Maria Concetta Borgese: nelle mie poesie l'amore nelle sue diverse sfaccettature. L'intervista



Intervista di Andrea Giostra.
Ciao Maria Concetta, benvenuta e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori che volessero sapere di te quale scrittrice e poeta?

Sono nata a San Pier Niceto un piccolo comune, in zona collinare, della provincia di Messina, vicino Milazzo. Era il comune di origine di mio padre. A quel tempo lui svolgeva le funzioni di commissario della Polizia di Stato presso la questura di Pistoia. Ho trascorso la prima infanzia e iniziato le scuole elementari in Alto Adige e poi siamo arrivati a Palermo dove ho fatto tutti i miei studi, Liceo classico G. Meli e facoltà di Chimica, un percorso formativo diviso tra studi classici e scientifici. Sin da quando ero molto giovane ho scritto, pensieri, riflessioni e anche poesie, ma la maggior parte sono andate perdute. Per molto tempo ho lasciato nel cassetto questa mia passione ma negli ultimi anni l’ho riscoperta.

Chi è invece Maria Concetta Donna al di là della sua passione per la scrittura, per la letteratura, per la poesia e la lettura? Cosa puoi raccontarci di te e della tua quotidianità?

Sono un chimico, nei primi anni dopo la laurea ho insegnato chimica e merceologia negli istituti tecnici e scienze e matematiche nelle scuole Medie. Successivamente, quale vincitore di concorso, ho iniziato a svolgere le funzioni di chimico alle dipendenze dell’allora Ministero dell’agricoltura e della foreste. Ormai dal 2020 sono collocata a riposo, ma continuo ad occuparmi di normativa ed etichettatura degli alimenti, con particolare riguardo all’olio di oliva. Ho partecipato e partecipo come docente a corsi su normativa alimentare. Dal 2021 svolgo le funzioni di Consigliere dell’Ordine interprovinciale dei chimici e fisici della Sicilia, e da quest’anno di componente del comitato di assaggio per la certificazione degli oli istituito presso l’IRVOS, a Palermo. Sono madre di due ragazzi ormai adulti, il maggiore, Dario, compie 36 anni il 28 aprile ed il minore, Ruggero, 29 anni il 4 maggio. Ruggero è autistico e quindi è un grande impegno per me. Il mio obiettivo è che lui riesca ad essere soddisfatto e anche felice in relazione alle sue possibilità e capacità. Certamente l'impegno è quello di cercare di fargli acquisire conoscenze, competenze ed autonomia, ma ciò senza che tutto diventi stressante per lui ed anche per i familiari.

Qual è il tuo percorso accademico, formativo, professionale ed esperienziale che hai seguito e che ti ha portato a fare quello che fai oggi nel vestire i panni della scrittrice e poeta?

Il mio percorso di studi, come ho già detto, è stato di contenuti classici fino al liceo e poi un percorso universitario di contenuti scientifici (chimica). Ho comunque continuato a leggere classici della letteratura sia italiana che straniera. In verità, ho sempre scritto, sull’onda emozionale, annotando le mie sensazioni, emozioni, riflessioni, versi su fogli volanti, a volte su agende o altro, ma non avevo mai pensato di raccoglierli in un libro. Quindi posso affermare che quanto ho prodotto è assolutamente da autodidatta. Infatti non ho seguito corsi di scrittura poetica o scrittura in genere, tranne quelli previsti dalla mia amministrazione di appartenenza per gli atti amministrativi, che comprendevano negli argomenti anche la scrittura creativa.

Come nasce la tua passione per scrittura, per la poesia e per i libri? Chi sono stati i tuoi maestri e quali gli autori che da questo punto di vista ti hanno segnato e insegnato ad amare i libri, le storie da scrivere e raccontare, la lettura e la scrittura?

Credo che alla formazione soggettiva, contribuiscono un po’ tutti gli autori a cui ci si avvicina, i testi che si leggono. Vorrei solo citare una delle espressioni attribuita a Cicerone: “Sine libris cella, sine anima corpus est“ (una stanza senza libri è come un corpo senza anima) che testimonia l'importanza che avevano per lui i libri (definiti anche cari e fedeli amici) e quindi anche la conoscenza e la lettura. I libri letti, tutti, contribuiscono all'obiettivo, a renderci quelli che siamo e a realizzare ciò a cui aspiriamo. Comunque, ci sono degli autori che mi hanno particolarmente appassionato. Tra gli autori del passato come non citare il padre Dante, o Ugo Foscolo col suo concetto di bellezza universale cui tende l'uomo, la terra natia, l'esule. Per il secolo scorso, invece, i poeti crepuscolari o ancora i poeti ermetici, ed ancora Pablo Neruda di cui non conosco molto o la contemporanea  Alda Merini.

