Francesco Agrelli e il 1° romanzo: "ho realizzato il mio sogno". L'intervista


Qualche mese fa Francesco Agrelli, giovane scrittore calabrese di 27 anni, ha pubblicato il suo romanzo d'esordio L'odore di casa, edito da Falco editore. È una storia per ragazzi ambientata durante la seconda guerra mondiale, che attraverso i tre protagonisti - un cane, un gatto e un pappagallo -racconta quanto le differenze siano solo di facciata. Il romanzo è stato scritto in un anno e mezzo ed è disponibile su tutte le  piattaforme digitali. Fattitaliani lo ha intervistato.

Che significato ha per Lei personalmente esordire con un romanzo?

Esordire con un romanzo è stato bello perché il sogno che avevo da bambino era fare lo scrittore. Il mondo delle parole e delle storie mi ha attratto da sempre.     

Secondo Lei, davvero ci sono pochi lettori e troppi scrittori al giorno d'oggi?

Dal Covid in poi il mercato del libro ha avuto una crescita, quindi i lettori sono in crescita. È vero, i libri in circolazione sono sempre di più, però nessuna opera toglie spazio all'altra.           

Com'è stata la gestazione del libro? La scrittura è avanzata in maniera naturale e fluida, oppure si è arenata più volte e in quali punti soprattutto? 

Ho lavorato un anno e mezzo a questo romanzo e l'ho riscritto per cinque volte. Nella maggior parte del tempo, per fortuna, è stato un lavoro scorrevole.       

Perché la scelta sui protagonisti è ricaduta su un cane, un gatto e un pappagallo?

Volevo descrivere le differenze che separano, e mi è sembrato giusto inserire nella narrazione questi tre animali così diversi e distanti tra loro. 

Pensato sin dall'inizio oppure c'è stato qualche cambiamento in itinere?

Inizialmente l'unico personaggio presente era Emily, il cane, gli altri due sono arrivati successivamente, quando è cambiato il resto della storia.

Quali sono i libri su cui si è formato?

Sono diversi: dalle fiabe e favole popolari di mia nonna ai romanzi di Jack London e Bukowski, passando da Hannah Arendt e Steinbeck. Sono un lettore vorace e mi lascio influenzare da opere che mi piacciono e anche da quelle che non mi piacciono.

C'è qualche passaggio, un dialogo, una scena che potrebbe rappresentare appieno il senso e il significato del romanzo?

"Ma tu non sei come noi, e nemmeno come le rondini. - Aveva detto il piccione, dopo averlo trovato.       - Perché? - aveva chiesto Smeraldo, con le piume ancora arruffate dal vento dell'aereo.   - Sei per forza di un'altra razza -, rispose indicando le rispettive diversità di colori di piumaggi: l'uno grigio, l'altro smeraldo con lievi sfumature azzurre sulle ali. - Ma perché anche voi fate come gli umani che si dividono un razze? Avete visto a cosa li ha portati a fare così? Noi siamo animali, siamo migliori. - Giovanni Zambito.


IL LIBRO

"È il quinto anno di guerra e l'Italia è divisa in due: il Regno del Sud, occupato dagli Alleati, e la Repubblica di Salò, governata formalmente da Mussolini, ma ai cui vertici si trovano i nazisti. Roma appartiene a quest'ultima. È nella capitale che, un giorno di ottobre, i tedeschi fanno irruzione nel quartiere Salmastro e arrestano gli abitanti. Tra le abitazioni vuote e le strade silenziose, restano solo un cane, un gatto e un pappagallo. I tre cercano di capire cosa sia successo ai rispettivi padroni, per mettersi sulle loro tracce e finalmente liberarli. Ma presto si scontrano con l'ostilità del mondo circostante e con le difficoltà che ostacoleranno l'impresa. La prima tra queste sarà rappresentata dalle proprie differenze di razza."

Fattitaliani

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