Serena Derea Squanquerillo: C’è bisogno di autenticità, di essere veri, anche nella lettura. Intervista alla blogger, scrittrice e poeta

Fattitaliani


Serena Derea Squanquerillo, blogger, scrittrice e poeta, si racconta e ci parla dei suoi progetti e dei sui libri - INTERVISTA di Andrea Giostra.

«La Bellezza per me è quel punto che se attraversato ti mette a contatto con lo stupore dell’Anima, che per me è esattamente la Bellezza di cui le arti s’impegnano ad essere veicolo, anche nelle piccole cose e nel quotidiano.» (Serena Derea Squanquerillo)

Ciao Serena Derea, benvenuta e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori che volessero sapere di te quale blogger, scrittrice e poeta?

Ciao Andrea, grazie per l'invito, per me è davvero un piacere! Il mio nome di battesimo è Serena Squanquerillo, mentre Derea è - come amo definirlo - il “nome” della mia Anima, che uso per il blog e le mie attività. Sono nata nel 1980 a Velletri, nella zona dei Castelli Romani a sud di Roma. Mi sono diplomata al liceo classico della mia città, ma poi ho seguito un percorso più tecnico nell’informatica e nel campo della grafica e gestione siti web. Ho avuto una formazione molto versatile e in gran parte direttamente sul campo, attraverso i diversi lavori che ho svolto. "Il blog di Derea" è un diario personale nato a novembre del 2019 per necessità terapeutiche, dopo una malattia e la morte di mio padre. È stato un contenitore in cui raccoglievo - senza pretese - miei appunti di vita, finché in poco tempo questi hanno assunto sempre più la forma di versi poetici o riflessioni più strutturate; alcuni sono diventati racconti brevi. In sintesi, il mio blog e ciò che scrivo non sono il risultato diretto di una ricerca letteraria, ma il frutto di un percorso di guarigione e crescita personale, che poi è diventato uno spazio di apertura al confronto con gli altri sull'importanza di vivere a pieno i propri talenti artistici, per il beneficio che porta a sé stessi e agli altri. Nel mio caso, la scrittura ha bussato alla mia porta come forma d'espressione per mostrarmi al mondo.

L’incipit del tuo Blog recita così: «Io sono Derea, una coscienza come molte, impegnata nella continua scoperta di sé. Questo è il mio diario su cui riporto gli appunti di viaggio nell’esplorazione CREATIVA del mio mondo. Il mio motto: “dove c’è consapevolezza di sé, la paura toglie il disturbo”.» Ci racconti come nasce il tuo Blog divenuto oramai un punto di riferimento per molti appassionati di scrittura e di arte nelle sue varie declinazioni? Quando lo hai creato, quale l’idea che lo ha concepito, quali gli obiettivi che ti sei posta, quali i destinatari che hai immaginato, quali i risultati ottenuti, quali successi e quali i fallimenti che hai vissuto? Insomma, raccontaci di questa tua bella avventura editoriale e social?

Dunque, come dicevo la mia attività sul blog e i miei canali social è nata in modo spontaneo per mie intime necessità: riuscire a vedermi alla luce, dopo periodi di dolore. Confrontandomi con i lettori che mi seguivano, mi sono resa conto dell'importanza di testimoniare il mio percorso. Stavo aiutando anche altre persone che si riconoscevano ma non riuscivano ad esprimersi o avevano rinunciato a "creare" con le proprie capacità, prima di tutto per stare bene. Dai confronti sono nate amicizie e collaborazioni artistiche per cui, incoraggiata da scrittori e giornalisti professionisti di mia conoscenza che hanno apprezzato la mia scrittura per la sua forza evocativa e profondità, ho deciso di pubblicare le mie poesie e i racconti in raccolte insieme ad altri autori. Poi ho scritto versi abbinati a dipinti per la mostra collettiva di una galleria d'arte e per la personale di un amico pittore della mia città, finché ho pubblicato le mie raccolte monografiche autoprodotte. Da lì ho cominciato a essere intervistata e invitata ad alcuni eventi per presentare i miei libri, ma soprattutto per testimoniare il mio messaggio come essere umano per il quale la scrittura si è mostrata come strumento di riscatto personale. Man mano ho voluto espandere i miei obiettivi, decidendo di mettere a disposizione i miei canali e la mia nuova rubrica "Dialoghi" a chi voglia parlare dei propri talenti e presentare i propri progetti legati ad un'arte: la presentazione di un libro, di un'attività da musicista, pittore, giornalista, chef, fotografo e così via. Fino ad ora la mia attività ha avuto molti riscontri positivi e adesioni crescenti alle iniziative. 

Per quanto riguarda i fallimenti, da quando ho iniziato questa mia attività non è accaduto nulla che possa rappresentare per me una tale situazione. Inoltre, ho imparato a cogliere il lato didattico di ciò che mi accade e più volte ho avuto prova che da un qualcosa che sembra non andare, nasce un’occasione più funzionale e costruttiva per me. Davvero.

Quali sono e quali sono stati, alla luce dell’esperienza che hai maturato in questi anni, i punti di forza e i punti di debolezza del tuo Blog e dell’ampia attività culturale che svolgi nelle varie piattaforme social che utilizzi? Raccontaci almeno una esperienza positiva, che ti ha fatto piacere e che ti ha incoraggiato ad andare avanti, e una negativa, che ti ha dato fastidio e, per certi versi, ti ha creato problemi.

