Proscenio, Franca De Angelis a Fattitaliani: il teatro, il mio primo e unico amore. L'intervista

Fattitaliani

Oggi ospite della rubrica Proscenio Franca De Angelis, autrice de "Il Miracolo", che d
ebutta sul palcoscenico del Teatro Cometa Off dall’11 al 23 gennaio, diretto da Christian Angeli e interpretato da Anna Cianca e Galliano Mariani, con la partecipazione di Patrizia Bernardini. L'intervista di Fattitaliani.
In che cosa "Il miracolo" si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?

Forse nel linguaggio in cui i personaggi si esprimono, che è abbastanza asciutto e spesso un po’ sospeso. Nei miei testi precedenti i personaggi avevano un linguaggio in un certo senso barocco. Ma questo dipende dal fatto che ne “Il Miracolo” i personaggi sono diversi dai miei consueti, sono essi stessi un po’ sospesi.

Quale linea di continuità, invece, porta avanti?

Sicuramente è in continuità con gli altri per l’uso del tempo. Raramente i miei testi utilizzano l’unità di tempo, perché nella mia poetica il passaggio del tempo ha un ruolo fondamentale. Ed è anche assolutamente in continuità tematica con gli altri. Parla di morte e rinascita, alla fine tutti i miei testi parlano di questo. E sconfina nel realismo magico, come la gran parte degli altri.

Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro?  Racconti…

Il teatro è stato il mio primo e direi unico amore, anche se per più di vent’anni ho scritto per il cinema  e la televisione. Ma non ne ero innamorata. Ho capito di amare il teatro da bambina, fin dalle prime volte che l’ho frequentato da spettatrice. In questo senso devo ringraziare la mia insegnante di lettere delle medie, è un amore che mi ha trasmesso lei. Da giovane ho recitato, per qualche anno. Poi, come dicevo, la vita mi ha portato altrove. Dove era più semplice fare della scrittura un lavoro. Al teatro sono tornata da una decina di anni e al primo spettacolo che è andato in scena, di cui avevo scritto il testo, mi sono chiesta come avessi fatto a vivere senza di lui.

Quando scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi?

Sempre. Scrivo già avendo in mente un attore. E ho un’attrice feticcio, Anna Cianca, che è presente anche in questo spettacolo.

È successo anche che un incontro casuale ha messo in moto l'ispirazione e la scrittura?

Sì, è accaduto. Anche vedendo un attore sconosciuto in scena. Se c’è qualcosa di quell’attore che mi conquista può accadermi di pensare a scrivere un testo per lui.

Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?

Nel mio caso la regia è sempre firmata da un’altra persona, la regia non mi interessa e non ho alcun desiderio di cimentarmi in essa. Mi piace scoprire come un’altra persona interpreta ciò che scrivo. In genere gli altri comprendono molto più del tuo testo di quanto non comprenda tu che lo hai scritto. Inoltre, un testo teatrale può avere più di una messa in scena, può essere interpretato e reinterpretato nel tempo da persone diverse, non si scrive mai la parola fine e questo è molto rassicurante. Molto più che in cinema, dove quando il regista tradisce la sceneggiatura il lavoro dello scrittore è morto per sempre.


Quanto si riconosce nella seguente citazione "Se il teatro non ci fosse stato, l'avrei inventato io per sopravvivere" di Mario Scaccia?

Diciamo che se il teatro non ci fosse stato avrei pregato Mario Scaccia di inventarlo. Io sono pigra, non ne avrei avuto la capacità.

Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale…

È di Gigi Proietti, credo: “Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso”.

L'ultimo spettacolo visto a teatro ? 

Non è l’ultimo che ho visto ma è l’ultimo che mi è piaciuto molto: “Misericordia” di Emma Dante.

Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo?

R: Per fortuna gli attori con cui vorrei lavorare sono tutti vivi e presenti. Ma se proprio dovessi dirne uno, direi Anna Proclemer. Uno degli spettacoli che mi fece innamorare del teatro, quando ero bambina, era interpretato da lei. “La signorina Margherita” di Athaide, ne parlo all’inizio di un libro che sarà in libreria a fine gennaio, “Scrivere il monologo”, edito da Audino Editore. Era totalmente priva di pudore, generosissima.

Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?

Cyrano de Bergerac. Penso che sia la commedia perfetta.

La migliore critica che vorrebbe ricevere?

Mi piacerebbe sentirmi dire che un mio spettacolo ha contribuito a curare una ferita. Mi è accaduto, che qualcuno me lo abbia detto, e sinceramente è l’unica volta che un giudizio mi ha dato davvero piacere.

La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?

Per me la peggior cosa che può accadere in teatro è di annoiare. Ma purtroppo non tutti abbiamo la stessa idea del divertimento.

Dopo la visione dello spettacolo, che cosa Le piacerebbe che il pubblico portasse con sé a casa?

Speranza.

C'è un passaggio, una scena che potrebbe sintetizzare in sé il significato e la storia de "Il miracolo".

Una battuta del personaggio femminile: “Credo che Dio ami la gentilezza”. Giovanni Zambito.


LO SPETTACOLO

Anna Cianca e Galliano Mariani, con la partecipazione di Patrizia Bernardini, portano in scena uno spettacolo contemporaneo, sentito, forte, in un certo senso provocatorio, in equilibrio tra dolore, speranza,  fede, attualità, riflessione.

Da quando il suo compagno - un ex sacerdote - è morto, dopo una devastante malattia, Sergio ha perso la voglia di vivere. Una sera, nel suo studio medico, ben oltre l’orario di ricevimento si presenta una donna sulla cinquantina, che sostiene di essere suora di clausura in un convento poco distante e di essere incinta, senza essere stata con un uomo. Sergio fa non poca fatica a convincere suor Teresa a sottoporsi agli esami di routine. Quando infine ci riesce, il referto sembra confermare ciò che il medico sospettava: la donna non aspetta alcun bambino. Un brutto tumore la sta devastando. Suor Teresa rifiuta però di credere alle parole di Sergio e di sottoporsi a qualsiasi cura, opponendo alla diagnosi la propria fede nell’evento miracoloso che, secondo lei, sta per accadere.

Il miracolo tocca temi di scottante attualità - il diritto a decidere del proprio fine-vita, la possibilità per le coppie gay di avere figli - ma è soprattutto uno spettacolo sulla fede, intesa come speranza attiva e come tale costruttrice di realtà, e sull’elaborazione del lutto.

“Non c’è niente di più inatteso che ritrovarsi nella parte dell’inseguito, quando chi ti da la caccia lo fa con la grazia nevrotica di suor Teresa.- annota il regista Christian Angeli. “ Ma è ancora più sorprendente scoprirsi nella parte dell’inseguitore, se la tua preda, a un primo sguardo, ha la smorfia scientificamente scettica del dottor Sergio. Ma allora che storia può essere questa, se non un lungo inseguimento amoroso? Sì, la magnifica ossessione di due anime che si sarebbero dovute incontrare sul palcoscenico di un musical di Broadway e invece si rincontrano in un anonimo studio medico, anche se, a dire il vero, non si erano mai visti prima. Infatti, parafrasando qualcuno, il miracolo è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti.”

INFO: 

IL MIRACOLO

Dall’ 11 al 23 gennaio

Dal martedì al sabato ore 21

Domenica ore 18

Teatro Cometa Off_ Via Luca Della Robbia, 47 Roma

Infoline e prenotazioni 0657284637

Biglietti: Intero 15 euro; Ridotto 12 euro

Fattitaliani

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