COME RECUPERARE BENESSERE PSICOLOGICO DOPO UN INTERVENTO CHIRURGICO. Intervista ad Adelia Lucattini

 


FASI DEPRESSIVE DOPO GLI INTERVENTI CHIRURGICI: ECCO COME RECUPERARE BENESSERE PSICOLOGICO. Ne parliamo con Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell'International Psychoanalytical Association.

Intervista di Marialuisa Roscino

Dott.ssa Lucattini, perché gli interventi chirurgici spesso mettono ansia?

Tutti gli interventi chirurgici sono traumatici, generano ansia e preoccupazione anche perché inconsciamente associati all’idea della malattia. Inoltre, ogni ferita nel corpo è sempre anche una ferita nella mente. Questo perché il “Sé”, una funzione mentale di grande importanza per il buon funzionamento psichico, coincide ed ha una sua rappresentazione nella pelle e ogni intervento chirurgico implica un’incisione cutanea. L’altro aspetto traumatico è l’anestesia, se generale implica una perdita di controllo sulla realtà, se epidurale o locale implica una “partecipazione” passiva all’intervento con un senso di estraneità disturbante o che può disorientare.

Come è possibile gestire l'ansia da intervento chirurgico? E come vincere in certi casi, proprio la paura di affrontare un intervento?

Innanzitutto, sapere che è una reazione naturale l’essere tesi o preoccupati. È sempre utile parlare a lungo con il medico a cui ci si affida e avere spiegazioni chiarificatrici, sia sull’intervento che sul periodo post-operatorio. Per vincere la paura, anche quando non è eliminabile come sensazione, è avere un progetto di recupero della salute e cognizione dei tempi necessari per la guarigione. Per la chirurgia estetica, quando necessaria, può aiutare il pensiero, che vi sarà un avvicinamento tra l’immagine corporea interiorizzata e il proprio corpo.

Secondo la Sua esperienza, ci sono in particolare modo, interventi chirurgici che possono generare traumi psicologici se non  affrontati nei tempi giusti?

In primis, quelli associati ad un trauma fisico, poiché inatteso e inaspettato, e per il passaggio repentino da una condizione di salute ad uno stato di malattia. In secondo luogo, quelli necessari per malattie già diagnosticate, ancor più se clinicamente severe. Comunque, tutti gli interventi spaventano, poiché impattano sull’istinto di autoconservazione e inconsciamente sono vissuti come un’aggressione, anche se nella realtà non è così, anzi, è una cura. Prepararsi mentalmente per tempo, abbassa i livelli d’ansia prima dell’intervento, motiva ad attendere i tempi naturali della ripresa e a partecipare attivamente seguendo le indicazioni dei curanti.

Come ci si sente da un punto di vista emotivo? Quali sono gli aspetti psicologici dell'ospedalizzazione?

È frequente sentirsi infantilizzati, dipendenti, invasi da fantasie negative o illusioni salvifiche. L’ospedalizzazione genera di solito un po’ di ansia, poiché l’ospedale è percepito come un ambiente “esterno dalla propria vita quotidiana”,  dove c’è poco o nulla di familiare. Nonostante i colori tranquillizzanti (verde, azzurro, colori pastello) pensati ad hoc, è comunque vissuto come straniante. Naturalmente viverlo da pazienti non è la stessa cosa di come viverlo da sanitario, un medico o un infermiere frequenta e vive l’ospedale fin dalla propria formazione universitaria e impiega anni di studio attraverso cui oltre le materie curriculari, è previsto un training di familiarizzazione con l’ambiente.

Dott.ssa Lucattini, come è possibile  riprendersi  rapidamente dopo un intervento chirurgico? 

La natura e le cure devono fare il loro corso, i tempi del corpo sono dettati dalle capacità riparatrici dell’organismo insieme alle cure mediche specifiche ricevute. Da un punto di vista psicologico, è necessario un sostegno emotivo in un momento che per definizione è di maggior vulnerabilità e un appoggio alla razionalità attraverso la comprensione di quello che sta accadendo. Inoltre, avere una prospettiva temporale, aiuta a contenere le ansie e a pensarsi realisticamente nel futuro.

Quanto tempo generalmente ci vuole per riprendersi, anche da un punto di vista psicologico dopo un intervento chirurgico?

Varia da intervento a intervento. Senz’altro, sono fattori determinanti la riduzione del dolore e il constatare un miglioramento clinico. Anche i tempi di guarigione delle cicatrici hanno un ruolo specifico, poiché rispecchiano i tempi di cicatrizzazione e riparazione della ferita psichica, emotiva e inconscia.

Quali sono, in particolare, i bisogni di un bambino ospedalizzato?

Innanzitutto, la vicinanza di un familiare del padre o della madre che si possono stargli costantemente accanto e prendersi cura affettivamente del bambino, la riduzione o l’azzeramento del dolore e un ambiente ospedaliero il più possibile accogliente, in modo da non apparire troppo estraneo. I bambini ospedalizzati hanno molta paura, poiché temono l'abbandono, hanno paura di perdere i genitori e i fratelli, di “perdersi”, di morire. È noto che i bambini quando stanno molto male fisicamente, sono meno agitati del solito, poiché paralizzati dal dolore fisico e perché spaventati. È quindi  fondamentale rassicurarli e non lasciarli mai da soli.

Come è possibile a Suo avviso, aiutare un bambino a superare un trauma post-intervento chirurgico?

I bambini ospedalizzati sviluppano spesso dei disturbi depressivi già nell'infanzia proprio perché sottoposti a trattamenti medici necessari per salvare loro la vita, iniezioni, prelievi e interventi chirurgici. In questi casi, è importante comprenderne in modo tempestivo  il loro disagio e indirizzarli verso una psicoanalisi infantile da soli o con i familiari per superare l'evento traumatico. Se ciò non accadrà, prima o poi il disagio psicologico si manifesterà, a scuola, in famiglia e nelle attività sociali.

Quali consigli si sente di dare a chi deve affrontare in prima persona un intervento o ai genitori di bambini che devono operarsi?

-Agli adulti essere consapevoli che ogni intervento chirurgico implica una reazione depressiva e un abbassamento delle difese psicologiche;

-Chiedere dettagliate spiegazioni sull'intervento, sul decorso post-chirurgico e sui tempi di recupero;

-Non avere timore a rivolgersi a uno psicoanalista quando si avverta una particolare fatica psicofisica e diminuzione di attenzione concentrazione, sul lavoro e nelle normali attività quotidiane, nonostante una buona guarigione clinica;

-Se la patologia che ha richiesto l'intervento è severa o se c'è stato un trauma fisico, è indispensabile un sostegno psicologico fin da subito, dal momento della diagnosi o immediatamente dopo l'intervento.

Per i genitori di bambini che vengono in ospedalizzati:

-Sapere che questo, potrà provocare delle reazioni depressive nei loro figli e anche sintomi depressivi importanti proporzionali alla gravità della malattia e alla lunghezza del ricovero;

-È importante un'assistenza assidua una presenza costante durante il ricovero, molta pazienza e attenzione dopo la dimissione;

-In ogni caso, è opportuno che il bambino faccia dei colloqui con uno psicoanalista infantile insieme ad una terapia di sostegno anche per sé stessi, poiché quando i propri bambini stanno male, questo è sempre fonte di sofferenza e stress per i genitori, anche quando capaci di grande forza e coraggio.

 

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