Da dove trae origine questo approccio?
Jaco: È frugando che Michèle ha scelto la Sonnambula, l'idea era di farne un'opera-danzata. Come fare in modo che dei personaggi danzino, altri cantino, e che ogni personaggio sia interpretato alla volta da un solista e da un ballerino?
Il lato della filmografia - c'è una sorta di ritorno ai primordi della cinematografia -
Jaco: C'è qualche cosa di molto bello e di molto desueto nell'opera. Il fatto di fare recitare delle scene in una sorta di cinema muto, in una sorta di gioco dove i ballerini sono stesi al suolo e ripresi da una camera al centro, permetteva di creare un immaginario naïf, dell'ordine della pantomina e della commedia dell'arte nello stesso tempo in cui i cantanti cantano con emozione! Dunque il tutto si indirizza a due parti del cervello differenti; è commovente e nello stesso tempo un po' ridicolo – che è a mio avviso il principio della vita, che è nello stesso tempo commovente ma a volte anche un poco ridicola.
Michèle. Qui si tratta di un'opera, e l'opera di Bellini ha, come molte opere antiche, dei temi che sono dei pretesti per scrivere della musica; si sviluppano dei testi per poter sviluppare una scrittura musicale. La storia, tra virgolette, è molto semplice, come sono semplici i personaggi ma la scrittura musicale è di fatto estremamente ricca ed estremamente complessa e dunque quello che io ho cercato di fare è di prendere questi temi - come è nella tradizione del balletto - e di farne un balletto per l'opera ma più contemporaneo - perchè questa è l'epoca - con delle figure più da circo, con acrobazie, perchè questo si combinava bene con le immagini proiettate di Jaco; ma è nello stesso tempo una sorta di composizione, di scrittura - come la musica - con dei contrappunti, delle frasi . Da un lato, con riguardo ai personaggi c'è un tema di balletto assai semplificato ma dall'altro c'è anche della complessità nella composizione coreografica nello spazio che si traduce anche nei movimenti e nei passi che a loro volta si rapportano alla musica, all'orchestra, alla scrittura musicale.
Voi avete esplicitato e rispettato il lato poetico di Bellini...
Jaco. Bellini parte dal pretesto di una storia che piuttosto vicina al vaudeville ma ne fa qualche cosa di molto onirico, di molto poetico, di molto eccentrico...l'ultima volta che l'ho sentito al telefono Bellini m'ha detto: "Sì, è una buona idea ma per favore non rispettarmi: è tempo che mi si tradisca, perché altrimenti non si ride mai!".
Michèle. Non c'è uno che parte avanti e l'altro che segue. Lavoriamo insieme, ci sono delle idee che si alimentano e certamente non è l'uno al servizio dell'altro. È molto più uno scambio, una situazione, una costruzione. È veramente un lavoro di ricerca più che uno che va avanti all'altro; ma la danza è molto più indipendente e poco a poco l'immagine è venuta, si è costruita. Prende molto più tempo scrivere dei movimenti in una coreografia, prende almeno due mesi con i ballerini, gli assistenti e via dicendo. È una scrittura molto più lunga.
In questa opera qual è stata la cosa più difficile?
Jaco. Per me è meglio il cinema, perché è il mio mestiere, ma come hobby è forte!
Non male come hobby...
Jaco. Ho avuto la fortuna che mi sia stato proposto anche se non è il mio mestiere e quindi non so come si fa; ogni volta inventare qualche cosa di differente, dove le regole sono molto diverse, il ritmo è dato dalla musica; la musica decide la lunghezza, la musica decide il ritmo, la musica decide tutto! Quando i cantanti cantano tre volte la stessa cosa musicalmente è interessante perchè c'è uno sviluppo ma al livello della storia è tre volte la stessa cosa! Bisogna inventare qualche cosa perché qualche cosa accada e non sia tre volte la stessa cosa!
Jaco. È che bisogna essere veramente folli per fare questo mestiere, altrimenti non c'è nessun interesse. Se non sei folle non riesci a far questo!
Michèle. Non è del tutto vero! Io sono coreografa e amo molto la musica. Faccio spettacoli di danza, sono drammaturgo nella danza e quindi per me raccontare delle storie con i movimenti o con la musica è qualche cosa che mi parla, quindi va bene! Io non mi inquieto quando devo confrontarmi col ripetere tre volte la stessa cosa nella stessa maniera perché questo diviene qualche cosa che mi diverte, che mi incuriosisce, che mi pone una sfida strutturale di composizione, come la musica. Ma d'altra parte quello che mi piace molto - e che trovo folle - è tutta la macchina dell'opera, tutta questa gerarchia, l'incontro con tutti questi mestieri differenti. Tutto questo è magnifico ed è formidabile. Io trovo che veramente la danza può avere un posto in questo mondo. Perché è sempre talmente strano raccontare delle storie attraverso la voce e la musica e mettere unicamente delle nozioni teatrali... trovo che accompagnare questo con della danza a volte apporti poesia e permetta anche di 'vedere' la musica: trascende la musica, a mio avviso!
DATE
dimanche 22 janvier 2023
mardi 24 janvier 2023
jeudi 26 janvier 2023
samedi 28 janvier 2023
DIRECTION MUSICALE: GIAMPAOLO BISANTI
MISE EN SCÈNE: JACO VAN DORMAEL
MISE EN SCÈNE ET CHORÉGRAPHIE: MICHÈLE ANNE DE MEY
DÉCORS: VINCENT LEMAIRE
COSTUMES: FERNAND RUIZ
LUMIÈRES: NICOLAS OLIVIER
VIDÉO: GIACINTO CAPONIO
AMINA: JESSICA PRATT
ELVINO: RENÉ BARBERA
IL CONTE RODOLFO: MARKO MIMICA
LISA: MARINA MONZÓ (intervista di Fattitaliani)
TERESA: JULIE BAILLY
ALESSIO: UGO RABEC
UN NOTAIRE: BENOÎT DELVAUX
ORCHESTRE & CHŒUR: OPÉRA ROYAL DE WALLONIE-LIÈGE
Danseuses / Danseurs / Acrobates du Ballet :
Violette WANTY
Aurélien OUDOT
Nino WASSMER
Rita ALVES
Martina CALVO COGGIOLA
Johanne SAUNIER
Anke FIÉVEZ
Josse ROGER
Michaël HOTTIER
Avec, pour l’Orchestre, la collaboration du Conservatoire Royal de Liège et pour le Chœur, la collaboration du Chœur de la Fédération Wallonie-Bruxelles.
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