Mi sono laureato in odontoiatra e protesi dentaria presso l'università Luigi Vanvitelli, ma ho mostrato sin da subito scarsa attitudine alla professione. Infatti, subito dopo ho frequentato il workshop della durata di 4 giorni "Cinema e organizzazione" presso il Centro sperimentale di Cinematografia di Roma e Regia alla National Film and Television School di Londra. Come appassionato di cinema soprattutto sociale ho poi fondato la Mostra Internazionale del Cinema Sociale - Social World Film Festival che si tiene ogni anno, ormai da 13 anni, a Vico Equense.
Come inizia il percorso di direttore del Social World Film festival e quali sono state le difficoltà?
Da giovane appassionato di cinema pensavo che fosse necessario un festival dedicato al cinema sociale, dove i giovani potessero avere maggiore spazio, perché, partecipando a varie kermesse, mi ero reso conto che non esistevano spazi adeguati in cui i giovani si potevano esprimere. Quando è nata la mia passione per il cinema socialmente impegnato, è maturata in me l’idea dell’evento: un festival che ospita autori internazionali e che viene presentato in due conferenze internazionali, quella di Cannes e quella di Venezia.
Bilancio di questa 13° edizione del festival, quali sono state le novità?
Questa è stata l’edizione più green di sempre. Abbiamo applicato modelli operativi più sostenibili come ad esempio lo spostamento attraverso mezzi pubblici o elettrici, prediligendo luoghi all’aperto, riducendo la quantità di documenti stampati incoraggiando il formato digitale. Gli allestimenti, da tavoli e sedie a abbellimenti, sono stati realizzati in cartone riciclato del macero campano dalla nostra azienda partner da 10 anni Formaperta.
Progetti come regista?
Il 21 settembre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, è uscito al cinema per una serie di eventi speciali il film “Quel posto nel tempo” con protagonista uno straordinario Leo Gullotta. Girato tra Napoli, Sorrento e Caserta, toccando come location Piazza Plebiscito e la Reggia di Caserta, racconta una malattia attraverso la poesia del tempo che passa, dei ricordi che si cancellano e quelli che riemergono, incoerenti e irrazionali. L’Alzheimer. La malattia come metafora di un viaggio, nel tempo e nell'immaginazione del protagonista. Una visione della patologia assolutamente inusuale, poiché pensata sia sulla base cinematografica che scientifica, grazie al supporto del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Padova. Un film che diventa un'esperienza, è la malattia a rivelarsi nel corso della narrazione. La pellicola è stata presentata in anteprima il 2 settembre a Venezia in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica in una serie di eventi tra l’Hotel Excelsior, la Sala Laguna e la Sala Astra del Lido.
Qual è il messaggio social del festival e quali opportunità favorisce i giovani e l'arte?
Come sempre, abbiamo puntato molto su una linea giovane e fresca, ben rappresentata da tutto il team che ha lavorato per il Festival. Il nostro target di riferimento è giovane e ben definito e per questo abbiamo voltato pagina rispetto ai classici protocolli tipici dei Festival. Ci siamo rapportati al pubblico in maniera libera e diretta, favorendo l’incontro e la riflessione, poiché la mission principale del nostro festival non è solo la competizione ma quella di dare opportunità e fare rete.
Quali altri obiettivi ti sei prefissato?
Sicuramente far crescere il festival, ma anche continuare a lavorare da regista sia qui che negli Stati Uniti.
Il tuo film preferito?
Il mio film preferito è “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore perché racconta la storia di un bambino con un sogno nato grazie al suo amore per il cinema. Nuovo Cinema Paradiso ha ispirato e continua ad ispirare ragazzi amanti del cinema, è un omaggio alla sua spettacolare presenza nelle nostre vita, una vera e propria dichiarazione d’amore verso il cinema.
Con quale attore o attrice ti piacerebbe lavorare?
Mi piacerebbe lavorare con un’icona del cinema mondiale che è Sophia Loren, ma essendo io un regista dallo stile molto classico, mi piacerebbe anche poter tornare indietro e lavorare con le più grandi attrici della cinematografia italiana quali Monica Vitti, Anna Magnani, Gina Lollobrigida