Gisella Donadoni è nata a Bergamo il 3 marzo del 1976 ed è una conduttrice televisiva, attrice e giornalista italiana che ha svolto 20 anni di carriera giornalistica, che l’ha vista spaziare
dalla carta stampata, all’emittenza televisiva privata regionale a quella
nazionale con ruoli di redattrice, inviata, coordinatrice redazionale, autore,
conduttrice di trasmissioni e news. L'intervista di Caterina Guttadauro La Brasca per Fattitaliani.
Il suo esordio da cosa è
stato motivato?
È stato un esordio del tutto
casuale, se non fosse stato per mia sorella Daniela probabilmente avrei
continuato a perseguire unicamente il mio sogno da bambina: scrivere, diventare
giornalista. E invece, accompagnandola ad una trasmissione televisiva, mi sono
ritrovata con un microfono in mano e la richiesta, da parte degli autori, di
introdurre il presentatore. Nonostante la mia profonda timidezza l’ho fatto con
naturalezza e da li Gianna Tani, la mitica talent scout di Mediaset, ha cominciato
a propormi ruoli in trasmissioni di diverso genere, e quello che all’inizio
vivevo come un gioco divertente, esperienza dopo esperienza, è diventato
qualcosa che amo davvero, il lavoro giusto per me. In fondo ho realizzato anche
il mio sogno, con la differenza che non
ho scritto per la carta stampata ma per la tv.
Quanto conta la bellezza per avere
successo?
La bellezza è sicuramente un
ottimo biglietto da visita, ma un bel packaging resta semplicemente tale se non
custodisce al suo interno qualcosa di prezioso, ecco perché il successo, in
qualsiasi campo, non può prescindere da un innato talento coltivato attraverso
un’adeguata preparazione, fatta di studio, impegno, disciplina, fatica. Un
aspetto gradevole può portarti ad avere più opportunità di dimostrare quanto
vali e di ritagliarti il tuo posto nel mondo, ma per prendertelo devi
dimostrare di meritartelo, e non basta certo un
bel sorriso.
Viviamo in un mondo
altamente tecnologizzato ma si muore ancora di solitudine; il femminicidio è
storia di tutti i giorni ormai, c’è un grande degrado morale che ci porta
indietro di tanti anni. Il suo pensiero al riguardo?
La ringrazio per questa
domanda che mi dà la possibilità di parlare di un tema che mi sta molto a cuore
e che ho trattato, proprio pochi giorni fa, nell’ambito di un Convegno a
Palazzo Marino inerente i crimini relazionali. La donna oggi si è radicalmente
allontanata dallo stereotipo devozionale che tanto gratifica l’uomo e rivendica
con forza la sua autonomia, libertà, dignità, parità dei diritti.
Di fronte a questa nuova
donna volitiva alcuni uomini restano disorientati, si sentono indeboliti, pervasi
da una logica del possesso che è il contrario dell’amore, uomini che non
accettano la libertà delle proprie compagne, che non tollerano la fine di un rapporto,
che confondono la passione con la persecuzione. Uomini che non sono in grado di
fare i conti con la ferita narcisistica che deriva da un rifiuto, da un
abbandono, e che trasformano quel “Non posso vivere senza di te” in un “Non hai
il diritto di vivere senza di me”. Ogni donna ha il diritto e il dovere di non
tollerare, da parte dell’uomo che ama, alcun atto seppur minimo, che possa
andare in quella direzione. Mi auguro che presto le scuole, di ogni ordine e
grado, arricchiscano i loro programmi con corsi dedicati all’educazione
sentimentale e alla parità di genere, che possano educare all’empatia, al
rispetto dell’autonomia dell’altra persona, che possano insegnare ad
attraversare le esperienze della solitudine e dell’abbandono senza farne un
motivo di distruzione della vita propria o altrui.
Poter lavorare quanto ha
contribuito, secondo lei, a creare un’autostima nelle donne?
Sicuramente molto; noi donne
negli ultimi decenni abbiamo fatto un cammino straordinario in questo senso,
purtroppo però sono ancora parecchi i passi da compiere se consideriamo che
solitamente dobbiamo impegnarci il doppio degli uomini per ottenere uguali
risultati. E’ come se ci muovessimo in una sorta di limbo delimitato da un
soffitto di vetro creato da una società ancora troppo maschilista ed un
pavimento reso vischioso da remore che noi stesse a volte tendiamo a portare
avanti, da credenze autolimitanti, dalla difficoltà di dover conciliare lavoro
e famiglia.
Esiste, secondo lei, un
tipo di uomo che non fa, necessariamente, la scansione di seno e sedere, prima
di relazionarsi con una donna?