Per me il successo più grande è stato arrivare a focalizzare la mia attività più sulle collaborazioni che su me stessa, mantenendo però un’autonomia nelle mie attività e preservando l'unicità del mio essere. Insomma desidero che quello che faccio ora sia un mezzo per dare voce anche ad altri viandanti che vogliano trasmettere Bellezza, per aiutarmi a incoraggiare altre persone a vivere le proprie capacità artistiche, e a incuriosire verso le arti e la cultura. Fino ad ora ho ricevuto molti apprezzamenti per la qualità, considerandone le caratteristiche non accademiche, così com'è nelle mie corde. La frase che spesso mi ripete chi è stato mio 'ospite', è che si è sentito a suo agio, libero d'essere sé stesso e d'esprimersi senza scalette rigide o copioni. Io sono una che sta imparando da questi contributi.

Ho avuto una delusione legato a un progetto per cui avrebbero dovuto pubblicare alcune mie poesie con altri autori, ma la piccola casa editrice - piccola in ogni senso – dopo aver incassato, per problemi interni non ha più pubblicato nulla e ci ha lasciati al silenzio dopo tante scuse. 

Altre delusioni le ho avute un po’ sul piano dei rapporti. Diciamo che è mancato un sostegno attivo, anche solo una parola d'incoraggiamento, da parte di alcune persone da cui me lo sarei aspettata e per le quali ci sono sempre stata. Ci sono stati supporti belli e inaspettati da parte di altri ed è stata una bella sorpresa! Fa parte della vita.

Chi è invece Serena Derea Donna al di là della sua passione per la scrittura, per la poesia, per la letteratura e la lettura? Cosa puoi raccontarci della tua quotidianità?

La mia quotidianità, soprattutto negli ultimi due anni, è divenuta molto frenetica a livello creativo. Oltre alla scrittura, ad aprile del 2022 ho iniziato a sperimentare anche con la pittura acrilica su tela e da ottobre ho iniziato a studiare basso elettrico, utilizzando quello ereditato da mio padre. Per cui mi esercito, lavoro, studio. Attualmente sto seguendo un percorso conoscitivo legato alle artiterapie con una scuola certificata, che si occupa di questo e che mi sta aiutando a conoscermi meglio e mi sta dando anche strumenti da integrare a quello che già sto facendo, per migliorarlo. Da poco ho iniziato una collaborazione lavorativa con “l’Artemisio” un giornale locale per cui scrivo alcuni articoli. Sono comunque autonoma e mi organizzo come voglio. Appena posso, viaggio anche per arricchire il mio archivio di foto amatoriali. Studio e svolgo anche altre attività che sono legate a un percorso più intimo, anche spirituale.

Qual è il tuo percorso accademico, formativo, professionale ed esperienziale che hai seguito e che ti ha portato a fare quello che fai oggi nel vestire i panni di blogger e scrittrice?

Come ho detto all'inizio, ho svolto studi classici e dopo il liceo ho iniziato a frequentare prima la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, poi Sociologia a Roma. Avendo però un metodo di apprendimento 'differente', ho abbandonato con gran dolore perché allora non sapevo ancora come funzionavo e non riuscivo a studiare. Per me è stato un fallimento e sappiamo quanto sia delicata l'età adolescenziale. Dopo un paio d'anni ho virato sulla formazione informatica, perché ho compreso di riuscire ad apprendere attraverso il fare, l’esperienza diretta, e le uniche nozioni che la mia memoria tratteneva erano prevalentemente quelle che potevo applicare. Così ho imparato a gestire software, montare pc, fare grafica, gestire siti web e molto altro. Ho lavorato come segretaria, mi sono occupata di vendita, di assistenza. Ho lavorato poi in una multinazionale americana per il recupero crediti (ahimè) e poi come servizio clienti, essendo portata per il problem solving.

Ho lavorato per qualche mese per un’azienda edile, finché mi sono messa in proprio con alcuni amici con una società che nel tempo è diventata un’agenzia di pubblicità e comunicazione con una testata giornalistica. Ho lasciato l’azienda nel 2016, per necessità personali e di cambiamento. Per molto tempo i libri che ho letto sono stati manuali tecnici e molto poco di altro tipo, perché essendo dislessica, ero lenta nella lettura, quindi per me era una tortura! Ora va molto meglio grazie ad un percorso fatto per conoscermi, anche se sono molto selettiva per necessità. Di sicuro non avrei mai pensato di arrivare a scrivere e pubblicare libri e quando è accaduto con l'apprezzamento altrui, per me c'è stato un grande riscatto personale, addirittura sono arrivata finalista con tre mie poesie ad un concorso nazionale legato ad una casa editrice e all’ambiente accademico di Torino, nel 2022. Non ho seguito, dunque, una formazione accademica anche perché siamo decisamente incompatibili, ma ho seguito alcuni corsi di scrittura e letto manuali. Sono in una formazione continua e diversificata soprattutto esperendo sul campo, come i garzoni di bottega d’una volta. Da qualche anno a questa parte, tutte le mie competenze stanno convergendo nelle mie attività attuali, compreso ciò a cui avevo rinunciato anni fa, come suonare uno strumento musicale, per le stesse difficoltà nell'apprendimento. Niente di quello che conta, è andato perso. Dal 2019, è esplosa una bomba!

Come nasce la tua passione per scrittura e per i libri? Chi sono stati i tuoi maestri e quali gli autori che da questo punto di vista ti hanno segnato e insegnato a svolgere bene la attività? 

