The GigaHertz presentano l'album “Queen of Blow”: Fate rock, non fate la guerra! L'intervista

Le sonorità di The GigaHertz sono quelle del rock classico. Quello di mitiche formazioni degli anni 70, 80 e 90 come AC/DC, Avenged Sevenfold, Guns`n Roses e Dream Theater.
Nelle 10 tracce che compongono l’album si passa da sonorità dall’hard rock abbastanza pesante di brani come “Rock will be your drug”, “Wake Up Stand Up” e “Smiters and Fighters” a momenti di rock&roll più pacato, dove i riff poderosi dei chitarristi lasciano spazio ad assoli di pianoforte ed hammond del tastierista “Tecchio”. E come tutti i classic rock non mancano le ballate intimiste.
Parlateci del nuovo album...
L'album “Queen of Blow” nasce come raccolta delle prime 10 canzoni composte nell'arco dei nostri 4 anni insieme. Fin dall'inizio l'idea era ben chiara su che messaggio avrebbe dovuto trasmettere: il ritorno del rock, in tempi in cui il rock non è più in prima linea. Oltre a questo non mancano chiari riferimenti alla società che purtroppo ormai ci circonda, sempre più di "plastica", finta e ipocrita. Dell'ipocrisia si ha un riassuntiva descrizione nella seconda traccia " Smiters and fighters", in cui si fa riferimento alla gente comune che punta il dito contro i politici e i più forti, ma sempre questa gente comune una volta che per fortuna o casualità acquista potere, ecco che rinnega completamente gli ideali diventando come quelli che una volta accusavano. Potremmo stare giornate intere a raccontare tutte le tracce, ma possiamo riassumerle così: FATE ROCK, NON FATE LA GUERRA ;).
Quali sono i vostri cantanti di riferimento? 
I nostri musicisti, cantanti e band di riferimento sono tanti ma se dobbiamo citarne qualcuno in particolare possiamo nominare sicuramente gli AC/DC e gli Avenged Sevenfold che rappresentano a pieno il "concetto di musica" dei due chitarristi fondatori della band. Ognuno di noi però ha un proprio riferimento che va dalla musica classica suonata a colpi di tasti bianchi e neri, dal rock melodico "alla Vasco", dai riff Rock'n roll di Chuck Berry, ai riff decisamente più Heavy alla Petrucci. Un mondo molto vasto che sicuramente ci ha portato qualche rischio in più ma che ci ha caratterizzati fino a questo momento. 
Qual è l’esperienza lavorativa che più vi ha segnato fino ad ora?
Si passa dalla fabbrica, dal magazzino, dall'ufficio e dal negozio, ma credo proprio che nessuno di questi ci azzecca con noi. L'esperienza lavorativa più bella è stata ed è quella che finora nemmeno ci ha portato profitti: prove su prove, scrivere canzoni fino a notte fonda, avere le giornate col pensiero di come finire la canzone o di quale riff ci stesse meglio. Montare e smontare l'impianto per i concerti, chiedere date e girare a vuoto tra i locali in speranza di una chance. Ecco questo è un lavoraccio per quanto in Italia gira voce che sia una passeggiata, ed è questo che ci ha insegnato molto e ci ha fatti maturare. 
Invece quella mai fatta e che vi piacerebbe fare?
"Fai un lavoro che ti piace e non lavorerai un solo giorno della tua vita". Diciamo che ci stiamo impegnando per arrivare a mangiare con la musica. Altre soluzioni per noi non esistono.
Nel frattempo prendiamo in considerazione qualsiasi lavoro "tradizionale" per sperare un giorno di non farlo mai più e suonare e basta ! Ci vorranno anche 10 anni o 20 o 30 non importa. La nostra strada è una.
Progetti futuri? un tour?  
Dopo l'uscita dell'album abbiamo in progetto un tour in Italia e qualche locale all'estero. Ci stiamo organizzando ma non è facile specialmente coi tempi che corrono. Stiamo già componendo anche un secondo album che, pensiamo, sarà un'ulteriore crescita per noi da un punto di vista professionale. L'idea è di un progetto meno vasto di questo in uscita, più concentrato sull'Hard Rock puro e più ristretto ad un solo genere.  

Fattitaliani

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