Vangelo del giorno: Il cristianesimo è una radicale esperienza di gioia



In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.

Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

(Gv 15,9-11)

Commento 

Parla, il Signore, mentre, dopo l’ultima cena, attende che vengano a prenderlo. Apre il suo cuore, prega, confida, si affida, istruisce i suoi discepoli, e noi. E ci chiede di rimanere nell’amore. Ci siamo scoperti amati da Dio, così come siamo (perciò possiamo cambiare). Abbiamo imparato ad amare, con l’amore con cui siamo amati. Così il Signore ci chiede di rimanere in quell’amore che abbiamo sperimentato. Dimorare, restare alla sua presenza. Come? Osservando il suo comandamento, il nuovo, quello di amarci gli uni gli altri con l’amore con cui siamo stati amati. Perciò ogni giorno apriamo il Vangelo (e il cuore), dedichiamo qualche minuto alla preghiera: per fare memoria, per accorgerci, per sollevare lo sguardo. Siamo così travolti dalla quotidianità e dai nostri mille problemi! Così affaticati nel corpo e nello spirito che corriamo il rischio di lasciarci vivere, di lasciarci portare dalla corrente. Aggrappiamoci alla consapevolezza di essere amati e di poter amare!

(Paolo Curtaz)

La vita cristiana dovrebbe valere fondamentalmente per un affare che prende il nome di gioia. Il cristianesimo è una radicale esperienza di gioia. In questo senso Gesù ci chiede cose che hanno come fine l’aumento sproporzionato della gioia: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. La gioia cristiana è la gioia di Cristo. E la gioia di Cristo è la gioia di chi sa di essere figlio amato con addosso la fiducia di suo Padre. La gioia cristiana allora è la gioia che nasce dall’amore e dalla fiducia. Sarebbe bello se ognuno di noi potesse fare memoria di qualche istante della propria vita in cui si è sentito particolarmente amato, o in cui ha sperimentato la fiducia sincera di qualcuno. Quella sensazione è la cosa che si avvicina di più alla gioia cristiana. Ma anche se non si è fatto questo tipo di esperienza, si può vivere sapendo che Dio ha scelto di amarci e di fidarsi di noi, e l’unica cosa che dobbiamo cercare di fare è togliere tutto ciò che può impedire questa esperienza. Il peccato, ad esempio, è un ostacolo non perché fa smettere a Dio di amarci e di fidarsi di noi (questa è una visione pagana!) ma perché impedisce che questo Suo amore arrivi efficacemente in noi. È come se il sole continuasse a splendere e noi fossimo rinchiusi in un guscio di buio deliberatamente: il problema non è del sole ma nostro perché abbiamo messo tra noi e la sua luce una barriera, e solo noi possiamo decidere di abbattere. 

(Luigi Maria Epicoco)

Fattitaliani

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