«L’ispirazione mi coglie in qualsiasi momento, soprattutto quando nello scrivere un’opera riesci ad entrare nello scenario emotivo, immergendoti nelle sue fantasie coinvolgenti ed appassionanti» - di Andrea Giostra.
Ciao
Laura, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Come ti vuoi presentare ai
nostri lettori?
Ciao
Andrea e buongiorno a tutti i lettori. Ti ringrazio tanto per l’invito ricevuto
e sono profondamente onorata. Sono una persona dai forti sentimenti e principi,
che esplodono senza freni nel campo letterario e pittorico.
Chi è
Laura nella sua professione e nella sua passione per l’arte della scrittura?
Sono una
persona eclettica, solare, combattiva e solidale che attraverso l’arte tento
di trasmettere la forte sincerità dall’animo espressivo.
Ci parli delle tue opere
e pubblicazioni? Quali sono, qual è stata l’ispirazione che li ha generati,
quale è il messaggio che vuoi lanciare a chi li leggerà?
In breve: A)
quattro raccolte di poesie dai titoli 1) “Se parla l’anima” “Grafiche Ghiani” febbraio 2008; 2) “Brucia la notte” dedicata alle donne Dicembre 2009; 3) “Lento
il passo intensa la meraviglia” opera
pubblicata dalla Provincia di Cagliari nel 2011
ed edita dalla Scuola Sarda “Giglio; 4) “La
rinascita della tigre” nell’ambito della Collezione Letteraria “I Quaderni
dell’Ussero 2014” edita dalla “puntoacapo
Editrice”
di Cristina
Daglio – Pasturano
(AL) nel mese di Marzo 2014; B) una raccolta di racconti brevi, “L’indice
della mano destra – J’accuse” Edita
dalla A.M. Gentile Edizioni di Lecce nel
mese di Giugno 2018; C) un
calendario fotografico poetico nell’anno 2013; D) una collaborazione all’Editing
del libro “I Custodi della legalità” dello scrittore Ugo Spinella Racconti
brevi dedicato ai Mitici Custodi del 53° Corso di Guardia di Pubblica Sicurezza
di Vicenza del 1977, e nella copertina si riporta il ritratto di S. Michele
Arcangelo dipinto Olio su tela 100 x 80 dalla sottoscritta, presentato a Roma
il 19.09.2019 alla presenza del Capo della Polizia di Stato S.E. Franco
Gabrielli e altre autorità; E) tante
di quelle opere hanno ottenuto Primi Premi, Menzioni d’onore e Segnalazioni di
merito in molteplici concorsi letterari a livello nazionale ed internazionale; F)
In campo pittorico ho dipinto con varie tecniche: olio, acquarello, acrilico,
murales, su seta, su vetro specchi etc. L’ispirazione poetica posso sintetizzarla con un unico
filo conduttore “l’amore per la vita” in stretto rapporto con le
tematiche che affliggono il mondo.
Qual è la
tua formazione accademica e professionale? Come hai maturato l’arte di scrivere
racconti, storie, poesie…?
In generale la mia formazione letteraria - culturale è
fondamentalmente di tipo autodidattico, ho conseguito il diploma di ragioneria,
ho lavorato in vari settori e finalmente in campo letterario e pittorico ho
trovato la mia dimensione ricevendo la “Laurea Honoris Causa” da
parte della Constantinian University – Stato Rhode Island (U.S.A.) nel
mese di ottobre 2012 per meriti ottenuti in campo letterario e
guadagnando il “Premio alla Carriera” il 28 ottobre 2017
per meriti pittorici letterari nell’ambito della 5° Edizione del Concorso
internazionale di poesia, prosa e arti figurative “La Finestra Eterea 2017”
di Milano. Ho maturato da tempo la vena poetica, poiché fin da ragazza
avevo il desiderio di scrivere con emozione le osservazioni sui vari scenari
abituali di vita e delusioni adolescenziali. Sempre più forte la voglia di
scrivere di getto pensieri, aforismi che ho raccolto sul mitico diario
personale. Con immenso piacere ho studiato i grandi classici della letteratura
italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) nonché i moderni (Manzoni,
Leopardi, Pascoli) ed infine i contemporanei (Pasolini, Merini,
etc.). L’ispirazione mi coglie in qualsiasi momento, soprattutto quando nello
scrivere un’opera riesci ad entrare nello scenario emotivo, immergendoti nelle
sue fantasie coinvolgenti ed appassionanti.
Quali
sono secondo te le caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere
chi scrive per essere definito un vero scrittore, un poeta? E perché proprio
quelle?