Ci parli dei tuoi ultimi libri, “E nulla più” e “Me and Them: Love, Sensuality & Eroticism” in versione inglese? Come nascono, qual è l’ispirazione che li ha generati, quale il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale le storie che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?

Nel 2021 ho partecipato al Primo Premio Mochi da Montevarchi con la poesia “E nulla è più …” che è risultata vincitrice del concorso. Il premio previsto era la pubblicazione di una silloge e, quindi, ho riordinato e raccolto le liriche che al momento non erano ancora state pubblicate nel precedente libro “Il mio tempio” e che potevo inserire perché non partecipanti a concorsi e, così, è nato “E Nulla è più”. La pubblicazione però ha subito notevole ritardo e così la silloge è stata pubblicata da Edizioni La Notizia nell’ottobre 2022. Attualmente è candidata al Primo Premio Strega 2022 – 2023. “Me and Them” e la versione italiana “Io e loro” invece è stato un progetto ideato da me Antonello Di Carlo e Sabrina Morelli. È un libro che raccoglie poesie d'amore di tutti e tre ciascuno da un proprio punto di vista: amore spirituale, esistenziale, erotismo come componente imprescindibile dell'amore.

Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre li scrivevi?

Gli argomenti trattati nelle mie poesie sono vari e variegati, sono amore, desiderio, passione, ma anche speranza, disincanto, delusione, tristezza e gioia, esistenza, esistenzialismo. L’amore è visto nelle sue diverse sfaccettature, amore verso l’uomo, verso il figlio, verso il genitore, verso la propria terra o la natura. Così troviamo poesie ispirate all’uomo, il compagno o un amore del passato, giovanile, a me stessa, nelle varie emozioni che si susseguono, al figlio, al padre, alla madre, alla donna nella sua essenza.

Tu, Maria Concetta, hai scritto altri libri? Ci parli delle tue opere? Quali sono, come sono nate, quale il messaggio che contengono? Insomma, raccontaci delle tua attività letteraria, sia poetica che dei romanzi.

La prima silloge “Il Mio tempo” è nata un po’ per casualità. Ho riordinato e raccolto in unico file al computer le poesie disperse tra fogli sparsi, appunti, ed agende. In un secondo momento ho pensato di fare una pubblicazione associando alle mie liriche le immagini di alcuni acquarelli dipinti da mio figlio Ruggero che potessero essere in sintonia con le parole (ascoltando il cuore, colorando i pensieri) è il tema conduttore del libro. Come le parole danno voce al cuore, così i colori esprimono le sensazioni ed i pensieri. La finalità è quella dell’integrazione, dell’interazione delle varie forme di comunicazione. La silloge il Mio tempo è risultata vincitrice del X Premio Arenella Città di Palermo, e voglio qui riportare la motivazione perché ritengo che in essa sia espresso il messaggio che è il fondamento delle mie poesie. “… la silloge di Maria Concetta Borgese “Il mio tempio” è efficace rappresentazione in forma lirica, di sentimenti, valori aspirazioni e disagi che la poesia riesce ancora ad esprimere, quando compiutamente, come nel caso della Borgese, si pone a fondamento una visione del mondo e della vita che è anelito di speranza e misura di sincero umanesimo, con esiti di pura essenzialità e chiarezza”. La seconda Silloge “E nulla è più”, come già detto, raccoglie liriche sia composte successivamente alla pubblicazione di “Il mio Tempo” sia già esistenti e riporta anche essa in copertina e all’interno alcune immagini di acquarelli di Ruggero. Il prossimo anno ritengo che sarà completare una nuova raccolta di poesie.

Il 2 giugno 2015, con decreto del Presidente della repubblica, sei stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”. Come è stato ricevere questo straordinario riconoscimento? Cosa hai provato, cosa è cambiato nella tua vita, se è cambiato qualcosa, cosa ti ha dato che non avevi prima di essere insignita e cosa invece è rimasto com’era? Insomma, raccontaci le tue emozioni e quello che vuoi condividere con noi rispetto a questa grande emozione.

