di Goffredo Palmerini - L’AQUILA - In concomitanza della Festa dell’Europa, il 9 maggio, la
Commissione Europea ha diramato l’elenco dei vincitori del Premio del Patrimonio Europeo - Premio Europa Nostra.
Il più
prestigioso riconoscimento nel campo della conservazione del patrimonio
culturale a livello europeo è stato assegnato quest’anno a 21 progetti,
presentati da 15 Paesi. Tra i progetti vincitori di Europa Nostra Awards 2020 tre riguardano l’Italia e ben due di essi
l’Abruzzo.
I tre progetti italiani premiati sono il restauro della Basilica di Santa Maria di Collemaggio
a L’Aquila, nella categoria Conservazione, mentre nella categoria Ricerca il Turin Papyrus Online Platform - progetto
del Museo Egizio di Torino che mette in rete tutto il materiale in papiro
presente nel museo - e la Rete
Tramontana III, progetto nato nel 2012 con una
partnership di 8 associazioni di cinque Paesi: Italia, Francia, Polonia,
Portogallo e Spagna. Per la parte italiana due le associazioni,
entrambe abruzzesi ed entrambe con sede presso l'Università di Teramo: BAMBUN (antropologia culturale) e LEM-Italia
(antropologia linguistica e sociolinguistica). Dunque grande soddisfazione nel vedere
l’Abruzzo sul podio in due dei tre
riconoscimenti assegnati all’Italia.
Il riconoscimento a Rete Tramontana III - unico progetto italiano incentrato sul tema
della conservazione del patrimonio culturale immateriale - è un risultato che
mette in luce il grande lavoro di documentazione e valorizzazione svolto dagli
otto partner della Rete sui patrimoni intangibili dei propri territori. “Questo progetto - ha affermato la
Giuria nella motivazione - promuove
un’idea dell’identità europea, e in particolare del patrimonio montano, che è
comune in tutta Europa. È un eccellente esempio di cooperazione internazionale
tra ricercatori con esperienza in diversi ambiti di studio. La metodologia
utilizzata nel progetto è replicabile in tutta Europa e ha il potenziale per
essere applicata in tutto il continente”.
Rete
Tramontana III si
basa sul lavoro completato durante i progetti Rete Tramontana I (2012-2013) e Rete Tramontana II (2014-2015), e ne espande le prospettive. In
queste precedenti fasi, la Rete Tramontana ha condotto oltre 1.200 indagini sul
campo negli ambiti della linguistica, dell’antropologia, dei paesaggi sonori e
dell’etnomusicologia. Sono state raccolte documentazioni fotografiche e
audiovisive e acquisiti repertori testuali. Parte di questo materiale è ora
disponibile su un portale internet ben progettato, di notevole importanza per
lo studio e la promozione della cultura delle regioni coinvolte. Oltre alle
attività di ricerca, sono stati organizzati seminari, attività didattiche,
mostre multimediali e proiezioni video, in collaborazione con numerose
istituzioni, università, scuole, fondazioni, biblioteche e musei.
Le due associazioni italiane della Rete
Tramontana III, BAMBUN (Ricerca Demo-etnoantropologica
e visuale) e LEM-Italia (Lingue
d’Europa e del Mediterraneo), hanno operato in Italia Centrale e in particolare
in Abruzzo, a stretto contatto con
le comunità rurali di montagna del Gran
Sasso e della Maiella. Dalla
loro collaborazione in seno alla Rete Tramontana è nato anche un progetto
congiunto dedicato alla costruzione di un inventario dei beni culturali
immateriali della zona del Gran Sasso e Monti della Laga: Gran Sasso Laga Intangible Cultural Heritage – ICH.
Le due équipe italiane di ricerca di Rete Tramontana sono formate da Gianfranco Spitilli (coordinatore:
Università di Teramo), Stefano Saverioni
(responsabile audiovisivo), Marta
Iannetti, Emanuele Di Paolo e Giancarlo Pichillo per l’Associazione
Culturale BAMBUN; Giovanni Agresti
(coordinatore: Université Bordeaux Montaigne), Silvia Pallini, Gabriella
Francq, Renata De Rugeriis, Giulia Ferrante per l’Associazione
LEM-Italia.
