«Sono una persona eclettica. Ho molti interessi che abbracciano svariate discipline... che io vedo comunque collegate le une alle altre in un tutto armonico anche se a volte piuttosto ‘esoterico’ ... Sono una ricercatrice spirituale in fondo...»
Ciao Maria Teresa, benvenuta e grazie per avere accettato il nostro invito.
Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?
Ciao Andrea e grazie a te per questa intervista. Ai lettori voglio
presentarmi esattamente come sono nella vita reale, ossia una persona eclettica
e che ha molti interessi. Sono “intellettualmente curiosa”. Mi è sempre
piaciuto studiare, amo la conoscenza, la cultura, cerco continuamente di
migliorarmi, di ‘ampliare i miei orizzonti’, di approfondire o esplorare nuove
aree, nuovi argomenti. Resterò una studentessa a vita. Questa mia natura si rivela anche nelle mie
pubblicazioni attraverso un approccio olistico e multidisciplinare. Olistico
non solo inteso nel senso di mente, corpo e spirito quali componenti
inscindibili, ma anche in quanto credo fermamente che tutto – essendo ogni cosa
fondamentalmente energia – sia unito a tutto il resto, a tutto ciò che ci
circonda. Multidisciplinare in quanto sono convinta che non ci sia alcuna
disciplina, né alcun sistema medico per quanto concerne il discorso ‘salute’,
che detenga la Verità assoluta o una risposta a tutte le nostre domande, quindi
una soluzione a tutti i nostri problemi. Al contrario, ritengo che ogni
disciplina, ogni scienza, così come ogni sistema medico, abbia in sé una parte
della Verità e che tutte/i insieme possano contribuire a completare il quadro,
qualunque esso sia e di qualunque settore si tratti.
Qual è la tua formazione professionale e artistica? Ci racconti il tuo
percorso che ti ha portato a svolgere quello che fai oggi?
Come ho accennato sopra, ho sempre
avuto molti interessi. Questo mi ha portata, in ambito professionale, a
maturare esperienze nei settori più svariati e a ricoprire incarichi diversi.
Molti anni lavorati al Ministero della Salute ed un successivo corso
manageriale amministrativo in ambito medico hanno spianato la strada agli studi
accademici, proprio qui negli USA, in Salute Olistica, che si sono
conclusi dopo anni con un Dottorato di ricerca e l’inizio della mia attività
come Naturopata. Per quanto riguarda la mia vena artistica, sin da bambina ho
amato leggere e scrivere. Anche i miei erano amanti della cultura e casa nostra
è sempre stata piena di libri di ogni genere e di enciclopedie. I miei primi
articoli furono pubblicati sul giornale In cammino quando
frequentavo ancora le elementari. Ho sempre sognato di intraprendere la carriera
di scrittrice a tempo pieno, ma almeno in Italia questa possibilità non
l’ho mai avuta, quindi ho optato, fino a quando vi sono rimasta, per altri
lavori. Sono stati proprio gli USA ad offrirmi l’opportunità di riprendere e
completare anche gli studi giornalistici, di collaborare con vari giornali e
riviste e di pubblicare molti libri su tematiche diverse ad iniziare proprio
dalla dissertazione di dottorato.
Nel 2019 hai pubblicato il tuo primo romanzo, “Oceano di sensi” editato
con indipendenti. Ci racconti come nasce questo libro, dove è ambientato e di
cosa narra?
