Nel prestigioso museo sul Canal Grande “Peggy Guggenheim Collection” di Palazzo Venier dei Leoni, a partire dal 21 settembre prossimo si avvia la mostra “Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa” perchè proprio così si può definire la nota collezionista, con il titolo con il quale, nella Repubblica di Venezia, si identificava la consorte del Doge.
Nella Peggy Guggenheim Collection si raccoglie principalmente la collezione d'arte personale di Peggy Guggenheim, ex-moglie dell'artista Max Erns e nipote del magnate Solomon R. Guggenheim. All’interno di questo museo, a suo tempo anche l’abitazione privata di Peggy Guggenheim, Vi è raccolta in qualche modo una collezione più piccola e concentrata di quelle degli altri musei Guggenheim.
Con questa mostra si vuole quindi celebrare la vita veneziana di Marguerite Guggenheim, vero nome della collezionista d’arte e mecenate statunitense.
Attraverso l'exibition si rivela anche come Peggy sia stata capace di accrescere la propria collezione con l’acquisizione di tante importanti opere d’arte, dopo la partenza da New York, la chiusura della galleria-museo Art of This Century ed il trasferimento a Venezia nel 1948.
Nel percorso espositivo saranno visibili ai visitatori sculture, dipinti ed opere su carta, selezionate tra quelle acquisite tra la fine degli anni quaranta fino a giungere alla scomparsa della collezionista nel ’79, collocando evidenza anche gli eventi che nel contestuale periodo o furono organizzati dalla stessa Peggy o a cui ella partecipava divenute successivamente vere e proprie pietre miliari.
Tra i famosi capolavori in mostra anche “ L’impero della luce” di René Magritte, tema ripetuto almeno in tre tele dall'artista di cui una prima versione del 1949, l'altra appunto conservata nella Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ed una ulteriore conservata in una location ignota negli USA. Molte anche le opere raramente esposte precedentemente, realizzate da artisti come René Brô, Grace Hartigan e Gwyther Irwin ma anche dipinti di pittori che traguardano le frontiere dell’Europa e degli Stati Uniti e giungono fino al Giappone con l’acquisizione di opere di artisti di origine nipponica come Kenzo Okada e Tomonori Toyofuku.
La mostra sarà visitabile fino al 27 gennaio 2020.