L’AQUILA
– E’ morto all’età di 94 anni lo scorso 12 maggio, ma solo ieri la famiglia ha
diffuso la notizia, il grande attore francese Michel Piccoli. Era nato a Parigi il 27 dicembre 1925 da una
famiglia di musicisti con origini ticinesi. Piccoli venne per qualche settimana a L’Aquila, mi pare nell’autunno del 1982, per le riprese del film di
Luciano Tovoli “Il generale dell’Armata morta”. Le riprese all’aperto furono girate
sull’altipiano di Campo Imperatore e
tra le balze del Gran Sasso che richiamavano il paesaggio albanese, gli
interni, se non ricordo male, a palazzo Palitti a Roio.
Il film, credo l’unico che il grande
autore della fotografia Luciano Tovoli
abbia girato come regista, era tratto dal romanzo del famoso scrittore albanese
Ismail Kadaré. Vi si racconta di un
generale dell’esercito italiano (Marcello
Mastroianni) e un cappellano militare (Michel
Piccoli) andati in Albania a
cercare i soldati italiani morti su quel fronte, per riportarne le spoglie in
patria.
Il generale Ariosto (Mastroianni) non è solo un militare di alto rango incaricato di andare
in Albania per cercare i resti dei soldati caduti durante la Seconda Guerra mondiale.
Sarà per lui un viaggio tra risentimenti, ricordi degli orrori vissuti in
guerra e vecchi rancori, in un contesto ambientale ostile, non solo per
l’asprezza dei luoghi. Ma è anche un uomo con una sua vita privata,
innamorato della contessa Betsy Mirafiore (Anouk
Aimée) e geloso dell’avvicinamento tra il prete don Benetandi (Michel Piccoli) e la donna, moglie del
comandante del battaglione blu, il Colonnello Di Breni, morto sul fronte
albanese. La contessa Mirafiore, donna bellissima e sensuale, è brava a mettere
in evidenza e in contrapposizione la gelosia tra i due uomini, il prete e il generale.
Quando il generale sarà pronto a riportare in
patria la sua 'armata morta' si renderà conto di aver esumato, insieme ai
poveri resti, ostilità e rancori di un popolo fiero come quello albanese. La
violenza grava sul destino degli uomini e la follia della guerra unisce in
un’identica desolazione sia i vincitori e che i vinti. Un cast di tutto
rispetto per quel film, anche con Gérard
Klein nelle vesti del generale Krotz e un giovane Sergio Castellitto.
Ricordo
che una sera il sindaco dell’Aquila Tullio
de Rubeis e qualche assessore - anche chi scrive, allora ero assessore alle
finanze -, la produzione ci invitò ad una conviviale. Andammo a cena alle Salette Aquilane, a Coppito, c’erano il
regista Luciano Tovoli, Michel Piccoli, Marcello Mastroianni, Anouk
Aimé ed altri attori e tecnici. Una bella serata, ricordo, nella quale pur
nell’apprensione mia d’incontrare personaggi di primo piano del cinema
mondiale, famosi e forse un po’ snob, scoprii invece un Mastroianni simpaticissimo e molto alla mano, un altrettanto simpatico
ed ironico Michel Piccoli, mentre la
sola Anouk Aimé si teneva un po’
riservata ma non sulle sue. Davvero una serata piacevole e a tratti assai divertente.
Luciano Tovoli
era invece di casa a L’Aquila,
giacché per via del forte sodalizio culturale che aveva con Gabriele Lucci, già da due anni avevano
messo su quella grande kermesse dell’Istituto
Cinematografico “La Lanterna Magica”, il festival Una Città in Cinema, con i direttori della fotografia e gli
altri protagonisti dei mestieri del cinema, che avrebbe fatto dell’Aquila una
capitale della Settima Arte.
Michel
Piccoli è stata un’icona del cinema francese ed europeo,
lavorando in oltre un centinaio di film con grandi registi come Luis Buñuel, Agnès Varda Alain Resnais, Jean-Luc Godard, Louis Malle, Claude Chabrol, Claude Lelouch,
Manoel de Oliveira. Con i registi italiani ha tra l’altro lavorato con
Elio Petri, Ettore Scola, Liliana Cavani,
e in magistrali interpretazioni con Marco
Ferreri in La grande abbuffata e
molti altri film, Marco Bellocchio in Salto nel vuoto per il quale Piccoli
venne premiato a Cannes come miglior attore, e con Nanni Moretti in Habemus
Papam, del 2011, dove prese il David di Donatello come miglior attore
protagonista.
Goffredo Palmerini