“Oceano di
sensi” nasce non solo dalla
mia grande passione per la scrittura, ma anche dall’incontro
con alcune persone di origine italiana – generalmente siciliana – che sono vissute molti anni nella Libia pre-Gheddafi e che, in alcuni casi, ci sono persino nate. I racconti delle loro esperienze vissute in quel Paese mi hanno affascinata a tal punto che ho deciso di fare delle ricerche per approfondire sia una cultura di cui sappiamo molto poco, sia quella che è stata l’esperienza coloniale italiana in Africa durante e dopo il fascismo. La storia, esaminata con un atteggiamento di totale neutralità da parte mia, fa da sfondo a questo romanzo. Ho voluto immedesimarmi sia negli italiani che erano emigrati in Libia prevalentemente perché alla ricerca di un lavoro la cui precarietà nel nostro Paese e soprattutto nel Meridione sembra da sempre essere ‘nota dolente’, sia nei nativi libici che hanno sofferto a causa della colonizzazione con tutte le conseguenze del caso che hanno poi portato al colpo di stato del Colonnello Gheddafi. Il romanzo è ambientato in parte in Libia ed in parte in Italia. La protagonista è, per l’appunto, una giovane donna, Claudia, che nasce in Libia da genitori siciliani, la quale avrà una vita piena di colpi di scena. Fondamentalmente è un romanzo a sfondo storico, ma anche e soprattutto un romanzo d’Amore, quello vero, con la A maiuscola, che può arrivare all’improvviso, a qualsiasi età e travolgerti come un’onda gigantesca: di qui il titolo “Oceano di sensi”. Parlando d’amore, proprio in virtù della mia veduta dell’Uomo, della Vita e del Tutto, mi è sembrato naturale esaminare anche la sfera dei sentimenti, della sessualità e sensualità. Il risultato finale è stato che – benché all’inizio non lo avessi pianificato – il romanzo è diventato profondamente erotico e sicuramente adatto ad un pubblico adulto. Sta piacendo molto e ne sono veramente felice.
con alcune persone di origine italiana – generalmente siciliana – che sono vissute molti anni nella Libia pre-Gheddafi e che, in alcuni casi, ci sono persino nate. I racconti delle loro esperienze vissute in quel Paese mi hanno affascinata a tal punto che ho deciso di fare delle ricerche per approfondire sia una cultura di cui sappiamo molto poco, sia quella che è stata l’esperienza coloniale italiana in Africa durante e dopo il fascismo. La storia, esaminata con un atteggiamento di totale neutralità da parte mia, fa da sfondo a questo romanzo. Ho voluto immedesimarmi sia negli italiani che erano emigrati in Libia prevalentemente perché alla ricerca di un lavoro la cui precarietà nel nostro Paese e soprattutto nel Meridione sembra da sempre essere ‘nota dolente’, sia nei nativi libici che hanno sofferto a causa della colonizzazione con tutte le conseguenze del caso che hanno poi portato al colpo di stato del Colonnello Gheddafi. Il romanzo è ambientato in parte in Libia ed in parte in Italia. La protagonista è, per l’appunto, una giovane donna, Claudia, che nasce in Libia da genitori siciliani, la quale avrà una vita piena di colpi di scena. Fondamentalmente è un romanzo a sfondo storico, ma anche e soprattutto un romanzo d’Amore, quello vero, con la A maiuscola, che può arrivare all’improvviso, a qualsiasi età e travolgerti come un’onda gigantesca: di qui il titolo “Oceano di sensi”. Parlando d’amore, proprio in virtù della mia veduta dell’Uomo, della Vita e del Tutto, mi è sembrato naturale esaminare anche la sfera dei sentimenti, della sessualità e sensualità. Il risultato finale è stato che – benché all’inizio non lo avessi pianificato – il romanzo è diventato profondamente erotico e sicuramente adatto ad un pubblico adulto. Sta piacendo molto e ne sono veramente felice.
Cosa dovranno aspettarsi i lettori e quale il
messaggio che vuoi lanciare loro con questo romanzo?
I lettori – stando al mio proposito iniziale e ai riscontri
estremamente favorevoli che sto avendo – saranno trasportati in un mondo bello,
bello in quanto a ricchezza e profondità di sentimenti e pensieri, benché non
privo di sfide. Una narrativa semplice e diretta, ma ricca di cenni culturali e
descrizioni paesaggistiche, ma anche di domande altamente introspettive,
affascineranno il lettore, trasportandolo in luoghi che forse non conosce e di
cui sa poco oltre a farlo riflettere sul significato profondo della Vita e
dell’Amore.
Ci parli delle tue precedenti opere e
pubblicazioni? Quali sono, qual è stata l’ispirazione che li ha generati, quale
messaggio che vuoi lanciare a chi li leggerà?
Il mio primo libro è stato The Dynamics Of Disease and Healing:
The Role That Perception and Beliefs Play In Our Health and Wellness (Cartaceo) (De Donato, 2015) (Dinamiche della
Malattia e della Guarigione: Il Ruolo che Percezione e Credenze rivestono nella
nostra Salute e nel nostro Benessere), che è la versione integrale
della mia tesi di dottorato di ricerca, da cui successivamente ho tratto Disease and Healing Dynamics (eBook/Kindle) (De Donato, 2016) (Dinamiche della
Malattia e della Guarigione), che è la versione ridotta ed in
cui mancano solo le tre sessioni relative alle interviste con i 7 partecipanti.
