Gli Elektrobot presentano "Space invaders": la musica è condivisione. L'intervista



ELEKTROBOT è un trio versatile e contemporaneo che sintetizza Elettronica, Synth Pop ed Elettro Pop, in una personale visione di brani iconici degli anni 80, come "Running Up That Hill" di Kate Bush o "State of the Nation" degli Industry.

Maximilian Parolisi, a.k.a. Maximilian, Francesco Preti, a.k.a. Franky Priests e Andrea Ge, a.k.a. A.Ge, portano avanti il loro progetto attraverso remix di elettronica, synthpop, elettropop, sperimentazioni e brani di diversa estrazione dagli anni '80 fino ad oggi. Con voce, synth, basso e batteria, il trio sintetizza un immaginario musicale che è allo stesso tempo nostalgico e innovativo, mettendo insieme sapientemente le influenze del passato con i suoni del presente. Elektrobot è ben più di un progetto di musica elettronica anni ’80, è qualcosa di multimediale in continua evoluzione, non ci sono limiti all’ispirazione, al sound e all’immaginario.

 

L’INTERVISTA

Qual è stato il primo pezzo che avete deciso di incidere e coverizzare?

A.GE_Il primo esperimento è del 2017, con il brano “Dancing With Myself” di Billy Idol, cantato da Glezos Alberganti (produttore di Baccini, Adelmo e i Suoi Sorapis, Marco De  Annuntis etc.). La nostra versione, nata in sinergia con gli Ufo Piemontesi, la band in cui  militava negli anni ‟90, inizialmente era un mashup con “Credi Negli Esseri Umani” di Mengoni suonato in puro stile punk rock. Purtroppo il progetto per problemi interni sfuma  così decidiamo di cambiare rotta editando nuovamente il brano e cantandolo in inglese - come  la  versione  originale  - per  poi  pubblicarlo  su  YouTube.  È qui  che  inizia la collaborazione con Maximilian, che introduce la parte elettronica all’arrangiamento. Per qualche mistero del web il brano ottiene più di 50.000 views e decine di commenti, un  buon successo tenuto conto che non è mai stato sponsorizzato in nessun modo. Nel frattempo sono stati realizzati diversi altri remix che hanno portato dei buoni feedback e il sound è cambiato per andare in una direzione più pop ed elettronica. Quando Glezos ha deciso  di  seguire  altre  strade, ho  voluto  continuare  il  progetto  con  Maximilian coinvolgendolo al 100%. Ora siamo una band con nuove caratteristiche anche grazie alla

personalità  del  ns.  attuale  cantante  Franky, con  cui  abbiamo  già  realizzato  diverso materiale e ci auguriamo veda la luce quanto prima.

Che differenza c’è tra gli anni 80 e il mondo musicale di oggi?

MX: Penso che gran parte della musica del giorno d'oggi sia una scivolata verso l'ignoto,  sebbene  molti bias sonori siano stati presi d'esempio  dagli  anni 80. La musica e  le atmosfere di quei tempi erano ricercate, studiate e si voleva trasmettere qualcosa di forte, anche perché nel mentre, vi era rock ovunque, la buona musica non mancava di certo. Credo sia proprio per questo che si creò un filone che poi prosegui anche negli anni 90 portando  con  se  le  migliorie  e  anche  l'eccesso  dei  sintetizzatori, delle  ritmiche  poi tramutatesi in sonorità dance. Molti artisti pop rock in quegli anni hanno inserito qualcosa  di quei tempi. Quel qualcosa sono i sintetizzatori che hanno creato tutto quello che poi è la musica ‟bella" che ci fa rivivere emozioni e ricordi ogni qualvolta la ascoltiamo. La sostanziale diversità attuale è che la tecnologia è cambiata, migliorata e veloce. Adesso per creare un loop o una traccia bastano pochi minuti e qualche click qua e là... Questo però porta ad avere una mancanza di creatività e fantasia e soprattutto un forte abbassamento della qualità sia del materiale diffuso in rete che del suono. Prima si ricercava per ore quel fraseggio quella nota accoppiata con qualcosa di magico,

adesso premi un tasto e ti fai andare bene un inviluppo di frequenze sciape regalato da un programma  gratuito  sponsorizzato  da  una  piattaforma  musicale.  Sfido  chiunque  ad indossare le cuffie e ad ascoltare un brano anni 80 o 90... e uno attuale, penso non vi sia nemmeno bisogno di spiegare cosa accade. Sono fiducioso del ritorno al passato, ho già sentito qualche artista riutilizzare qualcosa che crea un recall a quei tempi. Per i ragazzi di oggi sembra una novità e sembra anche di loro gradimento. Dopo il ritorno del vinile attendiamo anche la tape, e di nuovo i cd.

Running up that hill è stata scelta dopo aver rivisto il pezzo nelle top mondiali grazie alla serie tv Stranger things o è un pezzo a cui siete affezionati a prescindere?