La scrittura ha bussato alla mia porta da pochi anni e la passione è nata nel momento in cui l'ho lasciata fluire, perché mi faceva stare bene. Tuttora è così. Per quanto riguarda i libri, il rapporto è ancora conflittuale... intendiamoci, reputo la lettura e la cultura importanti, ma se posso trovare una fonte alternativa per me è un gran sollievo! Per fortuna oggi esistono gli audiolibri, seguo documentari... fondamentale per me è seguire l'esempio. Considerando il carattere autobiografico, intimo, d'autoconoscenza e di esplorazione, la capacità evocativa della mia scrittura, a volte anche di provocazione, tra gli autori che mi hanno ispirata, ci sono ad esempio Alda Merini, Charles Bukowski, Cesare Pavese. Tengo a precisare che non mi reputo una scrittrice e poetessa vera e propria, ma una che ama scrivere e che ogni tanto riceve la visita della Poesia. 

Ci parli del tuo libro, “Lo Specchio di Derea”? Come nasce, qual è l’ispirazione che l’ha generato, quale il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quali i destinatari che hai immaginato, quale le storia che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?

"Lo Specchio di Derea" è la mia quarta raccolta autoprodotta a dicembre del 2022 in quantità limitate, perché destinata a chi segue da tempo quello che faccio. Vi sono contenute alcune poesie e alcune brevi riflessioni abbinate a miei dipinti in acrilico. Il contenuto è molto autobiografico, ma si tratta d'esperienze ed emozioni in cui ognuno può riconoscersi perché umane: dolori, gioie, prese di coscienza, morte, vita, amore, paura, fiducia. Questa volta parola e immagine viaggiano insieme. Amo molto l'integrazione fra le arti, perché per me la vita è un caleidoscopio e le varie forme d'espressione le rendono onore. L’abbinamento artistico dei sensi. Sulla copertina della raccolta è raffigurato uno specchio realmente esistente che l’artista veliterno Alessio Mariani ha fatto per me, chiamato con il mio nome, Derea.

Tu Serena Derea, hai pubblicato tanti altri libri. Ci racconti quali sono, di cosa parlano, quali il messaggio che vuoi che arrivi al lettore? Raccontaci di questa tua ampia attività letteraria, di poeta e di scrittrice.

Allora, la mia prima pubblicazione è avvenuta a marzo del 2021 con la raccolta “Le Fenici” insieme ad altre otto autrici, con il racconto “Mi chiamano Cancro. Storia di una rinascita”, sulla mia prima esperienza con un cancro al seno avuto a trentadue anni, raccontata dalla malattia ‘in persona’. Ognuna di noi ha raccontato un dolore (malattia, lutto, violenza, maternità complicata). I proventi sono andati tutti a un centro antiviolenza di Torino. Il mio racconto è stato anche pubblicato su due portali di medici e psicologi, per testimoniare l’aspetto benefico del vivere i propri talenti, ma anche per incoraggiare chi sta vivendo una malattia o un periodo difficile. A luglio dello stesso anno ho scritto alcune poesie su richiesta, abbinate a dipinti per la mostra collettiva della galleria Art Saloon di Ariccia e per la personale del pittore Alessio Mariani. Poi ho pubblicato otto poesie nella raccolta “Isole” con altri autori per Dantebus Edizioni, finché a dicembre ho autopubblicato “La Magica Danza Delle Parole”, la mia prima raccolta monografica di poesie e rifles-sie (una parola che ho inventato per ‘riflessioni in versi’), di cui ho curato ogni aspetto e fase della lavorazione con le mie capacità, tranne la stampa in tipografia per la quale ho trovato un ottimo fornitore. A gennaio del 2022 ho pubblicato un libro formato catalogo – un lavoro meno ufficiale e in poche copie – dal titolo “Quadri dell’Anima”. Si tratta di un viaggio fotografico di riflessioni e piccoli racconti, associati, appunto, a foto da me pubblicate durante i miei viaggi in Italia e all’estero. A giugno ho pubblicato la terza raccolta “Fatti diVersi”, in cui ho incluso poesie, riflessioni, dediche e ho inserito qualche foto dei miei esperimenti di pittura figurativa e astratta. L’ultima raccolta è “Lo Specchio di Derea” di cui ho già parlato, pubblicata a dicembre. 

Per quanto riguarda il mio messaggio, tutto ciò che scrivo testimonia le tappe di un mio viaggio interiore, alla continua conoscenza di me stessa. Un profondo percorso di autoconsapevolezza. I frutti di un percorso di guarigione e spirituale; ci sono poesie dedicate ad alcune delle Anime che mi accompagnano o sono state di passaggio nella mia vita. La mia intenzione è di condividere il mio sentire e le mie esperienze più incisive, come mezzo di crescita personale e di incoraggiamento a prendersi cura della propria unicità, tema a cui tengo moltissimo, perché il suo riconoscimento mi ha permesso di esprimere davvero me stessa autenticamente. Nei miei scritti, Materia e Spirito viaggiano insieme, ma mentre nella prima raccolta “La Magica Danza Delle Parole” la componente spirituale è più evidente così come il potere magico e terapeutico della parola, in “Fatti diVersi” il focus è sull’esperienza fisica in cui lo spirito è immerso. Ogni azione quotidiana e umana ha una nuova luce, io ho nuovi ‘occhi’. Affronto temi su cui tutti c’interroghiamo: vita, morte, dolori, rinascite, trasformazioni, cadute, guerra, anche qualche provocazione e molto altro. Ognuno dei lettori può riconoscersi perché parlo d’esperienze che tutti possiamo avere. L’obiettivo è quello di condividere, confrontarmi, costruire ponti e - come succede – collaborazioni per diffondere Bellezza. Voglio testimoniare l’importanza di vivere i propri talenti, anche solo per hobby dandosi altre possibilità se si è rinunciato, perché fa stare bene, può aiutare anche altre persone e fa crescere. Il titolo “Fatti diVersi” è un gioco di parole: diversi sono i fatti di cui parlo; noi siamo tutti fatti diversi perché ognuno è unico; fatti di versi, perché per me ogni individuo è un Libro sacro di versi, che scrive la sua storia per lasciare il proprio segno nel mondo. A metà febbraio 2023 ho pubblicato una lettera d’amore dedicata a mio padre in una raccolta di autori vari dal titolo “101 lettere d’amore” con la casa editrice VGS, a seguito di un concorso letterario nazionale.

