levante e Marco Mezzogiorno, guida de “I giusti”, e alla loro ascesa politica, combattuta a suon di slogan e false promesse.

Tra congiure, menzogne, affari e colpi di Stato, Dalla parte giusta ricostruisce la nascita e la morte di un gruppo politico rivoluzionario e dei suoi protagonisti, svelando cosa si nasconde spesso dietro le maschere del Potere.

L'AUTORE

Accursio Sabella (Sciacca, 1979) è un giornalista professionista.

Per oltre dieci anni ha scritto sul quotidiano online “Livesicilia.it” occupandosi principalmente di cronaca politica e inchieste sulla pubblica amministrazione, per poi ricoprire il ruolo di direttore del giornale tra il 2018 e il 2020. Ha collaborato e collabora con testate nazionali tra cui “Il Foglio”, “Panorama” e “Il Fatto Quotidiano” ed è autore di articoli-saggi sull’opera di Leonardo Sciascia, per la rivista “Segno”.

Ha vinto nel 2015 il premio intitolato a Giuseppe Francese, indetto dall’Ordine dei giornalisti, come miglior giornalista siciliano emergente.

Da settembre 2020 a ottobre 2022 ha ricoperto l’incarico di vice capo della comunicazione di un gruppo parlamentare alla Camera dei deputati.

Fattitaliani

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