MX: Il brano è stato scelto da Clara nel periodo della pandemia, le abbiamo chiesto di  selezionare un brano da suonare assieme a noi in streaming, durante le dirette del suo programma „‟Rock Garage‟‟, e la prima versione del nostro rifacimento risale appunto a quel periodo (la trovate ancora online), successivamente la abbiamo registrata in high quality come versione definitiva poco dopo. Ovviamente il tutto è stato fatto molto prima che uscisse la famosa puntata della serie tv. La scelta di farla uscire adesso con un EP è mirata al fatto che quando c'è stato il boom della serie, in tantissimi hanno pubblicato  svariate versioni e ci fu un tormentone con tanto di tempesta di ‟Running..." ovunque. Quindi di comune accordo abbiamo deciso di attendere che le acque si calmassero. Quando abbiamo deciso di farla volevamo portare alla luce il tema trattato dal testo, ci sembrava  molto  attuale  nonostante  fossero  passati  quasi  40  anni  dalla  sua  uscita, essendo poi io un grande amante della musica dei Placebo ho pensato che fosse davvero un brano da riprendere, cogliendo il segnale che anche loro l'avevano già riproposta nel loro stile qualche anno prima. È stata una scelta ottima sia dal punto di vista delle sonorità in cui ci siamo ritrovati al 100%, sia dal punto mediatico, visto il successo che ha avuto la serie televisiva. Nessuno di noi immaginava che quella canzone  sarebbe rientrata in classifica e che i ragazzini di oggi la avrebbero apprezzata ma soprattutto scoperta. È stato un piacere renderla ancora più dark e misteriosa nella nostra versione, perché ci rispecchia molto e questo è attualmente il suono Elektrobot. Speriamo di avere in futuro qualche altra previsione musicale, magari ci risentirete su Netflix.

Avete scelto tutti brani degli anni 80 tranne Something Just like This che è del 2017,  anche se ho letto una dichiarazione dei Chainsmokers in cui dicano che il disco da cui  è  tratto  il brano  suddetto  è  ispirato  ai  Boomtown  rats  di  Geldof...  È  da  considerare una diversione fuori dagli anni 80? O comunque rientra nel mood del disco?

A.GE_ Onestamente non sapevo della dichiarazione dei Chainsmokers, questo brano è una diversione sul tema su cui personalmente ho insistito molto. Dovendo scegliere un numero limitato di tracce per l'EP, volevo far capire da subito che il nostro sound può caratterizzare diverse tipologie di brani pur rimanendo coerente con il concept. Un modo per mostrare la nostra personalità anche in ambito cover e remix.

Progetto prossimo a cui vorreste lavorare? Altre cover o brani vostri?

FP: Abbiamo tanti progetti e idee a cui stiamo lavorando ormai da mesi, in primis stiamo lavorando su dei nostri brani inediti, sui quali stiamo concentrando la maggior parte delle nostre energie. Crediamo molto in questo progetto e speriamo di poter condividere il frutto delle nostre idee e sperimentazioni al più presto con il grande pubblico. Allo stesso tempo portiamo avanti la realizzazione e la finalizzazione di nuove cover, poiché anche da esse prendiamo spunto per  creare  quello che è  il nostro sound,  ed anche  perché stiamo programmando il nostro show live che sicuramente includerà sia i nostri inediti che le cover. Pensiamo che le cover, soprattutto per gli ascoltatori italiani siano un passaggio fondamentale per cominciare a farsi conoscere, per poi riuscire a condividere al meglio quelle che sono le nostre idee, il nostro sound ed il messaggio che vogliamo portare alle

orecchie  dei  nostri  ascoltatori  con  gli  inediti.  Tornando  al  nostro  live  show,  stiamo cercando di strutturare uno spettacolo immersivo a 360°, uno spettacolo unico ricco di suoni, immagini, video, giochi di luci, al fine di fare entrare l’ascoltatore ancora di più in  quello che è il nostro mondo.

Che ruolo ha avuto Clara nel making of del disco?

A.GE_ Clara aveva una visione chiara del progetto Elektrobot sin dall'inizio, da quando cioè ci ha invitato nelle sue dirette web durante il periodo del lock down. Il suo apporto è stato fondamentale non solo in veste di produttore esecutivo e label manager, offrendoci un’opportunità ma anche come produttore artistico, conferendo più originalità all'intero progetto. Era indispensabile per noi avere un orecchio esterno, esperto che valorizzasse al meglio il nostro sound evitando che fosse tutto banale e scontato. Clara più di chiunque altro, è stata la chiave giusta curando diversi dettagli anche di immagine. Personalmente con lei ho un rapporto di proficua collaborazione che dura da diversi anni e quest’ultimo lavoro ha ulteriormente rafforzato la fiducia e stima professionale che nutro nei suoi

confronti.

Vista la proposta musicale dal vivo penso che potreste avere spazio anche fuori dall’Italia...anzi..  forse  più  all’estero,  vista  la  pochezza  dei  club  e  locali  del  bel paese...

FP: Purtroppo l’Italia non sta passando un bel momento per quanto riguarda la musica dal vivo nei club e sappiamo che il nostro prodotto può risultare un po' particolare. Ma siamo italiani e vorremmo sicuramente partire da qui per promuovere quella che è la nostra musica e quello che sarà il nostro live show. Noi sicuramente daremo il massimo per cercare di suonare il più possibile nel nostro territorio ma allo stesso tempo siamo pronti e speranzosi di poter portare la nostra musica anche oltre i confini nazionali. La musica è condivisione e pensiamo che il modo migliore per condividere tutto questo sua suonare dal vivo, vedere persone, trasmettere la nostra energia, e più persone si incontrano, in Italia e all'estero, più ricca sarà la nostra esperienza, sperando lo sia anche quella di chi ci ascolta.

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