Una domanda difficile, Serena Derea: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Lo Specchio di Derea” e gli altri tuoi libri? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarli.

Alcune delle mie raccolte sono in effetti registrate nel circuito ISBN del mondo dei libri, per cui le copertine si possono trovare su alcuni stores online. In realtà, per mia scelta, i libri sono tuttora acquistabili esclusivamente tramite me ed è disponibile la spedizione per chi vive fuori dalla mia città. Ho preferito il passaparola e le presentazioni a eventi di associazioni, articoli e interviste di giornali locali e blog di amici di cui mi fido. Come ho detto, ho iniziato senza troppe pretese, procedendo in punta di piedi perché ho messo a nudo pubblicamente il mio mondo. Non mi interessa entrare nel grande mercato. Ho voluto che il mio sentire arrivasse a chi potesse servire per un qualche motivo e, per qualche magia, spesso i miei libri sono arrivati tra le mani di chi ha avuto molto da condividere con me: sono nate amicizie, collaborazioni, occasioni di crescita anche in comune. 

Perché i lettori dovrebbero comprare i miei libri? Per la curiosità che sono riuscita a creare fino ad ora tramite quest’approfondita intervista. Ho fiducia nella magia.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare le tue opere letterarie? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?

Gran parte dei libri che ho pubblicato è autoprodotta, ne ho curato tutti gli aspetti e le fasi, tranne la stampa per cui mi appoggio sempre alla mia tipografia online di fiducia. Tengo a ringraziare però la mia amica editor Daniela Deflorio per i consigli e per avermi coinvolta nel progetto della raccolta delle “Fenici”.

Oltre alla mia amica Daniela, tengo a ringraziare però anche le persone che mi hanno sostenuta e incoraggiata a scrivere e ad esprimermi con i miei mezzi. C’è la mia famiglia e molti amici, di una vita o recenti. Azzurra Caracci, una delle mie amiche più strette e fan; Tiziana Gubbini amica e presidente dell’Associazione Culturale Sentieri dell’Anima; l’amico e pittore Alessio Mariani per avermi dato fiducia e spazio in una delle sue mostre; la gallerista Alessandra Altieri per avermi dato spazio per presentare le mie poesie; i direttori responsabili dei giornali locali Silvia Ceccacci (l’Artemisio) e Rocco Della Corte (Velletrilife); Laura Parroni ed Enzo Cinquegrana per lo spazio sul loro blog; Biancamaria Berardi per il suo supporto a far conoscere la mia attività. Infine, ringrazio i professionisti della parola che, soprattutto agli inizi, mi hanno incoraggiata alla pubblicazione: Luca Leoni, scrittore e uno dei custodi della storia della mia città, e il giornalista Gaetano Lo Presti. Avrei altri nomi che ho già avuto modo di ringraziare altre volte, ma mi fermo qui. Ringrazio me stessa per non aver rinunciato.

«… mi sono trovato più volte a riflettere sul concetto di bellezza, e mi sono accorto che potrei benissimo (…) ripetere in proposito quanto rispondeva Agostino alla domanda su cosa fosse il tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so.”» (Umberto Eco, “La bellezza”, GEDI gruppo editoriale ed., 2021, pp. 5-6). Per te cos’è la bellezza? La bellezza letteraria e della scrittura in particolare, la bellezza nell’arte, nella cultura, nella conoscenza … Prova a definire la bellezza dal tuo punto di vista. Come si fa a riconoscere la bellezza secondo te?

Nei miei scritti nomino spesso la Bellezza, con la b maiuscola per distinguerla dalla bellezza apparente, esteriore. Io parlo della Bellezza-essenza, o meglio, cerco di trasmetterla perché è davvero ineffabile. La Bellezza per me è quel punto che se attraversato ti mette a contatto con lo stupore dell’Anima, che per me è esattamente la Bellezza di cui le arti s’impegnano ad essere veicolo, anche nelle piccole cose e nel quotidiano. Per Bellezza non intendo perfezione – come la intendiamo comunemente perlomeno -, ma autenticità.

«Appartengo a quella categoria di persone che ritiene che ogni azione debba essere portata a termine. Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo.» (Giovanni Falcone, “Cose di cosa nostra”, VII ed., Rizzoli libri spa, Milano, 2016, p. 25 | I edizione 1991). Tu a quale categoria di persone appartieni, volendo rimanere nelle parole di Giovanni Falcone? Sei una persona che punta un obiettivo e cerca in tutti i modi di raggiungerlo con determinazione e impegno, oppure pensi che conti molto il fato e la fortuna per avere successo nella vita e nelle cose che si fanno, al di là dei talenti posseduti e dell’impegno e della disciplina che mettiamo in quello che facciamo?

Io penso che nella vita si possa decidere se essere passivi o attivi. Nel primo caso, ci si lascia trascinare dagli eventi, dal fato e – forse – su alcune cose non abbiamo una vera libertà di scelta… anche perché credo che l’universo potrebbe impazzire in mano a noi! Nel secondo caso, prendiamo in mano la nostra vita, ci poniamo degli obiettivi da raggiungere e ci impegniamo per realizzarli. Considerando il mio percorso, personalmente sono sicura che più conosciamo noi stessi, più entriamo in contatto costante con una nostra dinamica saggia, che sa di cosa abbiamo bisogno. Entriamo in un flusso, il nostro torrente, per cui ogni tanto diamo solo un colpetto al timone. Siamo barche che spesso non si rendono conto di saper navigare. O forse non lo ricordano. Io ho scelto di riconoscermi barca.


