Ripubblichiamo un'intervista a Giuseppe Maurizio Piscopo sul volume "Musica dai Saloni, suoni e memorie dei barbieri di Sicilia".
Da dove nasce l'idea del volume?
Nasce da una mia intuizione,
legata all'infanzia trascorsa nel salone di un barbiere di Favara dove
ho cominciato a suonare la fisarmonica. Volevo restituire ai maestri
barbieri, ai "medici selvaggi", alla loro saggezza e soprattutto alla
loro musica, che scendeva dalle lunghe scale del paradiso, quello che
avevo imparato da bambino, quello che avevo sentito, in un luogo così
difficile e tormentato come Favara e mi è servito tanto nella vita, che
ho vissuto in giro per il mondo: tre anni a Milano da emigrante, tre
anni a Parigi e il resto in questa difficile città di Palermo... Ero
fermamente convinto, che l'iniziativa sarebbe stata un successo, così
l'ho proposto al mio fraterno amico Gaetano Pennino Direttore del Museo
"Antonino Uccello di Palazzolo Acreide" Grande Cultore di musica
popolare ed intellettuale raro e raffinato...
Con che criterio avete
selezionato le musiche presenti nel cd allegato?
Bisogna precisare
che il lavoro è stato assai lungo e ricco di incontri e confronti non
solo tra i musicisti della Compagnia di Canto e Musica Popolare di
Favara: Peppe Calabrese, Mimmo Pontillo, Antonio Lentini, con i quali
suono da oltre 35 anni ma anche con Gaetano Pennino, con i vecchi
suonatori di
Roccapalumba in provincia di Palermo, soprattutto con il
barbiere violinista Gaetano Lo Monte. Dopo un'attenta ricerca in
provincia di Agrigento e di Palermo, e dopo aver ascoltato molte
vecchie registrazioni di suonate siciliane per mandolino eseguite nei
saloni, abbiamo scelto i brani più espressivi. All'inizio si pensava di
realizzare un doppio cd, ma alla fine abbiamo scelto di farne uno
arricchendolo con i testi letterari di scrittori, giornalisti e con le
foto prestigiose di Melo Minnella e Peppino Leone.
Come vi siete
divisi il lavoro?
Peppe Calabrese e Mimmo Pontillo si sono
occupati della parte musicale anche in sala d'incisione, io e Gaetano
Pennino ci siamo occupati della parte letteraria, personalmente ho
contattato tutti gli scrittori e Gaetano Pennino ha curato la parte
grafica con un progetto grafico di di Guido Mapelli.
Dopo il successo
della prima edizione del libro, durante la presentazione in Rai lo
scrittore Vincenzo Prestigiacomo ha proposto alll'Editore Claudio Mazza
la pubblicazione con successo della seconda edizione per i tipi della
Nuova Ipsa di Palermo e l'ha distribuito in tutta Italia.
Come
avete raccolto i diversi contributi? In quanto tempo? La risposta è
stata subito pronta ed entusiasta?
Ho scritto a Camilleri, Salvatore
Ferlita, a Collura, a Melo Freni, a Savatteri, a Consolo che non ha
voluto partecipare, ho telefonato personalmente a tutti gli Autori e
tutti mi hanno risposto con grande entusiasmo e generosità. Sono andato
più volte da Melo Minnella a visionare le foto. Il grande fotografo mi
ha consegnato le foto scattate ai barbieri di ogni parte del mondo, noi
abbiamo fatto una scelta precisa, i barbieri siciliani e vorremmo che
questa musica diventasse patrimonio dell'Umanità così com'è avvenuto in
Portogallo con il Fado. Ci sono voluti cinque anni di lavoro per
consegnare libro e cd.
Secondo lei, che valore aggiunto costituisce
il libro rispetto agli altri sulla Sicilia? In quali aspetti la fa
conoscere meglio?
Con la brutta tv di oggi, la Sicilia viene
rappresentata solo dai prodotti di mafia, la Cultura, la Muisca, gli
scrittori sono stati cancellati da programmi che offendono
l'intelligenza. Un libro come "Musica dai Saloni" è un voler restituire
la memoria alle nuove generazioni, ricordare ai vecchi che questa terra
è fantastica. Sicuramente il mondo dei barbieri è da raccontare,
rappresenta tutta la storia della provincia siciliana, e poi quella
musica nessuno l'ha suonata più da oltre 50 anni. È sicuramente un
valore aggiunto che fa conoscere la Sicilia, onesta degli emigranti
della lontana "Merica" dei carusi delle solfatare. Chi vorrà sapere del
mondo dei barbieri dovrà cercare questo libro e per il tempo della
lettura e dell'ascolto vivrà una magia, quella del tempo dei saloni...
Ci sono aspetti curiosi, storie, episodi di vita che non erano stati
mai raccontati. Il mio sogno è quello di portare questa musica non solo
tra gli emigrati ma anche nei conservatori di musica italiani, così
come abbiamo fatto a Palermo con grande successo, con la presentazione
del Maestro Marco Betta. Giovanni Zambito, intervista del 22 settembre 2010.
Per altre informazioni: www.compagniacmp.it