Patrizia Floris, scrittrice, ci presenta il suo romanzo d’esordio “E se avessi paura?”. L'intervista


«Penso che il talento di uno scrittore sia insito nella persona. Lo scrittore deve cercare di affascinare i lettori con storie semplici o complicate, ma allo stesso tempo coinvolgenti» 
di Andrea Giostra

Ciao Patrizia, benvenuta e grazie per avere accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?
Salve, sono Patrizia Floris, sono nata e cresciuta a Cagliari. Sposata con una figlia e laureata in biologia. Prestata ora alla scrittura.
Qual è stato il tuo percorso artistico professionale di scrittrice? 
Sempre affascinata dalla lettura, ho provato a cimentarmi in una disciplina che mi potesse dar modo di esprimere la mia fantasia. 
Chi i tuoi maestri che ti hanno dato di più e che vuoi ricordare in questa chiacchierata?
La mia insegnante di scrittura espressiva Carmen Salis. 
Recentemente, settembre 2019, hai pubblicato un romanzo, “E se avessi paura?” edito da “Amico Libro”. Ci racconti come nasce questo libro e di cosa narra? Cosa dovranno aspettarsi i lettori e quale il messaggio che vuoi lanciare loro? 
Il libro nasce come un incipit durante il corso di scrittura espressiva, prima con un breve racconto e partecipando a un concorso letterario, dove mi è stata conferita un menzione come miglior testo in lingua italiana, e poi come romanzo. È la storia di un uomo e una donna ai tempi di internet. È un paradigma calzante di questo nostro tempo che corre veloce e dietro al quale ci affanniamo. Genera sorpresa e analisi profonda che condurrà entrambi, in parallelo, a costruire un percorso mentale e fisico diverso da quello atteso. È una storia che genera curiosità e ansia. Quello che voglio trasmettere ai lettori è quello di provare a godere di questo viaggio e a fare tesoro dei singoli dettagli, delle esperienze, degli incontri che determineranno cambiamento, pienezza e gioia di vivere. 
Una domanda difficile Patrizia: perché i nostri lettori dovrebbero comprare il tuo libro? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria a comprarlo. 
Il lettore, nel libro troverà una storia vera, vera come sono gli atteggiamenti e i percorsi che i due personaggi effettuano, sino alla fine, tenendo il lettore incollato al libro. 
Hai in programma degli appuntamenti pubblici dove presenterai il tuo nuovo romanzo? Se sì, li vuole elencare ai nostri lettori perché possano venire a trovarti? 
Sì. il 20 dicembre 2019 partecipo al Festival Letterario e Solidale San Bartolomeo, nella sala multimediale in municipio a Monserrato. 31 gennaio 2020 biblioteca comunale Capoterra. Il 21 febbraio 2020 biblioteca comunale San Sperate. 
Quali sono secondo te le caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi scrive per essere definito un vero scrittore? E perché proprio quelle qualità?
Penso che il talento sia insito nella persona. Lo scrittore deve cercare di affascinare i lettori con storie semplici o complicate, ma allo stesso tempo coinvolgenti.
«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano. Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso così.» (Ben Pleasants, The Free Press Symposium: Conversations with Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October 31-November 6, 1975, pp. 14-16.). Cosa ne pensi di queste parole di Bukowski? In uno scritto, in una storia, in un romanzo, cos’è secondo te più importante, la storia (quello che si narra) o come è scritta (lo stile, la narrazione, la scrittura originale, l’armonia, etc.…)? 
Ha ragione Bukowski, quando le storie più belle sono buttate giù d’istinto, “di pancia” come dice la mia insegnante di scrittura. Poi lo stile, l’originalità appartengono a ciascun autore. 
«Per scrivere bisogna avere immaginazione. L’immaginazione non si impara a scuola, te le regala mamma quando ti concepisce. Non ho fatto nessuna scuola per imparare a scrivere. Ho visto tanti film e letto tanti libri.» (Luciano Vicenzoni (Treviso 1926), intervista di Virginia Zullo, 12 aprile 2013, YouTube, https://www.youtube.com/channel/UCDiENZIA6YUcSdmSOC7JAtg ). Cosa ne pensi delle parole di Vincenzoni, uno dei più grandi e geniali autori del Novecento italiano? 