«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Qualche secolo dopo Marcel Proust dice invece che: «La lettura, al contrario della conversazione, consiste, per ciascuno di noi, nel ricevere un pensiero nella solitudine, continuando cioè a godere dei poteri intellettuali che abbiamo quando siamo soli con noi stessi e che invece la conversazione vanifica, a poter essere stimolati, a lavorare su noi stessi nel pieno possesso delle nostre facoltà spirituali. (…) Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905 | In italiano, Marcel Proust, “Del piacere di leggere”, Passigli ed., Firenze-Antella, 1998, p.30). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto, come dice Cartesio, oppure è “ricevere un pensiero nella solitudine”, ovvero, “leggere sé stessi” come dice Proust? Dicci il tuo pensiero…

Sento vere entrambe le affermazioni. Quando si legge si entra in un mondo in cui si può incontrare l’autore e i personaggi con cui dialogare. Ci si può immedesimare, specchiare, si possono avere delle epifanie, delle prese di coscienza su sé stessi, persino ricevere intuizioni e trovare messaggi su come risolvere un problema.

D’altronde anche nella vita quotidiana accade di rispecchiarsi negli altri, nelle scene che vediamo e percepiamo come esterne. Possono dire molto di noi. Per me, noi stessi siamo libri tant’è che ho dato ad una delle mie raccolte un titolo che ne parla (Fatti diVersi).

«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano. Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso così.» (Ben Pleasants, The Free Press Symposium: Conversations with Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October 31-November 6, 1975, pp. 14-16.) Secondo te perché un romanzo, un libro, una raccolta di poesie abbia successo è più importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o meno originale, armonico, musicale, accattivante per chi legge), volendo rimanere nel concetto di Bukowski?

Credo che prosa e poesia siano differenti sotto molti aspetti, ma che non di rado i confini tra l’una e l’altra siano difficili da definire, anche in base all’evoluzione nel tempo dell’espressione letteraria. Non essendo io un letterato però posso effettivamente basarmi sulla mia esperienza e dico che quando “il braccio comincia a farmi male” per citare Gianni Rodari, inizio a scrivere quello che arriva. Io preferisco i versi che sono come una finestra su un sentire - al di là del tempo e dello spazio - e hanno una loro musicalità anche se di solito non scrivo in rima e in metrica. Seguono la musica che una persona ha dentro. Mi piace scrivere anche racconti brevi, che invece sono inseriti in un certo tipo di linea temporale e vanno sviluppati, però la loro brevità me li fa percepire come una fotografica quasi immediata. Non mi ritengo portata per romanzi o racconti più lunghi, anche se non escludo un tentativo in futuro. Personalmente amo utilizzare un linguaggio semplice con termini non sofisticati, e non preparo mai nulla prima. Mi siedo e scrivo. L’attenzione alla forma o al contenuto separati, secondo me, non basta. È una collaborazione. Ritengo che un testo possa essere ben fatto dal punto di vista tecnico e possa avere contenuti ben strutturati e accattivanti, però potrebbe non trasmettere emozioni. È un qualcosa che accade anche con i film e la musica. Ci sono, ad esempio, musicisti dall’ottima tecnica che mentre cantano o suonano sembrano dirti “senti come sono bravo”. Io preferisco sempre il meno perfetto tecnicamente che però mi comunica “ti trasmetto la Bellezza, la magia, emozioni che ti aprono il cuore o ti caricano di vitalità”.

Sinceramente sono abbastanza allergica allo sfoggio intellettuale delle arti, ma qui entriamo in un altro ambito del discorso. Tornando alla qualità della scrittura, io scrivo di getto e solo successivamente correggo e affino sia la forma che i contenuti, ma non mi preoccupo troppo di dare definizioni. Ecco perché per il sottotitolo della mia prima raccolta ho coniato la parola “rifles-sie” ossia riflessioni, prosa e versi poetici insieme. Ho creato un ponte tra questi due mondi lasciando però al lettore la libertà di definire quale testo sia poesia e quale prosa, in base alla sua formazione e sensibilità. A me non interessa definire. 

«Io vivo in una specie di fornace di affetti, amori, desideri, invenzioni, creazioni, attività e sogni. Non posso descrivere la mia vita in base ai fatti perché l’estasi non risiede nei fatti, in quello che succede o in quello che faccio, ma in ciò che viene suscitato in me e in ciò che viene creato grazie a tutto questo… Quello che voglio dire è che vivo una realtà al tempo stesso fisica e metafisica…» (Anaïs Nin, “Fuoco” in “Diari d’amore” terzo volume, 1986). Cosa pensi di queste parole della grandissima scrittrice Anaïs Nin? E quanto l’amore e i sentimenti così poderosi sono importanti per te e incidono nella tua scrittura, nella tua arte e nel tuo lavoro?

Credo che l’amore e i sentimenti siano fondamentali, perché creano quel flusso intenso che mi porta a scrivere. Senza sentimenti sarebbe tutto più arido, magari solo tecnica. Per quanto riguarda le parole della scrittrice Anaïs Nin, per me l’arte vera, al di là del livello, può essere espressa in tutta la sua Bellezza solo quando c’è un incontro tra fisico e metafisico. È proprio in quel punto che nasce l’incontro perfetto tra il mondo esteriore e quello interiore e si stabilisce una comunicazione. La forza di questo ponte stabilisce la forza del contatto. Sono d’accordo con la scrittrice sul fatto che non conti tanto ciò che ci accade quanto quello che ne facciamo e la nostra reazione.