È stata per me una grande emozione e soddisfazione, essere insignita dell’onorificenza di “Cavaliere Al Merito della Repubblica Italiana”. La cerimonia si è svolta alla presenza del Prefetto di Palermo e del Sindaco di Palermo Prof. Leoluca Orlando, il 2 giugno 2016 nel corso della celebrazione del 70° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana. Al servizio dello Stato, svolgendo i compiti per cui ero chiamata, sono stata insignita di questa onorificenza sia per l'impegno nella mia attività istituzionale, sia per l'impegno in attività di carattere sociale. In quel momento ho sentito ancor di più l'orgoglio di appartenere alla nostra bellissima nazione. Sono fiera di aver ricevuto questo alto riconoscimento, però questo evento non ha cambiato quella che ero prima, che sono stata dopo e sono adesso; sono sempre la stessa persona.

Una domanda difficile, Maria Concetta: perché i nostri lettori dovrebbero comprare i tuoi libri? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarli.

Ritengo che una cosa importante sia la curiosità di conoscere quello che i miei testi trattano, la curiosità di conoscere la Maria poetessa. Per me la poesia nasce dall'ispirazione dall' emozione dell'istante, dall'attimo che fugge e i versi fissano quel momento, quell' emozione, quell'istante. Io paragono una poesie ai quadri dei pittori impressionisti, come i pittori rappresentano su tela quella particolare immagine, quell’istante, quel tramonto ecc…, così i versi di una poesia descrivono quel particolare stato d’animo, emozione o sentimento, che dall’ esperienza personale diviene universale proprio attraverso la poesia. Ritengo che la poesia sia un modo diretto, breve che deve giungere immediata al cuore e alla mente di chi legge, che deve generare dubbi, domande e poi anche certezze e risposte. Deve essere un mezzo per un analisi introspettiva, ma anche un mezzo per mettere le ali e volare. Quindi penso che i potenziali lettori possano essere tutti, tutti coloro che amano leggere versi.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare le tue opere letterarie? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?

Vorrei ringraziare tutti gli amici, gli scrittori ed i poeti che mi hanno supportato e motivato nel mio percorso (alcuni li indicherò successivamente), ma anche le diverse giurie che, nei relativi concorsi, mi hanno attribuito premi, menzioni, medaglie ed altro, contribuendo in tale modo ad incentivare l’idea di future pubblicazioni.

Voglio inoltre ringraziare gli editori che hanno curato la pubblicazione dei miei scritti, per "Il mio Tempo” Giovanni Serradifalco di Serradifalco Edizioni, per “E nulla è più” Calogero Cordaro di Edizioni la Notizia, per “Me and Them “ ed “Io   e loro” Ayo Guttierrez di  GMGA book Publishing, ma, per questi ultimi due, soprattutto il Dott. Antonello Di Carlo della Di Carlo Edizioni che ha curato la traduzione delle liriche in lingua inglese per redigere “Me and them”.

«… mi sono trovato più volte a riflettere sul concetto di bellezza, e mi sono accorto che potrei benissimo (…) ripetere in proposito quanto rispondeva Agostino alla domanda su cosa fosse il tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so.”» (Umberto Eco, “La bellezza”, GEDI gruppo editoriale ed., 2021, pp. 5-6). Per te cos’è la bellezza? La bellezza letteraria, della poesia e della scrittura in particolare, la bellezza nell’arte, nella cultura, nella conoscenza… Prova a definire la bellezza dal tuo punto di vista. Come si fa a riconoscere la bellezza secondo te?

La bellezza è un concetto che ci porta a pensare a qualcosa di effimero, ad un fiore che sfiorisce, ad un bel viso che perde freschezza, invece, la bellezza nell'arte, che sia pittura, scultura, letteratura o poesia, è l'esatto contrario, è qualcosa che sfida il tempo e permane, che riesce a dare sempre emozioni uniche, nuove e perenni. “La bellezza è l’eterno ammaliante”.

