Ci risiamo, un Paese europeo vive un momento di crisi e l'Unione Europea se ne sta lontana.
Un'altra volta l'Italia è al centro di una burrasca, questa volta sanitaria, ma manco una parola da parte dei grandi capi. Non un provvedimento unitario, una misura d'intervento comune, una dichiarazione aperta e chiara e solidale nei confronti della Penisola. Niente!
Possibile che i nostri sindaci e il nostro premier debbano barcamenarsi da soli in una situazione simile? si stanno comportando egregiamente date le circostanze.
È vero: su richiesta di Roma, la Commissione europea coordinerà l'arrivo dagli altri Paesi dell'Unione di medici, laboratori, esperti e medicinali ed è stato annunciato un pacchetto di 230 milioni di euro in aiuti finanziari nella battaglia al virus.
Ma la cosa più triste è che si nota un distacco totale dall'emergenza come se -déjà vu- riguardasse solo l'Italia. Giusto arginare l'infezione con blocchi e controlli, ma la solidarietà arriva anche attraverso una parola detta in una certa maniera piuttosto che in un'altra, un gesto, una telefonata.
E invece...
E la frase riportata sui giornali "A Bruxelles c'è piena fiducia nella gestione della crisi da parte del governo italiano"... suona come un eufemismo per dire "arrangiatevi"!.