Tatè Nsongan: intervista al percussionista camerunese e membro fondatore del gruppo dei Mau Mau

Musicista, compositore, polistrumentista originario del Camerun. Impara a suonare già da bambino gli strumenti della tradizione africana.

Si stabilisce in Italia per effettuare alcune tournée con l’Ensamble Choreographique Les Genies Noirs de Douala, gruppo di musiche e danze rituali.

Percussionista e seconda voce del gruppo torinese MAU MAU, partecipa a tutte le tournée e alla registrazione dei numerosi dischi.

Fondatore del gruppo musicale Kin Koba, pubblica per Le Edizioni Musicali de Il Manifesto il suo primo CD “Etnokult”, frutto della sua personale ricerca, che unisce tradizione e modernità.

Da tempo collabora con vari artisti di livello internazionale e con Istituzioni, Enti ed Associazioni Italiane, per rendere fruibile la sua cultura d’origine e per sensibilizzare all’intercultura.

Visto il successo delle attività, fonda l’Associazione Kin Koba – Voci Lontane, che lo porterà ad incrementare i laboratori di musica, danza ed educazione all’intercultura nelle scuole, nei centri di aggregazione giovanile, nelle ludoteche comunali ed a partecipare a numerose manifestazioni cittadine.

In collaborazione con la Provincia di Torino, idea, musica e pubblica un libro con CD della fiaba musicale “La falsa nota di Nyambé”, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante.

Collabora con Saba, con cui partecipano a numerosi festival e progetti. Dà un importante contributo al disco “Jidka” (World Music Network), sia in qualità di compositore, che di musicista.

Pubblica il CD del suo nuovo progetto musicale “TatèNsonganTrio”.

Realizza il progetto Sinfonia Migrante con il suo quartetto, l’Orchestra Stradivari-Monteverdi di Cremona e il Coro di voci femminili della Facoltà di Musicologia di Pavia.

Crea la colonna sonora dello spettacolo teatrale “Rajo”: è in scena, insieme all’attrice e ideatrice Suad Omar, regia di Gabriella Bordin.

 

Parliamo del tuo nuovo singolo. Com’è nato? Cosa rappresenta per te?

È dal 2019 che il ritornello mi suonava nella testa dopo, ripetuti scenari di vite spezzate in mare. Solo qualche mese fa ho chiesto a Cristina se avesse voglia di cantare con me il brano. Torino è la città dove vivo da sempre ed è una città multiculturale. I quartieri come San Salvario o Porta Palazzo sono fatti di tante voci diverse che cantano in un solo grande coro.

A quale idea si ispira il videoclip?

Un perfetto esempio di prodotto a Km zero, come suggeriva la regista del video Donatella di Cicco: “È mattina anche a San Salvario, il quartiere si risveglia in un vortice di colori e sapori, suoni e profumi. San Salvario è di tutti: ogni voce trova il suo posto. La camminata musicale di Taté Nsongan diventa il filo conduttore che restituisce al quartiere la sua armonia, oltre ogni barriera”.

Quali sono le tue influenze musicali?

Le percussioni sono la mia grande passione e ci sono tanti artisti a cui mi ispiro: ho anche composto delle canzoni in memoria di alcuni musicisti africani, pace per loro: Myriam Makeba, Francis Bebey, Papa Wemba, Manu Dibango.

Come e quando è iniziata la tua passione per la musica?

Imparo a suonare già da bambino gli strumenti percussiva della tradizione africana. Crescendo mi sono innamorato sempre di più di questa forma d’arte.

Come ti rapporti con la scena musicale della tua città?

Mi trovo bene: capita anche a volte di trovarsi sullo stesso palco con altri artisti a divertirsi assieme.

Progetti futuri?

Per ora è appena uscito il singolo Sogno in italiano e sto lavorando per la sua promozione, poi ci sarà la tour invernale nei club.



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