Principalmente un grado culturale discreto, letture
di vari generi letterari: saggi filosofici, poeti classici e contemporanei. Un
bagaglio che aiuta alla formazione mentale di ciascun individuo. Serve essere
sé stessi sempre, esprimere con senso di abbandono del cuore e scrivere sul
foglio senza fobie, portando alto il nome, le idee, le contestazioni, con forti
urla. Il talento è innato, se lo detieni seminalo nel mondo per le nuove
generazioni, anche le nostre anime si arricchiranno.
Perché
secondo te oggi è importante scrivere, raccontare con la scrittura?
La scrittura è come un segnale di amore. L’esserci
per combattere e sostenere canti vitali o semplicemente dire e vedere aspetti
belli di una vita che a volte è molto dura.
Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai
amato leggere e che leggi ancora oggi?
Emily Dickinson, Alda Merini, i classici italiani. Leggo
ancora oggi la Bibbia, libro di estrema saggezza
e fede.
Charles Bukowski
a proposito dei corsi di scrittura diceva … «Per
quanto riguarda i corsi di scrittura io li chiamo Club per cuori solitari.
Perlopiù sono gruppetti di scrittori scadenti che si riuniscono e … emerge
sempre un leader, che si autopropone, in genere, e leggono la loro roba tra
loro e di solito si autoincensano l’un l’altro, e la cosa è più distruttiva che
altro, perché la loro roba gli rimbalza addosso quando la spediscono da qualche
parte e dicono: “Oh, mio dio, quando l’ho letto l’altra sera al gruppo hanno
detto tutti che era un lavoro geniale”» (Intervista a William J. Robson and
Josette Bryson, Looking for the Giants:
An Interview with charles Bukowski, “Southern California Literary Scene”,
Los Angeles, vol. 1, n. 1, December 1970, pp. 30-46). Cosa pensi dei corsi di
scrittura assai alla moda in questi ultimi anni? Pensi che servano davvero per
imparare a scrivere?
Quando questi
corsi perseguono scopi costruttivi e innovativi hanno un senso, al contrario
quelli rappresentati nell’intervista sopra riportata, sono fine a stessi poiché
privi di confronto progressivo, se non autoincensanti.
«Direi che sono disgustato, o ancor meglio nauseato … C’è in giro un sacco
di poesia accademica. Mi arrivano libri o riviste da studenti che hanno
pochissima energia … non hanno fuoco o pazzia. La gente affabile non crea molto
bene. Questo non si applica soltanto ai giovani. Il poeta, più di tutti, deve forgiarsi
tra le fiamme degli stenti. Troppo latte materno non va bene. Se il tipo di
poesia è buona, io non ne ho vista. La teoria degli stenti e delle privazioni
può essere vecchia, ma è diventata vecchia perché era buona … Il mio contributo
è stato quello di rendere la poesia più libera e più semplificata, l’ho resa
più umana. L’ho resa più facile da seguire per gli altri. Ho insegnato loro che
si può scrivere una poesia allo stesso modo in cui si può scrivere una lettera,
che una poesia può perfino intrattenere, e che non ci deve essere per forza
qualcosa di sacro in essa.» (Intervista di William Childress, Charles
Bukowski, “Poetry Now, vol. 1, n.6, 1974, pp 1, 19, 21.). Tu che ne pensi
di queste parole di Bukowski? Che poesia c’è in giro oggi? E come definiresti
la tua poesia dalla prospettiva bukowskiana?
Penso che Bukowski nella propria riflessione abbia maturato
l’idea qui descritta. Altrettanto penso che per poter determinare un’analisi
profonda occorra indagare a fondo la materia. Umilmente ritengo che la
democrazia della scrittura sia appannaggio di chiunque al fine di generare
cultura, emozioni e sentimento, elementi questi che nel mondo attuale latitano.
L’innovazione non deve, a mio modesto avviso, essere la chiave di lettura nello
scrivere. Ma dalla propria esperienza anche di vita, può nascere innovazione.
La maggior parte degli autori ha un grande sogno, quello che il suo romanzo
diventi un film diretto da un grande regista. A questo proposito, Stanley
Kubrik, che era un appassionato di romanzi e di storie dalle quali poter trarre
un suo film, leggeva in modo quasi predatorio centinaia di libri e perché un
racconto lo colpisse diceva: «Le sensazioni date dalla storia
la prima volta che la si legge sono il parametro fondamentale in assoluto. (…)
Quella impressione è la cosa più preziosa che hai, non puoi più riaverla: è il
parametro per qualsiasi giudizio esprimi mentre vai più a fondo nel lavoro,
perché quando realizzi un film si tratta di entrare nei particolari sempre più
minuziosamente, arrivando infine a emozionarsi per dettagli come il suono di un
passo nella colona sonora mentre fai il mix.» (tratto da “La
guerra del Vietnam di Kubrick”, di Francis Clines, pubblicato sul New York
Times, 21 giugno 1987). Cose ne pensi di quello che dice Kubrick? Pensi che le
tue storie sappiano innescare nel lettore quelle sensazioni di cui parla il
grande regista newyorkese? E se sì, quali sono secondo te?