Anche in questa versione ridotta, comunque, sono stati inseriti i risultati
ottenuti dallo studio e le mie personali osservazioni, analisi e conseguenti
deduzioni sui casi clinici. CONQUISTARE
L'INVISIBILE: Approccio Olistico al PTSD (Disordine da Stress Post-traumatico)
(De Donato, 2015, 2016, 2019) è una pubblicazione che, partendo da un’analisi
generale della salute
e dei traumi, si focalizza sul Disordine da Stress Post-traumatico, una grave
condizione mentale che sconvolge ogni anno migliaia di vite. Cosa si può fare per aiutare le sue vittime a
conviverci meglio, a gestirlo o persino a superarlo? Queste le principali
domande che mi sono posta. In questo
lavoro vengono esaminate varie metodologie olistiche che possono essere
utilizzate come terapie a sé stanti o integrative ai trattamenti medici
convenzionali sia farmacologici sia psicoterapeutici (ad esempio nutrizione,
erbalismo, omeopatia, oli essenziali, Fiori di Bach e Rescue Remedy, arteterapia,
danza, giardinaggio, tecniche di rilassamento, ipnosi, etc.). Il materiale in
esso incluso ha lo scopo di informare i lettori circa le molte terapie ed
attività che possono sostenere le vittime del PTSD nel loro percorso verso la
guarigione o quantomeno nel gestire questa condizione al meglio delle loro
abilità, motivandoli affinché partecipino in maniera attiva al recupero della propria
salute. Laddove farmaci e terapia
psicoanalitica fossero necessari le informazioni provvedute in questo libro, e
quindi le metodologie olistiche e le attività in esso menzionate, potranno
essere utilizzate ad integrazione dei trattamenti convenzionali. DARE TO RISE – Reshaping
Humanity by Reshaping Yourself (OSA ELEVARTI – Rimodellare l’Umanità Rimodellando
Te Stesso) (De Donato & Gorce-Bourge, 2016) è un libro a carattere
motivazionale e che ispira lo sviluppo personale. Analizzando alcuni
fondamentali cambiamenti che stanno avendo luogo nel mondo e che appaiono a
molti di noi come un incubo da cui sembra non riusciamo a svegliarci nonché
alcuni grandi passi che la Scienza ha fatto in questi ultimi decenni, nella
Fisica Quantistica, nella Genetica e nella Neuroscienza, stiamo capendo che il
Mondo non è così come pensavamo fosse. Sviluppare Consapevolezza e Presenza
nella vita può cambiare completamente la nostra percezione, dimostrare come
possiamo assumerci appieno le nostre responsabilità e contribuire nell’insieme
alla creazione di un mondo migliore. Attraverso una profonda esplorazione
dell’Amore, delle relazioni, del sesso, della salute e del lavoro, il lettore è
invitato ad intraprendere un incredibile viaggio interiore che – confidiamo –
lo porterà a cambiare sé stesso in meglio contribuendo, così facendo, alla
creazione di una migliore Umanità. Hunting for The TREE of LIFE:
A Spiritual Journey in the Garden Traditions (A caccia dell’Albero della Vita) (De Donato
& Sinkko, 2016), di cui sto realizzando l’edizione in lingua italiana che
uscirà a breve, è
un libro di carattere spirituale-religioso ed è dedicato a tutti coloro che
riconoscono la propria esistenza, e tutto ciò che di visibile o invisibile
esiste, come la conseguenza dell’operato di un’Intelligenza Superiore da cui
ogni cosa ha avuto origine, dipende e a cui è collegata. Qualunque sia il
concetto di Dio da parte del lettore – ossia che Dio venga concepito come l’Iddio
Onnipotente, il Creatore di ogni cosa, Yahweh, Geova, Allah, il Grande Spirito,
la Fonte, la Consapevolezza Suprema, la Mente dell’Universo, il Campo o
comunque desideri chiamarlo in armonia con il proprio intendimento, la propria
conoscenza ed abilità a connettersi a Lui/Lei in maniera profonda a
livello personale concependolo/a come un Padre amorevole o piuttosto come
Energia Dinamica in movimento, ma entrambi aventi personalità, volontà ed
uno scopo, l’invito rivolto da parte nostra al lettore è quello di unirsi a noi
in questo entusiasmante viaggio spirituale. Nel farlo noi autrici speriamo che
il lettore possa concentrarsi su, ed apprezzare il Messaggio Universale rivolto