«Lasciate che vi dia un suggerimento pratico: la letteratura, la vera letteratura, non dev’essere ingurgitata come una sorta di pozione che può far bene al cuore o al cervello – il cervello, lo stomaco dell’anima. La letteratura dev’essere presa e fatta a pezzetti, sminuzzata, schiacciata – allora il suo squisito aroma lo si potrà fiutare nell’incavo del palmo della mano, la potrete sgranocchiare e rollare sulla lingua con gusto; allora, e solo allora, il suo sapore raro sarà apprezzato per il suo autentico calore e le parti spezzate e schiacciate si ricomporranno nella vostra mente e schiuderanno la bellezza di un’unità alla quale voi avrete dato qualcosa del vostro stesso sangue» (Vladimir Nabokov, “Lezioni di letteratura russa”, Adelphi ed., Milano, 2021). Cosa ne pensi delle parole di Nabokov a proposito della lettura? Come dev’essere letto un libro, secondo te, cercando di identificarsi liberamente con i protagonisti della storia, oppure, lasciarsi trascinare dalla scrittura, sminuzzarla nelle sue componenti, per poi riceverne una nuova e intima esperienza che poco ha a che fare con quella di chi l’ha scritta? Qual è la tua posizione in merito?

Il mio approccio alla lettura solitamente è più legato al sentire che al mentale, all’analisi, ma li ritengo importanti entrambi. Quando leggo lascio che accada quel che accada. Come dicevo non amo definire troppo o stabilire come un qualcosa andrebbe fatto. Ognuno ha il suo modo di vivere anche l’esperienza della lettura, per cui per me è importante essere sé stessi. Le parole di Nabokov, secondo me, descrivono un vero e proprio processo alchemico, un “solve et coagula” nell’esperienza che si fa di un libro. Un processo di lavorazione e di collaborazione tra cuore e mente, il cui succo è ciò che ci resta e comprendiamo, portiamo in noi. È un’immagine che mi piace molto.

In Italia ogni anno si pubblicano tra i 75 e i 80 mila nuovi titoli, con le circa 2000 Case Editrici attive nel nostro Paese (dati del 2021, fonte: https://cepell.it/dati-aie-editoria-nel-2021-16-per-romanzi-e-saggistica-audiolibri-37/). La media ponderata di vendita di ogni nuovo titolo è di circa 50 copie; mentre chi legge effettivamente tutta l’opera letteraria acquistata non supera il 10%, il che vuol dire che delle 50 copie vendute solo 5 copie vengono effettivamente lette da chi acquista in libreria o nei distributori online. In Italia il numero di lettori assidui, che acquistano e leggono almeno 2 libri al mese, non supera il milione di abitanti. Partendo da questo dato numerico, che per certi versi fa impressione e ci dice chiaramente che in Italia non si legge o si legge pochissimo, secondo te cosa si dovrebbe fare per migliorare questa situazione? Cosa dovrebbero fare gli editori, gli autori, ma anche le Agenzie Letterarie, per far aumentare il numero dei lettori e degli appassionati ai romanzi, ai racconti, alle poesie e alle storie da leggere?

Bisognerebbe fare un bel sondaggio nazionale per domandare alle persone che non leggono il “perché” di questa scelta o mancanza di stimoli. Sicuramente qualcuno lo avrà fatto, ma la soluzione? Parlando da utente, (a meno che non ci sia un aumento vertiginoso di cosiddetti dislessici!) io credo che il problema principale sia in profondità nella nostra società. Da tanti anni, abbiamo un sistema scolastico in crisi per il quale diminuiscono i fondi (problema che non riguarda solo l’istruzione). Il disinteresse allo studio nasce già nelle scuole. Si percepisce il poco valore che viene dato all’istruzione già dalle Istituzioni; c’è la percezione che lo studio non aiuti, magari perché c’è poca meritocrazia o non si trova lavoro (?) Siamo iperstimolati dalla tecnologia, pubblicità di tutti i tipi. Se abbiamo bisogno di un’informazione andiamo su Google e leggiamo i riassunti delle trame dei libri su Wikipedia. Secondo me bisognerebbe fare ciò che qualcuno già fa, in realtà, ossia creare coinvolgimento rappresentando, raccontando un libro, nelle piazze, nelle scuole, nelle librerie. Per sentire la vita che un libro può trasmettere, quella vita che supera i byte della rete. Non parlo di ‘semplice’ recitazione teatrale, ma di coinvolgimento attivo, interazione tra i presenti e chi rappresenta. C’è bisogno di un impatto forte, insomma che desti le emozioni intorpidite e stimoli la curiosità, senza formalità accademiche. Da quando trasmetto la mia rubrica “Dialoghi”, gli stessi artisti mi dicono che amano il mio format perché si sentono liberi di esprimere sé stessi e di dire ciò che provano autenticamente senza scalette rigide e senza dover render conto su cosa dire. Per quanto riguarda gli scrittori, vedo che molti preferiscono il self-publishing perché così non hanno le case editrici che gli dicono come devono scrivere, cosa, di che genere (quello che vende di più), sono stanchi delle leggi di mercato diventate spietate. C’è bisogno di autenticità, di essere veri, anche nella lettura. Io ad esempio amo leggere molto biografie e autobiografie, perché lì posso trovare testimonianze di vita vissuta (ammesso che si scriva il vero), l’esempio, l’insegnamento non teorico ma di conoscenza diretta. Oppure leggo manuali con informazioni applicabili e utili per quello che faccio. Insomma, il discorso è molto complesso. Io ho indicato qualche ipotesi in base alla mia esperienza e osservazione da utente e come ulteriore causa del calo statistico della lettura, credo si possa pensare anche all’aumento della “pirateria” letteraria per cui non sono registrate le vendite dei libri. In rete si possono trovare pdf di libri sia d’origine cartacea sia e-book.

