Alessandro Tersigni ne "Il paradiso delle signore": per me il lavoro è sacro. L'intervista di Fattitaliani


Un uomo di successo che nonostante molte vicissitudini e bastoni tra le ruote, è riuscito a riportare il Paradiso dellesignore ai fasti di un tempo. Da creativo è riuscito a conquistare non solo moltissime clienti, grazie agli eventi organizzati ma anche la stima di chi lavora con lui e soprattutto l’amore di Marta. Questo matrimonio si farà? Chissà…Fattitaliani.it ha intervistato Alessandro Tersigni

Come sarà Vittorio nella quarta serie? 
Ci sarà un’evoluzione grazie anche ad un nuovo socio, lui tornerà ad essere un pubblicitario creativo e l’uomo all’avanguardia com’era nel serale. Avrà molto più spazio e sarà molto più libero di prendere decisioni sia sulla Pubblicità che sul Paradiso stesso. 

“Il Paradiso delle Signore” stava per chiudere e non andare più in onda. Cosa è successo quando avete saputo che sarebbe andato avanti? 

L’imminente chiusura era stata un po’ un colpo al cuore per tutti, vesto i panni di Vittorio Conti da tre anni e mi sono affezionato al personaggio. I lavori finiscono e ne iniziano altri. Rimettere i suoi panni nell’armadio e salutarlo. È stata dura ma alla fine quando è arrivata la notizia della ripresa, ne siamo stati tutti felici. Hanno subito messo mano alla sceneggiatura, ai nuovi abiti e tutti noi siamo tornati a casa perché siamo veramente una famiglia affiatata. 

Cosa ha portato di suo nel personaggio? 
Il mio attaccamento al lavoro, nel senso che appartenendo ad una famiglia di lavoratori, per me il lavoro è una cosa sacra.
La sua famiglia come l’ha presa quando ha deciso di fare l’attore? 
Male! Ho iniziato come fotomodello, mi sono iscritto ad una piccola Agenzia e ho iniziato a fare i provini. Certo, i genitori non sono mai contenti quando l’Arte entra in famiglia. Piano piano sono riuscito a fare altre cose, ho comprato casa a 24 anni e il mio lavoro ha acquistato valore. I miei si sono rasserenati ed erano contenti che tutto andasse bene. La loro preoccupazione rientrava nella normalità.
I suoi vedono il Paradiso? Le danno dei consigli? 
Loro erano piccoli, sono nati in quel periodo. Ricordo che mio nonno andava in giro con il pettinino in tasca, con la brillantina sui capelli, portava gli straccali. Rivivere un’epoca del genere è un’esperienza bellissima. Per strada incontro delle signore e mi raccontano che facevano le commesse e che rivivono le stesse cose che vedono in TV. Per noi giovani è bello far ricordare la giovinezza a moltissime persone.
Come va con le fan? 
Il mio condominio voterebbe per me al Senato. 
Qual è un desiderio da esprimere alla soglia dei 40 anni? 
Di non pensare all’età perché se si pensa al tempo non si cresce mai. 
In futuro quale personaggio li piacerebbe interpretare? 
Uno è “La grande guerra” e poi quelli di Manfredi come “In nome del popolo sovrano" e "In nome del Papa Re”.

Elisabetta Ruffolo

Fattitaliani

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