 «Appartengo a quella categoria di persone che ritiene che ogni azione debba essere portata a termine. Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo.» (Giovanni Falcone, “Cose di cosa nostra”, VII ed., Rizzoli libri spa, Milano, 2016, p. 25 | I edizione 1991). Tu a quale categoria di persone appartieni, volendo rimanere nelle parole di Giovanni Falcone? Sei una persona che punta un obiettivo e cerca in tutti i modi di raggiungerlo con determinazione e impegno, oppure pensi che conti molto il fato e la fortuna per avere successo nella vita e nelle cose che si fanno, al di là dei talenti posseduti e dell’impegno e della disciplina che mettiamo in quello che facciamo?

Sono una persona che cerca di portare a termine, quanto più possibile, l'obiettivo che si è prefissato, affronta le difficoltà e cerca di trovare le idonee soluzioni. La vita mi ha posto dinnanzi a grandi difficoltà, e, che sia il fato o altro, ho sempre cercato di osservare, analizzare e andare avanti, di programmare e trovare la modalità per contrastare gli eventi contrari e, possibilmente, iniziare nuovi percorsi che siano più favorevoli. Il successo è legato al talento non alla fortuna di un momento. Il talento rimane, il fato e la fortuna possono mutare, svanire.

«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Qualche secolo dopo Marcel Proust dice invece che: «La lettura, al contrario della conversazione, consiste, per ciascuno di noi, nel ricevere un pensiero nella solitudine, continuando cioè a godere dei poteri intellettuali che abbiamo quando siamo soli con noi stessi e che invece la conversazione vanifica, a poter essere stimolati, a lavorare su noi stessi nel pieno possesso delle nostre facoltà spirituali. (…) Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, sMaria Concetta  libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905 | In italiano, Marcel Proust, “Del piacere di leggere”, Passigli ed., Firenze-Antella, 1998, p.30). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto, come dice Cartesio, oppure è “ricevere un pensiero nella solitudine”, ovvero, “leggere sé stessi” come dice Proust? Dicci il tuo pensiero…

Secondo me una affermazione non esclude l'altra, dipende dalla lettura, dall'argomento, da quanto quello che si legge ci possa appartenere, possa essere in parte presente in noi. Spesso ci si immedesima nel protagonista di un romanzo e si comparano, si condividono le emozioni, oppure si può analizzare con occhio estraneo quanto accade, perché è una esperienza che non appartiene al nostro immaginario. Si può anche pensare di dialogare con l'autore, se il testo è introspettivo, ha risvolti sociologici o filosofici.

«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano. Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso così.» (Ben Pleasants, The Free Press Symposium: Conversations with Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October 31-November 6, 1975, pp. 14-16.) Secondo te perché un romanzo, un libro, una raccolta di poesie abbia successo è più importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o meno originale, armonico, musicale, accattivante per chi legge), volendo rimanere nel concetto di Bukowski?

Anche in questo caso una affermazione non esclude l'altra. Comunque prioritari sono la trama, gli argomenti trattati. Sia esso un romanzo o una poesia, a mio avviso, devono interessare, trasmettere qualcosa al lettore, emozioni, pensieri, riflessioni. Devono essere, comunque, comprensibili per chi legge; questo è uno dei principi per cui uno scritto ha una valenza educativa, diviene universale e riscuote consensi, successo. Ovviamente se gli scritti utilizzano un linguaggio accattivante, o musicale potrebbero essere meglio apprezzati, ma potrebbe, anche, accadere che la sfera dei destinatari si restringa ai cultori di stile e forma.

«Direi che sono disgustato, o ancor meglio nauseato… C’è in giro un sacco di poesia accademica. Mi arrivano libri o riviste da studenti che hanno pochissima energia… non hanno fuoco o pazzia. La gente affabile non crea molto bene. Questo non si applica soltanto ai giovani. Il poeta, più di tutti, deve forgiarsi tra le fiamme degli stenti. Troppo latte materno non va bene. Se il tipo di poesia è buona, io non ne ho vista. La teoria degli stenti e delle privazioni può essere vecchia, ma è diventata vecchia perché era buona … Il mio contributo è stato quello di rendere la poesia più libera e più semplificata, l’ho resa più umana. L’ho resa più facile da seguire per gli altri. Ho insegnato loro che si può scrivere una poesia allo stesso modo in cui si può scrivere una lettera, che una poesia può perfino intrattenere, e che non ci deve essere per forza qualcosa di sacro in essa.» (Intervista di William Childress, Charles Bukowski, “Poetry Now, vol. 1, n.6, 1974, pp 1, 19, 21.). Tu da poeta cosa ne pensi in proposito? Ha ragione Bukowski a dire queste cose? Cosa è oggi la poesia per te, riprendendo il pensiero di Bukowski?