a tutta l’Umanità così come sugli aspetti simili e che accomunano tutte le
religioni e che possono aiutarci a costruire una base d’intesa al fine di
negoziare e, possibilmente, superare le nostre differenze, i nostri contrasti
ed i motivi che ci separano. MENOPAUSA - I migliori anni
della mia vita: Come prepararsi per godere appieno degli anni della
perimenopausa, menopausa e post-menopausa (De Donato, 2018) è un libro che si
propone di rivoluzionare la veduta che la maggioranza degli uomini e delle
donne ha della perimenopausa, menopausa e post-menopausa, ossia come
l’inizio della ‘decadenza’. Questo mio lavoro, dal titolo decisamente
provocatorio, mira proprio a questo: a sfatare certe false convinzioni; a guidare,
ispirare e a motivare tutte le donne a cambiare prospettiva e ad approcciare
questo tempo della loro vita come una straordinaria esperienza di cui godere
appieno grazie ad un’alimentazione e ad uno stile di vita ottimali e ad
un’esistenza molto più sana, felice, soddisfacente, gratificante, a livello
fisico, mentale, emotivo e sessuale. Il libro si rivolge non solo alle donne,
ma anche ai loro mariti e/o compagni/partner per aiutare anche loro a capire in
cosa consistono questi ‘grandi cambiamenti’, come si manifestano ed in che modo
anche loro possono aiutare e supportare la donna. Dopo Oceano di Sensi, che ho
già menzionato, ho pubblicato ANELLI MANCANTI un romanzo autobiografico-storico-genealogico
che appassionerà il lettore trasportandolo nella storia d’Italia e non solo.
Per citare un breve parte della sua Prefazione “…Il libro è scorrevole,
leggibile con piacere. Permeato di
cultura e capacità di ricerca, si manifesta con una sintesi precisa e fluida
che piace al lettore. ... In un contesto di notizie, belle ed interessanti, la
trama si snoda partendo da diverse province italiane per arrivare a Roma, che
diventa centro della loro esistenza e viene descritta con amore nei suoi
aspetti durante tutto il secolo scorso.” (Dalla Prefazione del Dr. Edmondo Marra).
Questo mio libro, proprio per la sua natura ed i suoi intenti, che comunque
erano lungi dal desiderio da parte mia di risalire ad una mera lista di nomi e
vincoli di parentela, ma che ha piuttosto mirato ad una vera e propria
ricostruzione storica, ha richiesto lunghe e profonde ricerche. Il tempo che ho
impiegato per le ricerche è stato di gran lunga superiore a quello impiegato
per scrivere. Si è trattato di un lavoro
che mi ha affascinata come sta affascinando i lettori. È stato come un aprire
una serie infinita di scatole cinesi mentre io, aggirandomi in una sorta di
labirinto di informazioni, continuavo ad andare a caccia di un ‘tesoro
nascosto’. L'ultimo
libro che ho pubblicato è L’AUTISMO visto da una
PROSPETTIVA DIVERSA – La storia di successo di Cesare (De Donato & Tommasini, 2019),
in cui io ed il mio collega-autore abbiamo affrontato l’aspetto ‘Autismo’ da
una prospettiva olistica e multiculturale che mira a rivoluzionare non solo la
veduta sull’autismo che la maggioranza delle persone ancora ha, purtroppo, ma
anche e soprattutto il modo di approcciare le persone che ne sono direttamente
coinvolte, nonché l’eventuale sostegno da dare ai familiari che troppo spesso
sono lasciati soli senza la possibilità di avere una vita sociale. Piuttosto
che focalizzarci su quella che viene definita una ‘patologia’, quali autori
abbiamo voluto evidenziare l’unicità di questi ragazzi ed il grande
potenziale che è in loro e che anche loro hanno il diritto di esprimere,
nei loro modi e tempi, per vivere una vita al meglio delle loro possibilità ed
abilità. Questi ragazzi non chiedono altro che di avere l’opportunità di
manifestare il proprio modo di essere e di venire accettati per come sono da
una società di cui io e Tommasini abbiamo voluto mettere in discussione il
concetto di ‘normalità’ così tanto usato ed abusato, che loro generalmente
percepiscono come pericolosa, se non addirittura come nemica, e con cui hanno
difficoltà a relazionarsi. Anche questa pubblicazione sta piacendo molto e ci
sta dando tante soddisfazioni.
