Beabaleari: l’intervista per il singolo “Come l'acqua sulla luna”

Beabaleari è un duo musicale che nasce nel 2021 dall’unione artistica della cantautrice Diana Tejera e dell’autrice Beatrice Tomassetti, già coppia nella vita. Un progetto originale, ironico, immaginifico ed esistenziale che si interroga sull’umanità e sulla natura delle cose, attraverso una ricerca che vede scienza e poesia mescolarsi con leggerezza.  Le canzoni nascono dal desiderio di comprendere la nostra esistenza in questo universo sconfinato che ci ospita, che ci ha preceduto e che ci sopravvivrà; un rito catartico e liberatorio atto ad alleviare le ansie e i tormenti a cui la grande incertezza della vita, inevitabilmente, ci espone. Mentre si strugge, però, Beabaleari non smette di posare lo sguardo sulla bellezza delle grandi e piccole cose che il mondo ci continua ad offrire, concentrando l’attenzione su dettagli a volte irrilevanti ma salvifici. Il sound è volutamente delicato, ritmato ed estivo. Una produzione dream pop dove passato e presente si intrecciano con armonia, un incontro perfetto tra cantautorato classico e synth spaziali.

Con Giallo Ocra esce nel 2022 il loro primo singolo “Dove si nascondono i megalodonti” e il rispettivo video animato ideato dall’artista e illustratrice Marta Cavicchioni e nel 2023 il secondo singolo “Come dorme un pesce”, il cui video è girato da Giacomo Latorrata.

 

Parliamo del vostro nuovo singolo “Come l'acqua sulla luna”. Com’è nato? Cosa rappresenta per voi?

“Come l’acqua sulla Luna” è nato dalla scusa dell’estromissione di Plutone dal Sistema Solare e del suo declassamento a pianeta nano, notizia che ci ha lasciato interdette ma che ci ha fatto allo stesso tempo sorridere. Per noi rappresenta sicuramente la libertà di essere quello che si è al di là delle categorie e delle etichette. Ci piace pensare che esiste una fortuna che ci possiamo costruire con le nostre scelte.

A quale idea si ispira il videoclip?

Nasce da un’idea che abbiamo subito sposato del regista Giacomo Latorrata. I disturbi delle radiofrequenze satellitari, il sound che ci riporta indietro nel mondo analogico e il digitale dei 90. L'idea è stata subito quella di rappresentare i diversi tentativi di riconnessione al sistema solare del pianeta plutone attraverso segnali morse, bug, tentativi di accesso a una vita fatta di gas e polveri che non riusciamo a decifrare.

Quali sono le vostre influenze musicali?

Le nostre influenze sono varie, da Battisti a Battiato, Nada e Samuele Bersani, per quanto riguarda il cantautorato italiano. Poi Sufjan Stevens, David Bowie, i Metronomy, i Caravan, King of Convenience per quel che riguarda la musica internazionale.

Come e quando è iniziato il progetto artistico delle Beabaleari?

Diana: Il nostro incontro artistico è nato nel 2020 quando Beatrice, tornando da Milano dopo 4 mesi di lavoro solitario durante il lockdown, mi ha sottoposto dei testi che aveva scritto e che mi hanno entusiasmato. Ho preso la chitarra e ho iniziato spontaneamente a cantare quelle parole creando una melodia che in seguito abbiamo sviluppato insieme. Alla prima canzone ne sono seguite subito molte altre. Così è nato il progetto Beabaleari, un nome che avevo dato al nostro possibile duo paradossalmente 3 anni prima. 

Con quale artista vi piacerebbe collaborare e perché?

Ci piacerebbe collaborare con Nada, perché è un’artista coraggiosa, audace e vera. Le sue canzoni ci conquistano sempre.

Progetti futuri?

I nostri progetti futuri sono sicuramente la realizzazione dell’album di Beabaleari che dovrebbe uscire in autunno e la programmazione di un tour. Realizzeremo di sicuro altri 2 videoclip, il primo in uscita a Settembre legato a una docuserie che non anticipiamo.


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