JM, all’anagrafe umbra
Matteo Fioriti, pur adottando il “flow”, le rime rap per esprimersi, si colloca
anni luce dalla trap che va di moda.
Lui infatti è più un cantautore d’oggi, sempre attaccato alla sua chitarra (suo fratello). In più suona il disco con accanto a sé una band vera e propria. Non samples. Sudore e passione. Groove (elemento centrale di molti pezzi funky in stile old skool, con beats “back in the days”, bassi furibondi che fanno pensare ai Beastie Boys. In più JM pensa ritornelli pop, arrangiamenti emozionanti, con ballate e mood che non sono per niente rap. Una bella scoperta da seguire assolutamente.
Lui infatti è più un cantautore d’oggi, sempre attaccato alla sua chitarra (suo fratello). In più suona il disco con accanto a sé una band vera e propria. Non samples. Sudore e passione. Groove (elemento centrale di molti pezzi funky in stile old skool, con beats “back in the days”, bassi furibondi che fanno pensare ai Beastie Boys. In più JM pensa ritornelli pop, arrangiamenti emozionanti, con ballate e mood che non sono per niente rap. Una bella scoperta da seguire assolutamente.
Parlaci
del nuovo singolo / del nuovo album. Che impronta hai voluto dargli?
Il 26 marzo è uscito UNO, il mio primo
album. Lo scorso 6 marzo invece, il secondo singolo "Fratello" che ha
anticipato il full-lenght. UNO è il frutto e la cornice di tantissimi momenti
dei miei ultimi anni che sono stati costellati da tanti eventi e periodi
tendenzialmente non troppo positivi. E' un po' una catarsi diciamo. La scrittura
del disco è iniziata 3 anni fa, subito dopo l'uscita del mio primo EP
"Born on Five". Poi per l'anno successivo ho pre-prodotto i brani a
casa e poi grazie a JAP Records ho avuto la fortuna di registrare tutto di nuovo
al Jap Perù Studio di Perugia per avere ovviamente una maggiore qualità del
prodotto finale. In tutto abbiamo impiegato 2 anni di effettivo lavoro per
completare il tutto, ma ne sono veramente soddisfatto. Per quanto riguarda
l'impronta che ha l'album, non ci ho pensato molto, avevo tutto chiaro fin
dall'inizio (da un punto di vista di suono), sapevo come dovevano uscire i
brani. Ascolto poca musica italiana e sono davvero influenzato dalle pazzesche
produzioni internazionali che in questi anni ho avuto modo di ascoltare, per me
hanno proprio un suono e un attitudine diversi da quelle italiane e volevo che
il mio lavoro si proiettasse il più possibile verso quella direzione.
Quali sono i tuoi cantanti di riferimento?
Ce ne sarebbero tanti da elencare...
ascolto veramente di tutto. Ultimamente sto ascoltando tantissimo Damien Rice,
Ray LaMontagne, The Tallest Man on Earth, Arctic Monkeys, ma anche il solito
Kendrick Lamar, Stevie Wonder, Tora.. ma dipende veramente dai giorni, non ne
ho alcuni di vero e proprio riferimento.
Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato
fino ad ora?
L'esperienza lavorativa che più mi ha
segnato fin ora è stato sicuramente questo disco UNO. Ho imparato così tante
cose che davvero è stata un'esperienza fondamentale per la mia formazione come
musicista.
Invece quella mai fatta e che ti piacerebbe fare?
Mi piacerebbe produrre un disco, mio o
non, lavorarlo dagli arrangiamenti al mixaggio. Amo il lavoro in studio e spero
davvero che prima o poi riesca in tutto questo; studio costantemente ogni
giorno per imparare il più possibile!
Progetti
futuri? Farai un tour?
Assolutamente si. Con JAP Records stiamo lavorando per organizzare un bel
tour prossimamente e per tutte le news seguite i nostri social!