ROMA – Non solo Patrick Zaki, condannato ieri a tre anni di carcere da un tribunale d’emergenza, ma anche altri prigionieri di coscienza tra cui l’attivista di punta per i diritti umani Mohamed Al-Baker lasceranno il carcere: lo ha fatto sapere il deputato Mohamed Aziz tramite i propri profili social, annunciando la notizia della grazia giunta dal presidente egiziano Abedel Fattah Al-Sisi.
Aziz in seno al Parlamento egiziano ricopre il ruolo di sottosegretario alla commissione per i Diritti Umani, e nella sua breve comunicazione fa sapere che la decisione è stata presa dal Comitato presidenziale per la grazia in seguito “all’invito giunto dal Dialogo nazionale”, ossia il tavolo di confronto tra governo, partiti politici e organismi della società civile sulla Strategia per i diritti umani presentata l’anno scorso dall’esecutivo.Dopo la notizia della condanna a tre anni per il ricercatore Zaki, per diffusione di false notizie lesive della sicurezza dello stato, varie voci del Dialogo nazionale si erano sollevate per chiedere la grazia, minacciando anche l’uscita dal Dialogo stesso, tra cui quella di Ahmed Ragheb, assistente relatore della Commissione. Oltre a Zaki, attivista ormai noto in Europa in quanto arrestato mentre era iscritto al primo anno di master all’Università di Bologna, Aziz cita Al-Baqer, l’avvocato del noto attivista Alaa Abdel Fattah, arrestato nel giorno stesso in cui venne ammanettato il suo assistito, a fine settembre del 2019.
“Baker è una figura chiave per il movimento dei diritti umani in Egitto” commenta all’agenzia Dire Giorgio Caracciolo, ricercatore esperto di Egitto del Danish Institute against torture (Dignity).
“Si tratta dell’avvocato di Alaa Abdel Fattah- continua Caracciolo- e per il suo ruolo di avvocato difensore dei diritti fondamentali, lontano dalla politica e lontano da grandi scene di advocacy internazionale, il suo rilascio significa molto e lascia addirittura sperare all’apertura di nuove porte per mediare con il regime. Staremo a vedere se sia lui che Zaki saranno veramente rilasciati”, conclude. Nessun cenno invece alla liberazione di Alaa Abdel Fattah, in carcere dal 2019, che ha sostenuto uno sciopero della fame di oltre 200 giorni per denunciare le condizioni dei carcerati e i “processi farsa”. Per la sua liberazione si è espresso varie volte anche il Parlamento europeo.
fonte Agenzia DIRE