Se per un momento dovessi pensare alle persone che ti hanno dato una mano, che ti hanno aiutato significativamente nella tua vita professionale e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che avrai vissuto, che sono state determinanti per le tue scelte professionali e di vita portandoti a prendere quelle decisioni che ti hanno condotto dove sei oggi, a realizzare i tuoi sogni, a chi penseresti? Chi sono queste persone che ti senti di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?

Le persone che vorrei ringraziare e che mi hanno sostenuta e incoraggiata durante la mia vita professionale soprattutto umano sono molte e troppe da nominare. Ringrazio però mia madre Betty e mio padre Claudio – ovunque sia – per tutto il supporto che mi hanno sempre dato, anche quando pensavo di aver fallito, lasciando l’università o ho avuto altri problemi, soprattutto di salute che sono stati diversi nel tempo. Mi hanno sempre supportata e incoraggiata a essere me sé stessa, a fare solo quello che sento di voler fare nella mia vita. Nonostante tante situazioni dolorose che abbiamo vissuto, siamo stati forti insieme. Dal 2021 in particolare, anno in cui mi sono ammalata di nuovo, ho avuto in realtà tante soddisfazioni e riscatti personali. Sento di essere nata quell’anno lì, per certi versi.

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo della tua scelta.

Mi vengono in mente tre libri molto diversi tra loro: 

1. “Illusioni. Le avventure di un Messia riluttante”, Richard Bach. È uno dei primi libri che ho letto quando ho iniziato il mio percorso spirituale dopo un periodo difficile. Vi ho trovato il contatto con l’essenza attraverso parole molto semplici e profonde. Un viaggio in contatto con sé stessi, in profondità, con una leggerezza disarmante. Non a caso sulla copertina è raffigurata una piuma, che certamente può avere più interpretazioni. È stato uno di quei libri che, mentre leggevo, sembrava stesse parlando di me e desse voce alla mia Anima. Se apri una pagina a caso, sembra ti dia il messaggio del momento.

2. “Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura”, Gianluca Magi. È un libro che ho letto con molta attenzione. Un manuale di auto-difesa psicologica e un’analisi delle varie strategie d’addomesticamento, controllo sociale, manipolazione e massificazione, partendo dall’individuazione di undici principi chiave reperiti dalle pagine dei diari di Joseph Goebbels, responsabile della propaganda nazista. Non si tratta solo di un’analisi storica, ma anche di una comparazione con le tecniche di manipolazione da parte dei mezzi di comunicazione di massa odierni. È un libro che ha suscitato polemiche per via di certi paragoni, primo motivo per cui ho voluto leggerlo. La scomodità, la stonatura mi attira perché dà fastidio al non-pensiero critico. Se conosci, ti rendi conto e ti difendi.

3. “Cambiare l’acqua ai fiori”, Valérie Perrin. Un romanzo di quasi cinquecento pagine (per me una grande eccezione!), che però leggi in poco tempo perché ti coinvolge e ti emoziona talmente tanto da lasciarti con uno stupore continuo. È molto intimo, intenso, anche straziante. La protagonista è la guardiana di un cimitero, con la sua storia. Sì, la morte è una presenza costante durante il romanzo e questo può sembrare angosciante, ma le storie di vita e di morte di cui la guardiana francese Violette è testimone ti lasciano un dono. Violette è una donna solare, gentile e generosa pronta ad offrire un caffè a chi passa di lì. Eppure ha un gran dolore nel cuore… ci sono dei misteri che Violette custodisce, da brava guardiana.

Ti andrebbe di consigliare ai nostri lettori tre film da vedere? 

1. “Al di là dei sogni”, con un magistrale Robin Williams e già potrebbe bastare questo come motivo per guardarlo. Si parla di morte e amore, con un parallelismo, anzi un compenetrarsi profondo tra sogno e al di là. Colori pastello che urlano Bellezza contrapposti al buio della disperazione. L’amore è il filo conduttore che supera ogni separazione. Trovo questo film di una Bellezza sconvolgente, uno stupore che ti scuote e dà speranza.

2. “Blade Runner”, il primo del 1982, diretto da Ridley Scott con Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young. Un film di fantascienza che in realtà, secondo me, ha molto di realistico perché denuncia l’aspetto distopico del peggior futuro che possiamo creare, in cui persino le “macchine”, i replicanti fuori moda sono cacciati e uccisi perché non omologati “al nuovo” richiesto dal mercato e cercano in tuti i modi di sopravvivere. Basterebbe citare il monologo più famoso, quello del replicante Roy Batty (Rutger Hauer), per rendere il film degno d’essere visto a ripetizione: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”

3. “Le Bal des Folles” (Il ballo delle pazze), con Mélanie Laurent & Lou de Laâge, un film drammatico - direi anche di denuncia - francese, ispirato all’omonimo romanzo di Victoria Mas. Il “ballo delle pazze” è stato un reale evento mondano a cui partecipava l’alta società parigina, usato come metodo di cura: far mischiare le internate con persone del mondo esterno per creare benefici. Il film racconta la storia di Eugénie, una donna giovane e piena di vita, in una società maschilista di fine Ottocento. Eugénie è in grado di comunicare con i morti e dopo che la sua famiglia ha conosciuto il suo segreto, viene portata senza alcuna possibilità di scelta in una clinica neurologica di Parigi diretta dal neurologo “innovatore” Dr. Charcot. A lui vengono affidate donne con diagnosi di isteria, pazzia, egomania, epilessia e altri tipi di disturbi fisici o mentali, che sono sottoposte ad ogni tipo di abuso e mancanza di empatia. Il destino di Eugénie incontra quello di Geneviève, un’infermiera dell’ospedale ormai spenta dalla monotonia quotidiana. Il loro incontro cambierà il destino di entrambe… Il monologo finale è meraviglioso.