Come
nasce la tua passione per la scrittura? Ci racconti come hai iniziato e quando
hai capito che amavi scrivere?
Come
ho già anticipato, la mia passione nasce da bambina proprio grazie al fatto
che, venendo da una famiglia che ha sempre attribuito grande importanza alla
cultura, sono sempre stata circondata da libri. Ho iniziato a leggere all’asilo
ed alle elementari ero già immersa nella lettura dei grandi della letteratura
non solo italiana ed europea, ma mondiale. La lettura mi ha sempre ispirata
andando di fatto sempre a braccetto, nel mio caso, con la scrittura. Fino a
quando non ho pubblicato il mio primo libro, ho scritto tanto ugualmente, ma si
trattava di diari personali e di corrispondenza con amici.... fino a quando non
sono stata pronta per il salto dal privato al grande pubblico.
Una domanda difficile: perché i nostri
lettori dovrebbero comprare “Oceano di sensi” e gli altri tuoi
libri? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria a comprarne alcuni.
Come
ho spiegato sono una persona eclettica. Ho molti interessi che abbracciano
svariate discipline...che io vedo comunque collegate le une alle altre in un
tutto armonico anche se a volte piuttosto ‘esoterico’...da scoprire
insomma...cercando di vedere ‘oltre’ l’apparenza... Sono una ricercatrice
spirituale in fondo... Le tematiche che tratto sono molteplici e possono
interessare un vasto pubblico i cui lettori possono avere interessi diversi: da
tematiche legate alle terapie/metodologie/medicine naturali passo ad aspetti
psicologici, sociologici, religiosi, spirituali, mistici... Indago, mi pongo
domande cercando di coinvolgere quanto più possibile il lettore, ispirandolo e
motivandolo a seguirmi nei miei “viaggi” letterari... offrendo sempre una
doppia chiave di lettura...al tutto...di qualsiasi cosa si tratti... Ho uno
stile semplice e diretto: le mie narrazioni piacciono molto, a quanto mi dicono
i lettori che mi scrivono, e li fanno anche sognare..., li aiutano, aprono
nuovi orizzonti..., prospettive diverse... Questa è una sintesi, un “summary”,
dei messaggi che ricevo da coloro che mi leggono e che amano le mie
pubblicazioni. Accetto il fatto che non posso piacere a tutti. Purtroppo, o per
fortuna, pur amando il Vate..., sono tutt’altro che dannunziana!
Nel
gigantesco frontale del Teatro Massimo di Palermo c’è una grande scritta,
voluta dall’allora potente Ministro di Grazia e Giustizia Camillo Finocchiaro
Aprile del Regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, che recita così: «L’arte
rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri
a preparar l’avvenire». Tu cosa ne pensi di questa frase? Davvero l’arte e
la bellezza servono a qualcosa in questa nostra società contemporanea
tecnologica e social? E se sì, a cosa serve oggi l’arte secondo te?
Assolutamente
sì! “Fatti non foste a viver come bruti...ma per seguir virtute e canoscenza...”
recitava il Sommo poeta ed aveva ragione. Solo l’arte e la bellezza in tutte le
loro manifestazioni e dimensioni possono salvare il Mondo. In effetti l’Arte e
la Bellezza nella loro essenza più pura dovrebbero essere sinonimo di
sensibilità, profondità di animo, di spirito, riflettere anche empatia,
solidarietà e quindi amore incondizionato, a mio modesto avviso. Dovrebbero
andare di pari passo ed essere una metafora di una spiritualità elevata, quindi
anche di un modo di porsi e relazionarsi con gli altri, con il Mondo, con il
Tutto. Tutto questo non è di per sé in contrapposizione alla “nostra società
contemporanea tecnologica e social”. Il problema, anche in questo ambito, non è
mai causato da cose, strutture, processi, o strumenti utilizzati, ma dall’uso
che se ne fa e dai motivi che spingono all’azione. Il male – quindi, l’errata
applicazione, l’uso improprio della tecnologia – risiede sempre nell’individuo.