Certamente la poesia non è solo metrica o rispetto delle rime, è importante il messaggio, le considerazioni contenute o le emozioni i sentimenti evocati, trasmessi, in modo esplicito o implicito. Nella storia della poesia molti hanno scritto liriche di rara bellezza, in versi sciolti senza utilizzare metrica o schemi. Come ho scritto nell’introduzione alla mie sillogi: “La poesia è ispirazione dell’attimo che fugge e racconta la vita, l’amore, la solitudine, il dolore e la gioia, in modo più o meno diretto, senza troppi giri di parole. La Poesia è emozione pura che viene espressa e trasmessa. È ciò che va oltre le convenzioni e parla al cuore. Attrae la mente, sviscera le parti più remote dell’anima e le manifesta. La Poesia è ardore, coraggio di mostrare il proprio io senza veli. La Poesia è storia di vita, esperienza senza luogo e senza tempo; è tutto quello che tutti possono comprendere”.

«Il ruolo del poeta è pressoché nullo… tristemente nullo… il poeta, per definizione, è un mezzo uomo – un mollaccione, non è una persona reale, e non ha la forza di guidare uomini veri in questioni di sangue e coraggio.» (Intervista ad Arnold Kaye, Charles Bukowski Speaks Out, “Literary Times”, Chicaco, vol 2, n. 4, March 1963, pp. 1-7). Qual è la tua idea in proposito rispetto alle parole di Bukowski? Cosa pensi del ruolo del poeta nella società contemporanea, oggi social e tecnologica fino alla esasperazione? Oggi al poeta, secondo te, viene riconosciuto un ruolo sociale e culturale, oppure, come dice Bukowski, fa parte di una “élite” di intellettuali che si autoincensano reciprocamente, una sorta di “club” riservato ed esclusivo, senza incidere realmente nella società e nella cultura contemporanea?

La globalizzazione spesso, per alcuni soggetti, può avere come conseguenza l'uniformarsi ad un prototipo, non percepire più sostanziali differenze. La poesia può essere un antidoto contro questo fenomeno, può incidere nell'animo e nel pensiero per riportare l'uomo alle sue emozioni primordiali, agli slanci, alla fantasia. Può far percepire il bello nella descrizione di un tramonto, che si deve immaginare, in uno sogno non svelato, in un desiderio custodito nel cuore. Pertanto non ritengo sia destinata solo ad una élite di intellettuali ed auspico che sempre più vi siano lettori ed anche poeti. Non è un caso il proliferare di concorsi, premi e gare poetiche.

«Io vivo in una specie di fornace di affetti, amori, desideri, invenzioni, creazioni, attività e sogni. Non posso descrivere la mia vita in base ai fatti perché l’estasi non risiede nei fatti, in quello che succede o in quello che faccio, ma in ciò che viene suscitato in me e in ciò che viene creato grazie a tutto questo… Quello che voglio dire è che vivo una realtà al tempo stesso fisica e metafisica…» (Anaïs Nin, “Fuoco” in “Diari d’amore” terzo volume, 1986). Cosa pensi di queste parole della grandissima scrittrice Anaïs Nin? E quanto l’amore e i sentimenti così poderosi sono importanti per te e incidono nella tua scrittura, nella tua arte e nel tuo lavoro?

Le parole di Anaïs Nin descrivono in modo eccelso il momento della creazione, quando lo scrittore, poeta ecc., si estranea dal contesto contingente e si proietta in quello in cui vive la sua esperienza creativa, immaginario, univoco ed universale al tempo stesso. Lì si concretizzano emozioni, sentimenti esperienze e prendono vita. L'amore è quello cui aspira ciascun essere umano, che sia verso un uomo, un fratello, un genitore, un figlio, il prossimo, la natura o Dio, è l'amore che governa le emozioni ed è l'inizio ed il fine ultimo dell'esistenza umana.