Vero. Bisogna essere creativi e avere una bella immaginazione. E ciò è dato dalle letture e soprattutto la scrittura ruba le storie degli altri. Bisogna saper ascoltare e osservare. 
Oggi proliferano le cosiddette scuole di scrittura creativa che promettono agli appassionati di scrittura che hanno l’ambizione di diventare scrittori di successo, che possono diventarlo se seguiranno i loro consigli e i loro corsi di formazione. Ma è davvero così secondo te? Charles Bukowski, grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista tanto geniale quanto dissacratore, a proposito dei corsi di scrittura diceva … «Per quanto riguarda i corsi di scrittura io li chiamo Club per cuori solitari. Perlopiù sono gruppetti di scrittori scadenti che si riuniscono e … emerge sempre un leader, che si autopropone, in genere, e leggono la loro roba tra loro e di solito si autoincensano l’un l’altro, e la cosa è più distruttiva che altro, perché la loro roba gli rimbalza addosso quando la spediscono da qualche parte e dicono: “Oh, mio dio, quando l’ho letto l’altra sera al gruppo hanno detto tutti che era un lavoro geniale”» (Intervista a William J. Robson and Josette Bryson, Looking for the Giants: An Interview with charles Bukowski, “Southern California Literary Scene”, Los Angeles, vol. 1, n. 1, December 1970, pp. 30-46). Qual è la tua posizione in merito? 
Infatti io non amo le imposizioni di una regola uguale per tutti. Lo scrivere è espressione libera di ciascun individuo. Libero di avere un proprio pensiero.
Quali sono gli autori che ami di più, che hai letto da ragazza, che ti hanno formata, che leggi ancora oggi e che ti senti di consigliare ai nostri lettori? 
Leggo autori come Donato Carrisi, Piergiorgio Pulixi, Dacia Maraini, Carver e altri. Durante la mia giovinezza ho amato Grazia Deledda, Verga e Boccaccio. 
Ti va di consigliare ai nostri lettori tre autori contemporanei e tre libri da leggere assolutamente nei prossimi mesi? E perché suggerisci proprio questi? Cosa hanno di particolare per incuriosire i nostri lettori affinché li comprino e li leggano? 
L’isola delle anime di Johanna Holmstrom. Io viaggio da sola di Maria Perosino. Che tu sia per me il coltello di David Grossman. Storie di donne, tutte e tre con vissuto e problematiche diverse. La prima, finita in un manicomio per aver ucciso i figli e subisce l’interazione con l’ambiente. La seconda, la solitudine e l’idea di viaggiare da sola. Una forma di indipendenza. La terza, un amore epistolare, dove attraverso delle lettere, ne resta colpita e forse sedotta, creando un mondo privato con chi le scrive. 
Nel gigantesco frontale del Teatro Massimo di Palermo, la mia città, c’è una grande scritta, voluta dall’allora potente Ministro di Grazia e Giustizia Camillo Finocchiaro Aprile del Regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, che recita così: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». Tu cosa ne pensi di questa frase? Davvero l’arte e la bellezza servono a qualcosa in questa nostra società contemporanea fondata sulla tecnologia e sulle comunicazioni social? 
Che l’arte qualunque sia ha la capacità di rinnovare e soprattutto di evolvere un popolo. E è proprio vero che chi è educato a ciò sarà sempre un passo avanti. La tecnologia e i social sono importanti per le comunicazioni veloci. Ma l’arte e la bellezza resteranno per sempre impressi nei libri e in tutto ciò che le rappresenta. 
A cosa stai lavorando in questo momento che puoi raccontarci?
Ho iniziato un nuovo progetto che per il momento è solo una bozza e degli appunti sparsi.
Dove potremo seguirti e come vuoi concludere questa chiacchierata? 
A proposito di tecnologia, i lettori possono seguirmi su Facebook come Patrizia Floris, sulla mia pagina “Un romanzo, una storia”, e su Istagram patrizia_floris. Ringraziandovi per l’interesse che avete proposto, auguro a tutti una buona lettura.

Patrizia Floris

Amico Libro editore

Andrea Giostra


Fattitaliani

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