Triste a dirsi, in questi ultimi decenni abbiamo assistito ad un impoverimento
culturale e ad un degrado ad ogni livello dell’uomo che si è rispecchiato in
ogni cosa, in ogni azione intrapresa, dando risultati spesso catastrofici e
peggiorando situazioni che, in alcuni casi, erano già precarie o comunque
compromesse. A mio avviso – stando ai risultati che vedo – mi sembra ci sia
stata anche, forse volutamente provocata, persino una diminuzione del quoziente
intellettivo... altrimenti è molto difficile spiegarsi certi ragionamenti e
certe logiche che caratterizzano il pensiero corrente di molti... L’arte e la
bellezza trascendono da tutto ciò (o almeno dovrebbero trascendere) e proprio
perché trascendono da tutto questo e mirano o comunque sono (o dovrebbero
almeno esserlo) la manifestazione dell’elevazione dello spirito costituiscono
gli unici strumenti che abbiamo, oltre all’amore, per cambiare tutto e
partecipare alla creazione di un Mondo migliore. Sono molto felice di assistere
ad un pullulare di iniziative, di associazioni e di organizzazioni che operano
nell’ambito dell’Arte in tutte le sue forme, cui partecipano persone di ogni
età, ceto sociale, etnia, e con background personali e professionali dei più
svariati e che sono estremamente attive su tutto il territorio nazionale.
Questo aiuta il recupero dei valori, ma anche del senso della Vita, che non può
assolutamente essere basato sull’amore per il denaro e per il potere, il cui
risultato catastrofico è sotto gli occhi di noi tutti.
Quando parliamo di bellezza, siamo così sicuri
che quello che noi intendiamo per bellezza sia lo stesso, per esempio, per i Millennial,
per gli adolescenti nati nel Ventunesimo secolo? E se questi canoni non sono
uguali tra loro, quando parliamo di bellezza che salverà il mondo, a quale
bellezza ci riferiamo?
La risposta a questa domanda non è semplice, ma
piuttosto articolata. Prima di tutto dobbiamo accettare il fatto che sarà ben
difficile per noi tutti concordare sul concetto di “bellezza”, di “bello”
perché, se esaminato attentamente, ognuno di noi ha una veduta del tutto
personale su ciò che è bello e ciò che non lo è. Questa veduta dipende da
innumerevoli fattori tra cui interessi e gusti personali e una percezione
propria di ciò che viene osservato e ritenuto bello o meno. “Bello” diventa
quindi un attributo estremamente soggettivo... A volte anche ciò che è ritenuto
dalla maggioranza “bello” a qualcuno potrebbe non piacere... E qui mi fermo prima di finire in discorsi
filosofici e persino metafisici... Il concetto di bellezza può, quindi, non
solo essere soggettivo, ma anche generazionale... e certamente, come è
implicito nella tua domanda, i gusti – o meglio, le tendenze – possono cambiare
a seconda delle generazioni. Questo però non significa, a mio avviso, che i Millennial,
tanto per rifarmi all’esempio da te citato, non possano ammirare dipinti, opere
teatrali e/o letterarie di Grandi artisti del passato... Ci sono cose, quali ad
esempio l’amore ed il senso della spiritualità – che può trasmettere anche
un’opera d’arte – che trascendono da tutto, sono universali, ricercati, amati e
perseguiti da sempre nel corso della storia...
Esiste oggi secondo te
una disciplina che educa alla bellezza? La cosiddetta estetica della cultura
dell'antica Grecia e della filosofia speculativa di fine Ottocento inizi
Novecento?