«Lasciate che vi dia un suggerimento pratico: la letteratura, la vera letteratura, non dev’essere ingurgitata come una sorta di pozione che può far bene al cuore o al cervello – il cervello, lo stomaco dell’anima. La letteratura dev’essere presa e fatta a pezzetti, sminuzzata, schiacciata – allora il suo squisito aroma lo si potrà fiutare nell’incavo del palmo della mano, la potrete sgranocchiare e rollare sulla lingua con gusto; allora, e solo allora, il suo sapore raro sarà apprezzato per il suo autentico calore e le parti spezzate e schiacciate si ricomporranno nella vostra mente e schiuderanno la bellezza di un’unità alla quale voi avrete dato qualcosa del vostro stesso sangue» (Vladimir Nabokov, “Lezioni di letteratura russa”, Adelphi ed., Milano, 2021). Cosa ne pensi delle parole di Nabokov a proposito della lettura? Come dev’essere letto un libro, secondo te, cercando di identificarsi liberamente con i protagonisti della storia, oppure, lasciarsi trascinare dalla scrittura, sminuzzarla nelle sue componenti, per poi riceverne una nuova e intima esperienza che poco ha a che fare con quella di chi l’ha scritta? Qual è la tua posizione in merito?

Sminuzzare nelle piccole parti per poi avere un ritorno di sensazioni nuove e personali è assimilabile alle tecniche di degustazione, quindi descrivendo questa sequenza Vladimir Nabokov invita chi legge a degustare lo scritto per avere un ritorno di emozioni personali, legate al soggetto che legge, non allo scritto letto. È una visione accattivante della lettura, ma ciò, però, non esclude che il lettore, oltre a sviscerare il testo, possa anche identificarsi con le vicende narrate per vivere una sua personalissima esperienza, vestendo i panni del protagonista, immaginando, e provando le sue soggettive emozioni.

Se per un momento dovessi pensare alle persone che ti hanno dato una mano, che ti hanno aiutato significativamente nella tua vita professionale e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che avrai vissuto, che sono state determinanti per le tue scelte professionali e di vita portandoti a prendere quelle decisioni che ti hanno condotto dove sei oggi, a realizzare i tuoi sogni, a chi penseresti? Chi sono queste persone che ti senti di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?

Per quanto riguarda le scelte di vita e professionali, innanzi tutto penso a mio padre che con la sua esperienza di vita, il suo coraggio e la sua determinazione, la sua lealtà ed onestà, mi ha insegnato a lottare, combattere, non demordere, e a non abbandonarmi agli eventi e mi ha reso la donna che sono. Poi, il pensiero va ai miei figli che sono il futuro, la motivazione, l’obiettivo per cui andare avanti e superare gli ostacoli, le difficoltà. Invece, per quanto riguarda la mia passione per gli scritti il pensiero va ad alcuni cari amici, alla mia compagna di liceo Eliana Calandra, già direttrice dell'archivio storico di Palermo, all'amico, poeta ed editore Antonello Di Carlo, all'amica scrittrice e poetessa Sabrina Morelli e all'amico psicologo, criminologo e scrittore Andrea Giostra, che mi hanno, supportato ed onorato della loro preziosa considerazione.

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo della tua scelta.

Sarò anacronistica ma credo che, innanzi tutto, ciascuno dovrebbe aver letto alcuni dei testi classici delle letterature come per esempio i Malavoglia o Guerra e pace o Alla ricerca del tempo perduto. Consiglierei qualche testo di Pirandello per esempio “Uno nessuno e centomila” con il tema dell’essere o apparire e l’enigma della verità che in assoluto non esiste perché appartiene ad ogni soggetto. Vorrei citare, anche, di un altro autore, siciliano, Leonardo Sciascia “Il giorno della civetta” primo libro in cui si parla, per la prima volta, con lucidità, della mafia e delle sue infiltrazioni nel tessuto sociale. Ed ancora, Alberto Moravia con “Gli indifferenti” che descrive tutte le patologie della società borghese che appare inautentica, convenzionale, falsa, sdoppiata tra quello che ognuno pensa e come, invece, opera. Infine auspico che possano leggere le mie sillogi e, ancora, “Appuntamento sull'Oder”, un romanzo autobiografico ambientato in un contesto storico, scritto da mio padre, Francesco Borgese, di prossima pubblicazione di cui, come ho già anticipato, ho curato l'editing insieme al Dott. Di Carlo della Di Carlo Edizioni. 

