Intervista a Tiziana Prina di Edizioni Le Assassine: tra presente, passato e futuro



di Laura Gorini

Il lettore non deve mai rimanere con l'amaro in bocca

Una realtà editoriale di spessore che ci permette di apprezzare scrittrici sopraffine, ancora oggi sconosciuti a più. Ma non solo. In ogni caso si punta sempre al talento, come ci ha chiaramente confessato Tiziana Prina di Edizioni Le Assassine.

Come e quando è nata la Casa Editrice Le Assassine?

La casa editrice Edizioni Le Assassine è nata nel 2017 e il primo libro è stato pubblicato nel febbraio 2018, dunque esiste da un lustro. È nata con l’idea di proporre libri che da un lato siano page-turner e dall’altro diano un piccolo contributo ad abbattere e dunque uccidere alcuni pregiudizi: sulla capacità delle donne di scrivere testi validi, sulla letteratura gialla che non è di serie B, se ben scritta, e anche sui pregiudizi che riguardano culture lontane. Non a caso le nostre autrici vengono da Paesi un po’ distanti da noi: Malesia, Botswana, Marocco, Algeria, Canada, Argentina ecc.

Il nome è indubbiamente di forte impatto. Pertanto i lettori si aspettano che lo siano anche i testi che pubblicate. Come riuscite a capire se lo siano o meno?

Farei una distinzione tra le due collane che pubblichiamo. Nella collana Oltreconfine, dove proponiamo scrittrici contemporanee, le storie sono a volte di forte impatto come nell’Urlo dell’innocente o Nella sedia del custode, altre conquistano perché ci portano in mondi lontani come Echi del silenzio o La gabbia; tutte però, a nostro avviso, sono accumunate alla capacità di offrire una trama che non delude mai nel finale, oltre a darci uno spaccato del Paese da cui vengono le nostre autrici.

L’altra collana,Vintage, ha invece il pregio di riportarci in tempi ormai remoti e dunque di farci conoscere situazioni e modi di vivere molto diversi dai nostri, lasciando al racconto la patina del tempo, ma rendendolo fruibile ai lettori di oggi.

Quali sono le caratteristiche che considerate in particolar modo fondamentali?

Direi quelle di un qualsiasi buon libro: deve essere scritto bene, avere una trama coerente e il finale non deve deludere; non vogliamo che il lettore rimanga con l’amaro in bocca.

Pubblicate soprattutto grandi classici del genere giallo. Quando in linea generale un romanzo si può definire classico?

Direi che per quanto riguarda le scrittrici vintage, la nostra selezione parte dalla lettura di saggi di esperti del genere, che in area anglofona sono numerosissimi. Fatta questa scrematura, leggiamo poi noi e difficilmente rimaniamo deluse dai suggerimenti che abbiamo trovato.

Se posso aggiungere qualcosa sulle nostre scrittrici contemporanee, da noi sono spesso sconosciute, ma nei loro Paesi d’origine sono persone di un certo spessore, che hanno vinto premi o ricoprono cariche importanti, oltre ad avere carriere di tutto rispetto sempre nell’ambito culturale.

Si dice che nelle scuole si legga troppo poco e che i ragazzi di oggi non conoscano bene la Letteratura Italiana e i grandi autori che l'hanno segnata. Lei come vede tale situazione? Come si potrebbe migliorarla a suo giudizio?

Non vorrei farmi troppi nemici, ma credo che l’anello debole della scuola sia la scuola media, perché i bambini delle elementari leggono ancora; è dopo che si verifica una certa dispersione, forse per l’età e certamente per le mille distrazioni che vengono offerte agli adolescenti. Per migliorare la situazione, credo che bisognerebbe limitare un po’ l’uso dei cellulari e di altri strumenti che creano un deficit d’attenzione, per cui la lettura diventa frammentaria e alla fine poco godibile. Forse i gruppi di lettura, un incentivo a frequentare le biblioteche, dei piccoli festival letterari dedicati ai giovani potrebbero dare una mano a far apprezzare i libri.

Molti sostengono che gli ebook siano la strada giusta in codesta direzione. Il digitale è dunque la chiave di svolta?

Mah finora non lo sono stati, e su una previsione positiva o negativa non ho gli strumenti per esprimermi.

Le vostre novità? Quali sono le prossime uscite previste?

Abbiamo appena pubblicato una scrittrice argentina, Luisa Valenzuela, che verrà in maggio al Salone del libro, e su invito di docenti di letteratura sudamericana terrà delle conferenze in diverse università.

Pubblicheremo poi un libro di una scrittrice appartenente a una comunità chassidica newyorkese e un romanzo americano degli anni Trenta.

Tutto questo prima dell’estate.

Fattitaliani

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