CORONAVIRUS, LA RISCOPERTA DELLA NOSTRA ESISTENZA, PENSANDO AL FUTURO DELL’UMANITÀ

Fattitaliani
di Massimo Pamio Il nostro Paese, l’Italia, nel riprodurre l’esempio e nel ricalcare gli straordinari passi compiuti dalla Repubblica di Cina, ha mostrato, in questi giorni, con la sua scelta di fermare ogni attività, di voler rispettare fondamentali principi e di credere in valori altissimi se non supremi, in quelli secondo cui ciò che più importa per una nazione consiste nella difesa della salute di ogni suo singolo componente, e in particolare di quella dei più deboli e dei più vulnerabili.
Tale disposizione, voluta dal Governo ma subito rispettata con un esemplare comportamento da tutti i cittadini, attesta che in Italia la vita di un singolo suo individuo conta più di ogni altro bene, e che la difesa della vita si deve anteporre a tutti i privati interessi. L’esistenza di un solo uomo, se pure vecchio e già fuori del mondo produttivo, va intesa come un valore assoluto di riferimento per ogni azione civile, sociale, economica.

Questo momento di difficoltà e di minaccia di un oscuro nemico che incombe sulla salute pubblica ha fatto riscoprire in tutti noi il principio più alto della specie: che la vita di ogni singolo uomo è incommensurabile e vale più di ogni altro bene. A questo punto non possiamo gettare via questa constatazione per passare subito ad altro argomento.

È possibile che solo nei momenti di difficoltà si debba riscoprire la ricchezza più grande della nostra umanità? Oppure è possibile continuare per questa strada? È possibile insistere su un comportamento umano basato su valori e principi molto alti? Tale comportamento potrebbe anche migliorare le nostre condizioni di sopravvivenza nel pianeta?

Penso proprio di sì. Penso proprio che sia venuto il momento di riflettere, grazie a questa sfortunata contingenza dai risvolti apocalittici, di riflettere su come migliorare la vita della specie, a partire dall’atteggiamento che la Cina e l’Italia hanno adottato in questo frangente, che non deve essere solo un modo straordinario di difesa legato a una situazione eccezionale, ma forse un atteggiamento collettivo che dovrebbe essere adottato a livello globale.

Come? E perché?

Questa situazione, così come ci ha fatto riscoprire la parte migliore di noi stessi, dovrebbe illuminarci su nuove modalità di comportamento da estendere nel tempo, nella vita di ogni giorno. Bisognerebbe dedicare la nostra attenzione non tanto e non solo ad arricchire le nostre economie o a rendere le nostre vite più confortevoli, bensì concentrare gran parte delle nostre energie nel sostenere un’attività sociale ed economica più solidale e rispettosa del principio della vita.

Della vita non solo di ogni singolo componente dell’umanità, ma anche delle altre specie. Se in questi giorni è diminuito moltissimo l’inquinamento nelle zone che hanno fermato le loro attività, questo non ci dice nulla? Se questa epidemia colpisce proprio i polmoni, e se questa malattia si è sviluppata in terre molto inquinate atmosfericamente, questo non parla al nostro intelletto?

Dovremmo riscoprire che l’azione primaria dell’umanità non deve risiedere nel favorire il nostro bene particolare, che la nostra esistenza non si deve arricchire solo di beni materiali o di consumo. Se veramente siamo una specie capace di grandi scelte, se veramente siamo la specie più intelligente, che potrebbe sovraintendere alla vita di tutto il pianeta, dovremmo comprendere che non solo la vita di un singolo uomo vale più di tutti i nostri interessi ma che anche la vita di un singolo animale vale più di tutti i nostri interessi, e che la salvaguardia dell’ambiente in cui noi viviamo ma anche in cui le altre specie vivono, dovrebbe esserci cara e sacra. Che l’uomo dovrebbe cercare di creare l’ambiente migliore su questa terra non solo per sé stesso, ma anche per tutte le altre specie.

E che ogni singolo uomo dovrebbe tenere cara la vita non solo della propria famiglia, ma anche di tutte le altre famiglie di animali e piante che vivono accanto a attorno a noi, e che lo sfruttamento indiscriminato delle risorse della terra che viene ogni giorno perpetrato a danno della vita di piccoli gruppi di uomini, di grandi gruppi di animali e piante, sta comportando un pericolo grandissimo non tanto per le altre specie animali, quanto soprattutto per la nostra. E che se non stabiliamo un nuovo atteggiamento di rispetto nei confronti della vita delle altre specie e dell’ambiente, sarà la Natura a vendicarsi sulla nostra specie, e stavolta forse potrebbe essere definitivamente.


Massimo Pamio, poeta e saggista, è direttore del Museo della Lettera d’Amore, unico al mondo, ospitato nel Palazzo Valignani di Torrevecchia Teatina (Chieti). E’ direttore editoriale di Edizioni Mondo Nuovo. Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per meriti culturali, è studioso di Letteratura moderna e ha pubblicato in volume numerose opere. Recentemente ha pubblicato “Sensibile alle forme – Che cos’è l’arte” (Mimesis Edizioni). Ha ideato “Casa d’Autore” a Capestrano (L’Aquila), casa museo dove sono in mostra foto, testi e dipinti d’autore, che offre ospitalità gratuita ad artisti e scrittori.
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