“Una grande
soddisfazione – afferma il prof. Giovanni
Agresti, ordinario presso l’Università di Bordeaux Montaigne e responsabile
scientifico per LEM Italia – il Premio
Europa Nostra alla Rete Tramontana, un'azione largamente abruzzese premiata nella sezione Ricerca, solo
tre azioni premiate, tra cui la nostra. La Rete Tramontana sulla raccolta e promozione dei beni culturali
immateriali delle aree di montagna del Vecchio Continente è un’iniziativa
già annoverata dalla Commissione Europea tra le "success stories" di respiro europeo, che vede
coinvolta come protagonista anche l'Italia con due associazioni, entrambe abruzzesi.”
“Sono certo –
aggiunge il prof. Agresti – che si saprà cogliere il valore di questo
riconoscimento così come quello tributato alla Basilica di Collemaggio,
capolavoro architettonico dell'Aquila. Nelle lunghe, decennali inchieste della Rete Tramontana l'Abruzzo è stato
abbondantemente studiato, coinvolto, rivitalizzato: dall'area del cratere sismico al massiccio
della Maiella, passando per il tessuto connettivo collinare del pescarese e del
teramano e oltre. In questa fase storica così delicata, in cui
esigiamo dalle istituzioni europee che “battano un colpo” e in cui le società
prendono pienamente coscienza dello straordinario valore della memoria delle
generazioni più anziane e della sua trasmissione alle nuove, crediamo che il
progetto Rete Tramontana sia di particolare significato e attualità”.
Vasta eco ha destato il Premio
Europa Nostra, nella categoria Conservazione, conferito al restauro della Basilica
di Santa Maria di Collemaggio. Dichiarazioni di legittima soddisfazione hanno
espresso il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini,
l’arcivescovo dell’Aquila Cardinale Giuseppe Petrocchi, il sindaco dell’Aquila Pierluigi
Biondi e la Sovrintendente per L’Aquila e i Comuni del cratere sismico, Alessandra
Vittorini. La Commissione Europea ed Europa Nostra, motivando il conferimento
del premio, definiscono il restauro di Collemaggio “un intervento che rappresenta la rinascita di una città. Il forte senso
di spiritualità e la partecipazione della comunità a questo progetto devono
essere considerati come parte integrante del tutto. Il progetto è un modello di best practice per la conservazione di siti gravemente danneggiati in tutto il mondo.
L’approccio globale adottato per affrontare le conseguenze di una catastrofe
naturale, compreso sia l’edificio che il suo contenuto, è esemplare.”
La Basilica di Collemaggio era stata fortemente danneggiata dal
terremoto del 6 aprile 2009. Il complesso restauro, finanziato interamente
dall’ENI con 13 milioni - più altri
2 per la risistemazione dell’attiguo Parco del Sole -, è stato curato dalla
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ed è durato due anni. Al
progetto hanno collaborato anche tre atenei: l’Università dell’Aquila, il
Politecnico di Milano e la Sapienza Università di Roma. Una sinergia che ha
consentito la ricostruzione degli archi, delle pareti e della copertura del
transetto, dei pilastri polilobati crollati, ricorrendo all’utilizzo dei
blocchi lapidei recuperati dalle macerie. Ricomposto anche il pavimento
danneggiato dal crollo, così come è stato riportato in funzione lo splendido
organo barocco, gravemente compromesso. Allo stesso modo sono tornati a nuova
vita gli affreschi realizzati tra il XIII e XV secolo e gli stucchi secenteschi
delle cappelle laterali. Il restauro, condotto con le più avanzate metodologie
di conservazione, restituisce alla Basilica il ruolo simbolico e identitario
che da oltre sette secoli ha per la comunità aquilana.
Fondata per volere di Pietro del
Morrone di
ritorno da Lione e consacrata nel 1288, nella basilica il 29 agosto 1294
l’anziano eremita fu incoronato papa prendendo
il nome di Celestino V, del quale conserva le spoglie dal 1327 nel mausoleo di
Girolamo da Vicenza. Ogni anno, dai Vespri del 28 agosto a quelli del giorno
successivo, vi si tiene la Perdonanza, il più antico Giubileo della Cristianità
istituito da papa Celestino con la Bolla del 29 settembre 1294, custodita sin
dall’emanazione dal Comune dell’Aquila nella cappella della Torre civica. La Basilica di Collemaggio è considerata la massima espressione
dell’architettura abruzzese, dichiarata nel 1902 monumento nazionale. Lo
European Heritage Award è il
riconoscimento più importante nell’Unione Europea nel settore del patrimonio
culturale. Il suo conferimento alla Basilica
di Santa Maria di Collemaggio è un altro rilevante tassello che s’aggiunge
al riconoscimento della Perdonanza
Celestiniana quale Patrimonio Immateriale dell’Umanità, deliberato
dall’Unesco nel dicembre 2019 a Bogotà.