Certo che sì, e non credo
che uomini così siano una minoranza.
L’aspetto fisico è ciò che
di una persona ci colpisce di primo acchito, uomo o donna che sia, ma subito
dopo i primi secondi comincia la vera scoperta dell’altro e a quel punto anche
gli occhi cominciano a vedere l’invisibile, vanno oltre. Ecco allora che la
bellissima donna che ha colpito la fantasia di un uomo magari perde fascino ed
interesse rivelandosi povera di contenuti, mentre quella che al momento non
aveva brillato per aspetto fisico appare improvvisamente bella e piena di
fascino grazie ad una personalità brillante, ad una simpatia irresistibile o
per l’intelligenza delle sue parole. Sono pienamente convinta che non esista
potere seduttivo più forte di un gran bel cervello, e questo vale per entrambi
i sessi.
Se un personaggio del
passato volesse portarla a cena, lei chi preferirebbe?
Accetterei volentieri un
invito da parte di Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, avrei tante
domande da porgli, a cominciare da cosa o chi lo ha spinto ad indagare in
maniera così profonda l’enorme complessità dell’animo umano, come è arrivato a
scoprire le possibilità d’inganno o d’autoinganno della coscienza, e… chissà,
magari a fine serata potrei anche scoprire qualcosa di più su me stessa.
Come vive, se c’è, la competizione
con i suoi colleghi?
Grazie al tipo di
educazione ricevuta da due genitori stupendi non sono mai stata assalita da
sentimenti di gelosia o competizione sfrenata.
Sin dai tempi della scuola
ho sempre studiato con diligenza, non certo per il desiderio di essere la prima
della classe ma semplicemente perché ritenevo fosse mio preciso dovere non
sperperare i doni ricevuti.
Con lo stesso spirito ho
sempre affrontato il mio lavoro cercando di fare del mio meglio per non
deludere il pubblico, per ripagare la fiducia accordatami, guardando sempre il
mio, senza mettermi in competizione con altri se non con i miei limiti.
E non lo dico ritenendolo un
merito, bensì una benedizione, credo che vivere in perenne competizione sia una
vera tortura, al mondo ci sarà sempre qualcuno più bravo, più bello, più
interessante, più intelligente di noi, ma con impegno e dedizione possiamo
decidere di essere la miglior versione possibile di noi stessi.
Quanto conta per lei la
Famiglia?
La famiglia per me è tutto,
la mia vera ricchezza: i miei valori, il mio carattere, il mio modo di essere,
la mia educazione sono tutti doni preziosi di una famiglia meravigliosa che mi
ha sempre sostenuta, appoggiata e amata ed è sempre stata un porto sicuro in
quel mare in tempesta che è a volte la vita.
Gode di buona salute oggi
il cinema e lo spettacolo in genere?
Non molto, e lo dico con
grande dispiacere. I budget sono sempre
più scarni, tanto cinema di casa nostra si affida ancora a circuiti d’elite,
come le sale d’essai, e questo non giova alla loro visibilità. Le poche
visualizzazioni impediscono che si crei consenso anche intorno ai film più
belli e questo porta il grande pubblico a preferire quelli esteri, che arrivano
per lo più dagli USA, ed è un vero peccato per i tanti piccoli film italiani che
sono dei veri e propri gioielli, mi auguro si possa presto invertire la rotta.
L’ultimo libro che ha
letto?
‘Factfulness’ di Hans
Rosling, medico, statistico e accademico svedese che ha vissuto 20 anni in
Congo per studiare e combattere il konzo, una malattia epidemica paralizzante.
Una lettura interessante che consiglio a tutti, un antidoto all’angoscia dei
nostri giorni. L’autore, attraverso dati e fatti reali, dimostra come le cose
nel mondo vadano meglio di come pensiamo, per capirlo però dobbiamo imparare a
guardare ai fatti con curiosità, a metterli in prospettiva e a saperci stupire.
Lei ama di più
sorprendere o essere sorpresa?
Adoro sorprendere, credo sia
un modo bellissimo per dimostrare quanto teniamo alle persone che amiamo. Non
servono gesti eclatanti, a volte bastano piccole cose che facciano però capire
all’altro quanto siamo attenti ai suoi bisogni, ai suoi desideri.
Mi è capitato di stupire la
mia famiglia realizzando un libro fotografico che ne ripercorre i momenti
salienti, impiegando mesi a scovare e raccogliere materiale inedito. L’ho fatto
preparando una cena speciale, creando un’atmosfera particolare in un giorno
qualunque, per dire ‘ti amo’ alla persona che ho accanto. Purtroppo la
consuetudine tende a sminuire anche le cose belle, e allora non adagiamoci, non
cadiamo nella trappola del dare tutto per scontato, in amore e nella vita in
generale non stanchiamoci di sorprendere!
