Le Radici a Castrocaro 2020: la nostra musica è fatta di impegno e sacrificio. L'intervista di Fattitaliani

Fra i finalisti della 63esima edizione del Festival di Castrocaro ci sono Le Radici, un duo composto da Marco Costanzo e Mario Cianniello, 27 anni entrambi di Napoli. A Fattitaliani riassumono le tappe più significative che li ha portati fino alla rassegna musicale, soffermandosi sulla grande occasione che una manifestazione del genere offre e naturalmente sul loro fare musica. L'intervista

Con quali esperienze musicali arrivate a Castrocaro? 
Come prime esperienze Marco ha partecipato a X-Factor 2017 e Karaoke Italia 1 nel 2014 e Mario ha collaborato con altre band in veste di produttore. 
Insieme nel 2017 poi abbiamo formato Le Radïci un duo Indie-pop di Napoli (Ponticelli) creando molteplici cover e mashup prodotte e arrangiate a modo nostro.
In particolare riscuotiamo un grande successo con con un pezzo di Adele "mescolato" con la famosa poesia di Totò "A livella" trasmesso anche su Radio Marte, e con un mashup realizzato unendo brani di Battisti, Pino Daniele, Beatles E Bob Marley, lanciato in onda durante la puntata di "Striscia la notizia".
L'estate scorsa abbiamo aperto concerti di artisti quali Mario Biondi, Bianca Atzei, Moreno, Biondo, Martina Attili, Gemelli Diversi, mentre a ottobre siamo stati selezionati tra i 60 finalisti per Sanremo giovani 2020.
Abbiamo appena concluso la realizzazione del nostro primo EP anticipato da i singoli "L'uomo che si innamorò della Luna" e Mi basterebbe il tuo nome "
A che punto della vostra carriera si situa questa tappa?
Castrocaro nasce da un lungo periodo di esperienze e di crescita della nostra musica, infatti l'anno scorso non siamo arrivati in finale per un soffio, qualificandoci undicesimi rispetto ai 10 finalisti che andavano in prima serata su Rai Due. Quest'anno per fortuna ce l'abbiamo fatta. 
Che significato assume per un giovane artista arrivare alla finale di Castrocaro?
Si tratta di una meta che per noi rappresenta la realizzazione delle nostre aspirazioni in quanto riteniamo Castrocaro una vetrina importante per portare a conoscenza la nostra musica, proprio come lo è stata per tantissimi artisti noti. 
Con quale canzone vi siete presentati alle selezioni? è stato facile "videoregistrare a distanza" causa Covid-19?
Ci siamo presentati alle selezioni con una cover e un nostro inedito dal titolo "Mi basterebbe il tuo nome". Durante il periodo del Covid 19, l'utilizzo della tecnologia ci ha permesso di agevolare tutto il nostro lavoro consentendoci la possibilità di ottenere un buon risultato di ciò che abbiamo fatto. 
Pensandoci dopo, secondo voi quali elementi vi hanno permesso di accedere alla finale?
Un valore che caratterizza il nostro modo di fare musica è l'impegno e il sacrificio. Questi due fattori sono stati per noi come un maestro di vita, che ci ha trasmesso il coraggio e la volontà di andare avanti con l'intenzione di migliorare la nostra musica ma soprattutto di migliorare il nostro modo di essere. 
Al di là di talent ed altre esperienze tv, quale può essere quel dato elemento che fa emergere davvero una nuova voce?
Il talento in primis ma soprattutto la capacità apportare un rinnovamento della musica e di elevarla in maniera tale che lasci un segno positivo neila memoria di chi ci ascolta. 
A quali musicisti e cantanti fate riferimento?
Facciamo riferimento ad artisti del passato e presente che per noi sono stati un'icona importante del nostro stile. Citiamo ad esempio Pino Daniele, Lucio Dalla, Venditti, Mango, Battisti, Calcutta, Brunori Sas, Negramaro, Cremonini, Mengoni e tanti altri. 
Con gli altri finalisti di Castrocaro avete occasione di conoscervi al di là dei meccanismi e dei momenti di gara?
Ovviamente con gli altri concorrenti passeremo molto tempo insieme quindi avremo modo di interagire a prescindere dalla competizione, sperando che si venga a creare un bel gruppo di amicizia. 
Quali progetti, che idee vi aspettano dopo la manifestazione?
Ci auguriamo che la vetrina di Castrocaro dia a Le Radïci la possibilità di portare a conoscenza la nostra musica avendo ben chiaro in mente un progetto che speriamo che decolli, ovvero la partecipazione a Sanremo Giovani. 
Siete due persone battagliere? Quando affrontate una gara o una selezione dite a voi stessi «ce la devo fare» oppure «l'importante è partecipare»?
Le competizioni diventano per noi uno sprono che ci spinge ad affrontare le cose con coraggio e decisione. Al tempo stesso manifestiamo con profonda convinzione anche il rispetto per tutti quelli che concorrono insieme a noi. 
Ci parlate un po' della canzone che portate al Festival? quanto vi rappresenta?
Sappiamo per esperienza personale e non che la  canzone che portiamo al Festival "Mi basterebbe il tuo nome" rappresenta molti ragazzi che vivono una realtà contraddittoria ossia di riflesso. 
Molti pur di piacere agli altri simulano di stare bene in un contesto che non riflette le loro aspettative, e quindi si pongono domande a cui non sanno dare una risposta in quanto essendo il problema molto diffuso diventa un azzardo confrontarsi con gli altri. 
In altre parole i ragazzi che sono ancora legati ai valori affettivi temono di manifestare le loro idee non più considerate di moda e quindi la ricerca della persona con la quale stare bene insieme si vanifica. Giovanni Zambito.

Fattitaliani

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