Ci parli dei tuoi imminenti e prossimi impegni culturali e professionali, dei tuoi lavori in corso di realizzazione? A cosa stai lavorando in questo momento? In cosa sei impegnata che puoi raccontarci?

Per quanto riguarda la scrittura, sto lavorando ad altre due raccolte che dovrebbero uscire tra quest’anno e il 2024. Procedo molto a rilento perché ho iniziato nuove attività formative e anche lavorative che mi prendono molto tempo e perché sono in una nuova fase della mia vita, una fase gestazionale. Si tratta di due raccolte: “Il filo” che include aneddoti e appunti di vita che hanno come filo conduttore la memoria e la consapevolezza; “Momenti… in viaggio”, una raccolta di fotografie in formato catalogo in cui inserisco gli scatti fatti durante gli ultimi anni in Italia e all’estero. I contenuti sono organizzati senza seguire un ordine cronologico, semplicemente con il nome della località e senza testo, perché il mio intento è offrire Bellezza agli occhi di chi legge, ma anche stimolare la curiosità per la ricerca relativa ai posti mostrati. Ritengo che ci si stia impigrendo molto da questo punto di vista, abbiamo sempre tutto a disposizione e subito! Altro grande impegno, che amo particolarmente perché in realtà è uno spazio condiviso e co-creato è “Dialoghi”, la mia rubrica d’intrattenimento dedicata ai talenti artistici e alla presentazione di progetti creativi. È uno spazio destinato sia a chi agisce i propri talenti da professionista, sia a chi crea per hobby, a tutti i livelli. Faccio delle videointerviste molto amichevoli e informali che pubblico sul mio canale YouTube e Facebook, attraverso le quali chiedo agli ospiti di raccontare le esperienze che li hanno portati a scoprire quella passione e a iniziare con la scrittura, la pittura, la musica, la fotografia e tutte le varie arti… anche quella culinaria! C’è sicuramente una funzione promozionale, ma il mio focus resta raccontare la storia dell’umano che c’è dietro l’artista e l’obiettivo è incuriosire chi ci segue verso le arti e la cultura, ma anche incoraggiare chi – come me un tempo – ha difficoltà a mettersi in gioco o ha rinunciato. È un programma che sta avendo molte adesioni e il riscontro più bello che ho avuto dai miei ospiti, a cui ho già accennato, è che si sono sentiti liberi di parlare e di essere sé stessi, a proprio agio. Questo mi dà una gioia immensa! Per me è una grande occasione per imparare e contribuire a creare una rete di Bellezza. Infine, ho appena iniziato una collaborazione con “l’Artemisio”, un giornale locale cartaceo e online della mia città Velletri, per il quale scrivo alcuni articoli principalmente su arte, cultura e spettacolo. Sto imparando molto sul campo grazie alla direttrice Silvia Ceccacci, che ringrazio per l’opportunità, anche perché mi piacerebbe diventare pubblicista. Vedremo, l’impegno c’è e ci sarà.

Dove potranno seguirti i nostri lettori?

Se si digita il mio nome o il blog di Derea sui motori di ricerca è possibile trovare ogni mio canale. Comunque, sicuramente i lettori possono seguire le mie attività e richiedere i miei libri sul sito “Il blog di Derea”, il canale YouTube con lo stesso nome e, infine su Facebook, dove ho sia il profilo con il mio nome sia la pagina dedicata alla mia rubrica “Dialoghi con Serena Derea Squanquerillo”. Per chi vuole, c’è anche l’email: derea.serena@gmail.com 

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa intervista?

Voglio dire ai lettori: spero di aver stimolato in voi curiosità verso la mia attività e verso i racconti di vita vissuta di chi è dietro a un’attività artistica e/o di divulgazione. Mi auguro d’aver stimolato chi è titubante a vivere i propri talenti, perché fa bene al cuore e aiuta la crescita personale. Infine, concludo ringraziando te, Andrea, e la redazione per avermi dedicato questo ampio spazio perché io possa diffondere i miei messaggi. Ad maiora semper!



Serena Derea Derea Squanquerillo

https://www.dereasblog.cloud/

https://www.facebook.com/serenaderea11 

https://www.facebook.com/dialoghi.conserenaderea


I libri:

Serena Derea  Derea Squanquerillo, “Lo specchio di Derea”, 2022

https://www.dereasblog.cloud/lo-specchio-di-derea-nuova-raccolta-in-uscita/

Serena Derea  Derea Squanquerillo, “Fatti diVersi”, 2022

https://www.dereasblog.cloud/fatti-diversi-la-mia-seconda-raccolta-in-uscita/

Serena Derea  Derea Squanquerillo, “La Magica Danza Delle Parole”, 2022

https://www.dereasblog.cloud/la-magica-danza-delle-parole-e-pubblicata/

Autori Vari, “101 lettere d’amore”, 2023

https://www.dereasblog.cloud/finalmente-disponibile-lantologia-101-lettere-damore/


Andrea Giostra 

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/  

https://andreagiostrafilm.blogspot.it  

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg 


Fattitaliani

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