Come fa a mantenersi così
bella e in forma?
La ringrazio per il
complimento immeritato. Non ho grandi segreti. Cerco di fare una vita sana
praticando un po’ di sport, penso sia per tutti un vero e proprio toccasana,
non solo per il fisico ma anche per la mente. Sono troppo golosa per rinunciare
ai dolci ma scelgo con attenzione i prodotti
da portare in tavola e, come ogni donna, amo prendermi cura della mia pelle con
creme e sieri rigorosamente eco-friendly. Cerco poi di nutrire anche
l’interiorità con coccole per l’anima, quando lo stare bene nasce da dentro si
riflette anche all’esterno creando un’aura di fascino che non è data da ‘come’
si è esteriormente ma da ‘cosa’ si è nel profondo.
Qual è il suo rapporto
con il tempo che passa?
Ho sempre pensato che
crescere, invecchiare, non sia un dramma ma un’evoluzione naturale, un
privilegio che ci permette di coltivare, giorno dopo giorno, il potenziale che
abbiamo dentro di noi, di arricchire la nostra identità e acquisire maggior
consapevolezza. E se per affrontare questo bellissimo viaggio dobbiamo
sacrificare un po’ di tonicità del corpo, freschezza del viso ed accettare
qualche acciacco e ruga in più… pazienza, direi che ne vale assolutamente la
pena. Come scrive Kahlil Gibran “Se dovete nella vostra mente scandire il tempo
in stagioni, lasciate che ogni stagione cinga tutte le altre, e che l’oggi
abbracci il passato col ricordo ed il futuro col desiderio”. Credo proprio sia
questo il segreto per vivere al meglio ogni nostro domani.
Progetti in cantiere?
C’è un progetto
imprenditoriale a cui mi sto dedicando anima e corpo visto che si tratta di
qualcosa di inedito rispetto a ciò che ho fatto fino ad ora, un’idea nata dal
desiderio di fare qualcosa per la salute del pianeta e favorire un consumo più
consapevole. E’ ancora prematuro parlarne, posso però dirle che il tutto è nato
da un’esigenza personale, il desiderio di poter avere a disposizione prodotti
di qualità che tengano conto non solo del nostro benessere, ma anche di quello
della nostra amata e fragile terra.
Una carriera conquistata
gradino per gradino quella di Gisella Donadoni in un mondo come quello dello
spettacolo, in cui non ci si deve mai sentire “arrivati” anzi ripartire ogni
giorno con determinazione e umiltà.
FATTITALIANI ringrazia
questa bella persona, le cui risposte evidenziano che a determinare il successo
sono tanti fattori, pur essendo riconoscente alla sua immagine di Donna bella
in maniera discreta ed elegante.
Caterina Guttadauro La Brasca
Dopo gli studi in Scienze Politiche a indirizzo in discipline di economia politica e politica economica, e un lungo periodo come giornalista di cronaca, ha esordito in televisione come giornalista e speaker del Tg “Bergamo Notizie” e lavorando in redazione di prestigiose testate tra cui Rete 4.
Gisella Donadoni realizza per anni numerosi servizi giornalistici per programmi di Rete 4, coautrice e immagine di Talk show economico finanziari, tra cui "Money" e "Soldi", diviene poi capo autrice e conduttrice di "A casa loro", programma economico a cui prendono parte alcuni dei maggiori imprenditori italiani, per poi passare a condurre programmi di attualità e intrattenimento come Unomania in onda su Italia 1 con Federica Panicucci.
Partecipa alla conduzione di programmi RAI e Mediaset in Prima serata, tra i quali “Azzurro” (Rai 2, Italia 1), “Festivalbar” (RAI, Canale 5, Italia 1), “La sai l'ultima?” (Canale 5), "Ma mi faccia il piacere" (Italia 1), “Le Iene (programma televisivo)” (Italia 1). E' attrice nelle sitcom “Nonno Felice” (Canale 5) e “Casa Vianello” (Canale 5) e nella soap “Vivere” (Canale 5).
Nel 2015 fa il suo esordio sul grande schermo nella commedia “Matrimonio al Sud” con Massimo Boldi e Biagio Izzo, diventa poi coprotagonista della black comedy “Un nemico che ti vuole bene” a fianco di Diego Abatantuono e Massimo Ghini e di “Bene ma non benissimo” pellicola incentrata sul tema del bullismo. Dal 2016 Gisella Donadoni è nominata madrina e testimonial del Festival Internazionale del Cinema Nuovo di cui è Presidente onorario Pupi Avati.