Ti andrebbe di consigliare ai nostri lettori tre film da vedere? E perché secondo te proprio questi?

Per quanto riguarda i film consiglierei, uno tra i gli ultimi che ho visto, “Elvis” candidato a numerosi Oscar che descrive le debolezze, le stravaganze e la vita del grande singer che ha segnato un epoca. Poi vorrei consigliare “La vita è bella” con un grande Roberto Benigni nei panni del protagonista che, anche in un lager, con lo spettro della morte che aleggiava, riusciva a dare al figlio una speranza di salvezza, un desiderio di riscatto e la gioia di vivere. Come non pensare, poi, a Titanc, un classico, dove l'amore è il protagonista di questa grande tragedia. Ed infine mi sovviene il Padrino parte II dove si evidenziano la tragedia umana, le crisi di coscienza e personali di uno spietato boss, anche se, per comprendere la seconda parte è necessaria e prodromica la visione del Padrino parte I, con un eccelso Marlon Brando. 

Ci parli dei tuoi imminenti e prossimi impegni culturali e professionali, dei tuoi lavori in corso di realizzazione? A cosa stai lavorando in questo momento? In cosa sei impegnata che puoi raccontarci?

Al momento il mio interesse è focalizzato sulla partecipazione della mia silloge “E nulla è più al “Primo Premio Strega di poesia” di cui si conosceranno i finalisti il prossimo 19 maggio. Ho in programma di pubblicare prossimamente sia in lingua inglese che francese le mie sillogi “Il Mio Tempo” e “E nulla è più”. Con la seconda in lingua inglese “And nothing is more” ho ottenuto il primo posto ex equo al “Premio Litterae Fiorentinae”. Oltre alla partecipazione a diversi concorsi di cui non conosco ancora l'esito, ho in programma la partecipazione al “Roma Expo Art and Book 2023” un importante evento che si terrà a Roma, nel mese di settembre, in un open space all' interno della Stazione Tiburtina. Inoltre, sto seguendo e curando la pubblicazione di “Appuntamento sull'Oder” il romanzo di mio padre. Infine vorrei completare una nuova raccolta di poesie dal titolo, presumibilmente, “Nirvana”, ancora incompleta. Con parte di questa nuova raccolta ho partecipato, nelle sezioni inediti, sia al “Premio Luca Romano” che al “Premio Litterae Fiorentinae” ottenendo rispettivamente la Menzione Speciale e il Premio del Presidente della Giuria.

Dove potranno seguirti i nostri lettori?

Chi volesse leggere di me e conoscermi meglio può digitare il mio nome su Google e troverà informazioni sia sulla mia attività professionale di chimico (interviste partecipazioni a convegni ecc..) sia la pagina Facebook, https://www.facebook.com/mariaconcetta.borgese, e il minisito personalizzato di poeti e poesia. https://autori.poetipoesia.com/minisiti-maria-concetta-borgese/.

Potrà anche vedere un video ascoltando la poesia “Il mio tempo”. Sono, anche, presente in diversi gruppi poetici di Facebook tra cui “L’isola della poesia” e “Di Carlo Edizioni Live”. Inoltre, sono presente su Instagram e LinkedIn.

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa breve intervista?

Spero che le mie argomentazioni siano state esaustive, che abbiano contribuito a dare una immagine di me e dei testi da me scritti che possano suscitare interesse e curiosità e possano incontrare il gradimento di chi vorrà leggerli.

 

Maria Concetta Borgese

https://www.facebook.com/mariaconcetta.borgese.5

https://autori.poetipoesia.com/minisiti-maria-concetta-borgese/

 

I libri:

Maria Concetta Borgese “ Il Mio Tempo” Serradifalco edizione, 2018.

Maria Concetta Borgese, “E nulla più”, La Notizia; 500° edizione, 2022

https://amzn.eu/d/30k1nYa

Maria Concetta Borgese, “Me and Them: Love, Sensuality & Eroticism”, Independently published, 2022

https://amzn.eu/d/hDfE22e

di ANTONELLO DI CARLO (Autore), MARIA BORGESE (Autore), SABRINA MORELLI (Autore), “Io e loro: Amore, sensualità ed erotismo”, 2022

https://amzn.eu/d/3t0aCtD

 

Andrea Giostra

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/ 

https://andreagiostrafilm.blogspot.it 

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg
Fattitaliani

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