Beniamino Biondi presenta "L'isola spettrale. Guida immaginifica ai fantasmi di Sicilia". L'intervista di Fattitaliani

Fattitaliani



Questa sera dalle 21,30 nel Giardino del Santuario di Siculiana (AG) per il ciclo "Autori nel Borgo di Kalat" Beniamino Biondi presenta "L’isola spettrale. Guida immaginifica ai fantasmi di Sicilia" accompagnato da intermezzi musicali dell’orchestra di chitarre diretta dal prof. Filippo Daino. L'intervista di Fattitaliani all'autore.

Come viene l'ispirazione per un libro del genere: ricordi e paure personali o semplice curiosità storica?
Ricordi di sensazioni, molto evanescenti, nella cornice di una certa campagna siciliana, e la curiosità storica su vicende che da un preciso dato di realtà sono mutate a forme di invenzione romanzesca, cioè si sono fatti racconti autonomi perdendo la loro originaria relazione con la storia.

Personalmente, leggendo il titolo ho subito pensato alla Baronessa di Carini, rimasto nell'immaginario di molti grazie all'omonimo sceneggiato televisivo: l'impronta della mano insanguinata e le varie pugnalate son rimaste anni nella mia mente di bambino. Lei ha un 'fantasma' prediletto? perché?
Lo sceneggiato televisivo, peraltro un ottimo prodotto anche dal punto di vista cinematografico, ha avuto il grande merito di ricondurre al livello di immaginario collettivo una vicenda straordinaria, la classica storia d’amore e di morte, che ha suscitato l’interesse e il favore verso il recupero delle storie popolari siciliane, del resto già diffuse da Giuseppe Pitrè, con il piglio del ricercatore, e dallo scrittore Luigi Natoli, che ha declinato nei termini del romanzo popolare quegli aromi di leggenda che ammantano tutta la storia della Sicilia. Per non far torto ai miei fantasmi, ho finito per non prediligerne nessuno; però trovo congeniali alla mia natura quelle vicende che si svolgono in luoghi oggi abbandonati, vilipesi dal tempo e dall’incuria, nella misura in cui anche la materia ha finito per diventare un fantasma di pietra.

Il Giardino del Santuario di Siculiana

A livello di scrittura, c'è un fantasma che più degli altri meriterebbe un saggio o un romanzo a sé?
Credo che tutte queste storie possano diventare singoli episodi di un racconto sulla Sicilia che non ricalca i tratti convenzionali della letteratura odierna, cioè a dire un’apertura verso quel concetto che definisco del “fantastico siciliano” che potrebbe avere ambizioni di resa teatrale o cinematografica, intersecando elementi della storia con i processi d’invenzione dell’oralità popolare.
L'indagine sui personaggi come ha trasformato l'iniziale curiosità verso le loro storie? Si è sentito particolarmente coinvolto durante le sue ricerche nei confronti delle loro "vite"?
L’approccio iniziale dell’analista curioso ha finito per diventare una forma di complicità affettuosa verso i personaggi, soprattutto con riferimento a quelle vicende che, nate da amori felici ma impossibili per la rigida gerarchia di classe della Sicilia arcaica, si sono risolte in storie tragiche, con morti volute e pene inflitte, offrendo alla storia immaginaria dei moventi classici. In questo senso, molti racconti contengono degli elementi cosiddetti invarianti, cioè architetture di narrazione che muovono da situazioni simili e mutano solo per elementi accessori, scenografici e d’ambiente.

La Sicilia si presta particolarmente ad essere ricettacolo di storie immaginifiche di fantasmi?
Sì, senza alcun dubbio. Prova ne sia la lunga tradizione di ricerca antropologica siciliana, con contributi di studio fondamentali sulla magia popolare, e quella solida stagione letteraria, che oggi emerge con nuovo interesse, che affonda il mistero nella cornice veristica, tessendo atmosfere e situazioni non risolte dalla logica. Luigi Capuana è stato lo scrittore che meglio ha indagato queste tensioni, ma non da meno Luigi Pirandello e più di recente Giuseppe Bonaviri, con le sue storie fantastiche.
C'è un posto dove la presenza di tali fantasmi è ancora viva e palpitante nei sentimenti della gente oppure tutto oramai fa parte del folklore?
Molte storie orali, se non adeguatamente raccolte e tramandate, si perdono sul filo di una memoria sempre più appassita e scettica, ma rimangono molte tracce di credenza autentica verso queste antiche vicende. Nei casi maggiori, come per la Baronessa di Carini, le storie si sono folklorizzate, cioè divenute pretesto per una narrazione edulcorata ad uso del turismo di massa, mentre nei casi minori sono rimasti elementi di più viva identità e di riferimento comunitario.
Per quanto riguarda i fantasmi, c'è parità di genere o anche qui andrebbe invocata una 'quota rosa'?
Per i fantasmi accade un fatto insolito, per cui le donne sono in numero maggiore degli uomini. Lo sono in quanto più spesso vittime del potere maschile, che le condanna a una solitudine eterna, o in quanto testimoni più nobili del sentimento, date a un tempo di interiorità che ha sconfitto la storia assurgendo a mito popolare. Giovanni Zambito.

IL LIBRO


"L'isola spettrale" è una guida che raccoglie storie, leggende e misteri sui fantasmi che hanno trovato dimora in Sicilia. Si passano in rassegna i luoghi che conservano viva la memoria di queste ineffabili presenze: castelli, palazzi storici, ville, chiese, ma anche torri e monasteri che compongono un atlante tascabile degli arcani di Sicilia rivolto a lettori impavidi e curiosi. Tutto il territorio dell'isola è setacciato dall'autore: dal triste spettro della Baronessa di Carini, ai fantasmi che affollano i castelli di Milazzo, Mussomeli, Caccamo e Leucatia a Catania; dalla celebre villa infestata di Mondello, alla casa dei fantasmi di Agrigento rievocata da Luigi Pirandello; dalla maledizione della suora che abita i sotterranei del Teatro Massimo a Palermo, alle urla di donna sulla Torre San Filippo nel ragusano, fino a giungere a Enna, al centro dell'isola, al galoppo con il fantasma di Federico II. Il libro contiene in allegato la mappa della Sicilia spettrale con l'indicazione dei luoghi infestati passati in rassegna.

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