Vivo da 25 anni negli
USA. So che nel frattempo ci sono state varie riforme, qualcuna anche
scolastica, molte con effetti deleteri, a mio avviso... Il solo fatto di
‘proporre’, ad esempio, l’abolizione di una materia come la geografia è da
folli, a mio avviso. Pensare di abolire
il latino perché “lingua morta”, diventa addirittura un insulto e, per noi
italiani che siamo, siamo stati e saremo sempre, quali discendenti dei Romani,
un popolo circondato dall’Arte – cosa che ci invidia il mondo intero (non smetterò
mai di ripeterlo) – è addirittura un suicidio. Ciò premesso e per rispondere
alla tua domanda, tutto ciò che ho appena menzionato mi fa intuire il livello
di degrado intellettuale, culturale e probabilmente anche mentale che c’è stato
e che dobbiamo assolutamente recuperare. Mi sembra che in una situazione di
questo tipo sia difficile individuare un canale o una disciplina specifica che
possa di per sé educare alla bellezza. Credo piuttosto che, almeno al momento,
il tutto dipenda prevalentemente dalle iniziative che i singoli individui, le
associazioni e le organizzazioni ed anche la stampa alternativa prendono sul
territorio e dal livello di partecipazione e di interesse che viene manifestato
localmente dalla popolazione. Mi auguro che le istituzioni possano intervenire
in maniera più incisiva nel recupero di tutto ciò che è andato perso – Arte e
Bellezza incluse. Non si tratta solo di informare, ma piuttosto di ‘rieducare’,
a mio modesto avviso, alla bellezza e alla cultura.
Charles
Bukowski, grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista tanto geniale
quanto dissacratore, a proposito dei corsi di scrittura diceva … «Per quanto riguarda i corsi di scrittura io
li chiamo Club per cuori solitari. Perlopiù sono gruppetti di scrittori
scadenti che si riuniscono e … emerge sempre un leader, che si autopropone, in
genere, e leggono la loro roba tra loro e di solito si autoincensano l’un
l’altro, e la cosa è più distruttiva che altro, perché la loro roba gli
rimbalza addosso quando la spediscono da qualche parte e dicono: “Oh, mio dio,
quando l’ho letto l’altra sera al gruppo hanno detto tutti che era un lavoro
geniale”» (Intervista a William J. Robson and Josette Bryson, Looking for the Giants: An Interview with
charles Bukowski, “Southern California Literary Scene”, Los Angeles, vol.
1, n. 1, December 1970, pp. 30-46). Cosa pensi dei corsi di scrittura assai
alla moda in questi anni? Pensi che servano davvero per imparare a scrivere e
per far diventare scrittori di successo chi li frequenta?
A mio avviso Bukowski
ha ragione al 50%. Quello che dice lo condivido perché spesso dimostra d’essere
vero... Esiste però anche un’altra faccia della medaglia altrettanto vera e
valida. Ci sono corsi di scrittura ottimi e che possono realmente essere utili.
Il problema, però, a mio avviso è un altro: tutto può servire, anche un corso
di scrittura fatto da gente seria, preparata e competente. L’importante è
rendersi conto del proprio stato, del proprio livello di preparazione,
accettare la realtà per quella che è. Se si hanno già limiti con la grammatica,
la sintassi, la punteggiatura, l’ortografia e quant’altro... la nostra passione
per la scrittura non sarà sufficiente e sarà meglio dedicarsi ad altro, magari
ad un’altra forma di arte. Un corso di scrittura non può creare il talento in
nessuno. Il talento o lo si ha o non lo si ha. Semmai lo si può raffinare, ma
non improvvisare. Inoltre è altrettanto importante non confondere il nostro
desiderio o anche bisogno di scrivere con il talento. Dobbiamo essere sinceri
ed onesti con noi stessi e capire quali sono i nostri limiti e quali le nostre
potenzialità.
«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia
un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano.
Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è
una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso
così.» (Ben Pleasants, The Free Press Symposium: Conversations with
Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October 31-November 6, 1975, pp.
14-16.) Secondo te perché un
romanzo, un libro, una raccolta di poesie abbia successo è più importante la
storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o
meno originale e accattivante per chi legge), volendo
rimanere nel concetto di Bukowski?
In questo caso mi sento molto vicina a Bukowski perché quando scrivo sono
una fiume in piena, quindi estremamente concentrata sul contenuto.
Personalmente, pur essendomi cimentata nella poesia ed avendo avuto anche dei
riconoscimenti – una Honorable Mention e un President’s Award of Literary Excellence – sento di essere
più portata per saggistica e narrativa che non per altro, quindi non mi pongo
nemmeno io troppe domande sulla forma che il mio lavoro assumerà. Per
rispondere alla tua domanda... Credo siano importanti entrambe e che per avere
successo debbano comunicare delle forti sensazioni ed emozioni al pubblico. Se
l’autore non riesce a raggiungere questo risultato... dubito che possa ottenere
successo.