Sempre in punta di piedi, ritengo che l’aspirazione
dello scrittore debba essere quella di perseguire un idea, un fine da proporre
all’analisi del mondo (piccolo o grande). Kubrik ha maturato
un’esperienza che sicuramente io non ho e pertanto non posso elaborare
tematiche contrapposte e me ne guardo bene. So soltanto che ciascuno esprime quello
che ha, il giudizio dal pubblico e dalla critica.
Una domanda
difficile Laura: perché i lettori di questa intervista dovrebbe comprare e
leggere i tuoi libri? Dicci qualcosa che possa convincere i nostri lettori a
comprare e leggere qualcuno dei tuoi libri.
Nessuna velleità nel proporre al pubblico le mie
opere, ma la provocatoria benevola domanda mi porta ad aprirmi, allora dico che
le mie poesie e racconti rappresentano come l’arte, il palcoscenico della vita
dove le storie si intrecciano dando luogo ad emozioni per un futuro innovato e
costruttivo come la fotografia che emana e blocca l’istantanea sezione di ogni
esistenza, immortalandola nel cervello.
Non ci fu mai scritta mirabile che descrivesse
in maggior modo il senso dell’arte nella vita, connubio inscindibile. La
bellezza non è l’immagine solo dell’essere anche se aiuta a dar una visione
esplicita, ma la vera bellezza sta dentro la nobiltà dell’anima che si dona
come un fiore che si schiude al tepore dei primi raggi di primavera, emanando
messaggi di oblio coinvolgendo lo spirito.
Infatti il concetto di
bellezza è soggettivo in tutti noi, ciò che è bello per noi non è bello per
altri. Però in valore assoluto la bellezza è armonia. L’armonia nel mondo
rappresenta la pace, elemento che salverà il mondo.
Esiste oggi secondo te una disciplina che educa alla bellezza? La
cosiddetta estetica della cultura dell'antica Grecia e della filosofia
speculativa di fine Ottocento inizi Novecento?
All’attualità parlare di
estetica rappresenta a mio modesto avviso un grande tema, nello scenario
consumistico che purtroppo domina. Ritengo che l’estetica sia l’armonia
dell’anima. Nello squallore odierno è difficile individuare questo canone, ma
lo scrivere e la cultura portano sulla via della bellezza che è vita.
Se dovessi
consigliare ai lettori tre film da vedere e tre libri da leggere assolutamente,
quali consiglieresti e perché proprio questi?
Film: 1) C’era una volta in
America; 2) Il miglio verde; 3) La vita è bella.
Libri: 1) La divina commedia; 2) Essere o avere; 3)
Il giorno della civetta. Non sono assolutamente in valore
assoluto i migliori film di sempre, ma rappresentano a mio avviso mostrano la
vita nella diversità come la divina commedia un capolavoro letterario.
Quali
sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti? A cosa stai
lavorando in questo momento e dove potranno seguirti i nostri lettori e i tuoi
fan?
I miei prossimi progetti all’orizzonte sono tanti,
ma sintetizzando sto lavorando ad un romanzo scritto a quatto mani, poi con un
gruppo artistico musica e poesia, e con un desiderio di ripartecipare ad un
film prosa. Il tutto in progress con entusiasmo, ma come sempre con i piedi per
terra, le illusioni infatti infossano gli animi, la concretezza li fa
rinascere.
Come vuoi
concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire ai nostri lettori?
Ai nostri lettori voglio intanto ringraziarli per aver
dedicato un po’ del loro prezioso tempo per leggere le mie impressioni su tante
cose della vita e dell’arte. Potranno seguire sui social Facebook, Instagram,
vari blog di cultura e sul mio sito www.lauraficco.it. Voglio ringraziare te Andrea per avermi permesso di
presentare la mia arte letteraria ed anche pittorica, in quanto ho alta stima
di tutto ciò che fai e produci professionalmente bene. Ai lettori invito a
tenersi sempre aggiornati appassionatamente, cercando di trovare in ogni
artista talento, positività, che saranno scorte emozionali per il futuro,
apprezzando o viceversa, ma servirà sempre a crescere culturalmente.
Laura Ficco
Andrea Giostra