Il 24 ottobre alle 21,30 su Rai 3 torna “A
raccontare comincia tu” il ciclo di interviste speciali firmate da Raffaella
Carrà.
Il programma è un adattamento del format spagnolo di Bertin Osborne “Mi casa es
la tuya”. Prodotto da Rai 3 in collaborazione con Ballandi Arts.
Scritto da Raffaella Carrà, Sergio Iapino, Giovanni Benincasa, Salvo Guercio e
Caterina Manganella.
Regia di Luca Granato e Sergio Iapino che cura ace la Direzione Artistica.
La critica della precedente edizione era stata molto positiva.
A sottoporsi alle sue domande saranno: Renato Zero, Loretta Goggi, Luciana
Littizzetto e Vittorio Sgarbi.
“Un programma intimo e piccolo” esordisce così la Raffa nazionale che ha fatto
la storia della Tv sempre con molto garbo e trattando sia i tantissimi ospiti
che si sono succeduti nei suoi innumerevoli programmi, sia gli intervistati
della prima edizione del programma e sia gli spettatori sempre con grande
rispetto.
Nella sua carriera è stata guidata sempre dalla sua grande saggezza che le ha
sempre fatto scegliere ciò che era meglio fare. Il rigore con il quale ha impostato
la sua vita l’ha portata a diventare perfezionista.
Prepara le interviste leggendo un tomo di 250 pagine sulla persona che deve
intervistare. Più che un’intervista lei la chiama un incontro che dura due ore
e mezza, il tempo necessario per cercare di capire nel profondo chi gli sta di
fronte.
Non ha uno studio televisivo ma si reca a casa dell’intervistato, proprio a
sottolineare l’intimità che deve crearsi tra loro.
“Alla mia età, le imprese più difficili sono quelle che mi piacciono di più! Un
impegno diverso rispetto a ciò che ho sempre fatto ma non per questo meno
impegnativo. Credo che si possa parlare anche di argomenti forti come tragedie,
drammi, lutti, riuscendo a veicolare questi argomenti sempre con un pizzico di
leggerezza.
“Qualcuno le ha detto di no?” Roberto Benigni ma ne sono felice perché me l’ha
detto personalmente.
Non c’è più tempo per dei fuoriscena. Sono sempre stata un soldatino e adesso
ho voglia di rilassarmi.
Da buona emiliana e mezza romagnola sono rimasta sempre con i piedi per terra.
Qualcuno le chiede della rivalità tra lei e la Goggi e lei risponde “Siamo
stati Bartali e Coppi degli anni 70. La
Goggi è diversissima da me, ha un grande talento e Rai 1 dovrebbe accorgersene”.
Sono rimasta molto legata alla TV generalista, fatta da vivo e con i
conduttori. Guardo un po’ di tutto ma non tutto mi piace!
Amo la vita, adoro viaggiare. Sono moto
presa dai libri di Gianluigi Nuzzi. Amo la libertà e avere del tempo senza
guardare l’orologio, senza chiedermi cosa dovrò fare domani. Da quando avevo quindici anni non ho mai avuto
tempo per me. Tornare in TV mi fa sentire una diciottenne scatenata.
Elisabetta Ruffolo