Quali sono secondo te le
caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi scrive per
essere definito un vero scrittore? E perché proprio quelle qualità?
Alcuni aspetti li
abbiamo già menzionati, ad iniziare dal talento che, come ho già spiegato,
ritengo che o lo si ha o non lo si ha e che non lo si può né creare né
improvvisare, ma eventualmente solo ‘raffinare’. Il talento è, generalmente,
affiancato anche da una grande passione, il che incrementa la possibilità di
successo in maniera esponenziale. I veri scrittori sono generalmente anche
persone molo autodisciplinate, che manifestano anche un grande spirito di
sacrificio ed una grande determinazione: si prefiggono una meta e lavorano
senza sosta fino a quando non l’hanno perseguita. Non tutti sono dotati di
queste caratteristiche né tutti hanno intenzione o sono motivati a svilupparle,
ragion per cui già da qui inizia una vera e propria suddivisione tra coloro che
scrivono per hobby... e coloro che invece ne hanno fatto o vogliono farne lo
scopo della loro vita...
Chi sono i
tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e
che leggi ancora oggi?
Sono troppi per poterli nominare
tutti. I classici della letteratura soprattutto di quella a cavallo tra ‘800 e
‘900 sicuramente. Sono amante di Luigi Pirandello, di Pier Paolo Pasolini,
di Bertolt Brecht, ma anche di Oriana Fallaci e Tiziano
Terzani che sento molto vicini, di Erich Fromm, di Milan Kundera,
Oscar Wilde...
Gli autori e
i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai
nostri lettori almeno tre libri e tre autori da leggere nei prossimi mesi
dicendoci il motivo della tua scelta.
Le Mille e una notte (opera di autori vari
e sconosciuti): è una raccolta di novelle orientali scritte da autori diversi a
partire dal X secolo e caratterizzata da uno stile narrativo rappresentato da
quello che viene definito il ‘metateatro’ o ‘teatro nel teatro’, una tecnica
utilizzata successivamente anche da Shakespeare e Pirandello. Sia i racconti
sia le ambientazioni sono particolarmente suggestivi ed offrono, a mio avviso,
un modo per assaporare un mondo ed una cultura da noi così diversi, di cui
sappiamo purtroppo ancora molto poco e che, comunque, per ragioni varie
affascinano. La metamorfosi (di Franz
Kafka):
un’opera allegorica che ben rappresenta come nella nostra società – anche
attuale – la ‘diversità’ venga non solo non compresa ma, peggio ancora, stigmatizzata
ed emarginata. Un libro estremamente attuale e che spinge alla riflessione e ad
una presa di coscienza. Fuga dalla libertà (di Erich Fromm):
un’opera assolutamente da leggere e su cui riflettere. Non esiste nulla che
spaventi l’uomo più della libertà... perché la libertà – quella vera – implica
assumersi delle responsabilità, uscire dal proprio guscio ed affacciarsi al
mondo, alla possibilità di avere successo, ma anche di fallire, di fare un
salto nel buio/nel vuoto. Di fronte a tutto ciò, all’incognito, alla
possibilità di fallire la storia mostra che la stragrande maggioranza degli
uomini preferisce obbedire ad un capo che dica loro cosa fare e cosa non
fare... perché, così facendo, li farà sentire al sicuro e protetti.
Quali sono i tuoi prossimi progetti
e i tuoi prossimi appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?
Al momento sto ultimando la versione
italiana del mio libro Hunting for the TREE of LIFE che, come ho già
spiegato, spero di pubblicare quanto prima. Al tempo stesso sto lavorando ad
altre pubblicazioni che dovrebbero essere disponibili entro primavera 2020.
Dove potremo seguirti e come vuoi
concludere questa chiacchierata?
Coloro che desiderassero seguirmi potranno
farlo tramite i social, il mio sito, il mio blog e sulla mia pagina di Autore
Amazon. Basta comunque che mi cerchino su Google (Maria Teresa De Donato) per
avere tutte le informazioni al riguardo. Sarò ben lieta di entrare in contatto
con tutti gli amici che mi seguiranno e/o scriveranno. Grazie a te, Andrea, per
questa opportunità. È stato un vero piacere.
Maria Teresa De Donato
Oceano di sensi
Andrea
Giostra