I 90 anni di Ennio Morricone, festa all'Auditorium

di Riccardo Bramante - Con uno splendido concerto all’Auditorium di Roma, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha celebrato i novanta anni del Maestro Ennio Morricone che, per l’occasione, è tornato per l’ennesima volta sul podio per dirigere sè stesso in una nuova sua partitura “Sicilo” e in due dei suoi più celebri brani tratti dalla colonna sonora dei film “La leggenda del pianista sull’Oceano” e “Mission”.

Per l’occasione, l’Auditorium presentava anche una serie di foto, documenti e testimonianze di registi ed artisti a lui dedicate ed un libro “90ennio” che ripercorre le tappe professionali di questo grande musicista che è probabilmente “l’italiano più famoso nel mondo” come ha tenuto a ricordare il Sovrintendente dell’Accademia Michele Dall’Ongaro.

Nato nel novembre del 1928, dopo il diploma per tromba, Morricone si “laurea” nel 1954 in composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia sotto la guida di Goffredo Petrassi che, come lui spesso afferma, è rimasto il suo riferimento musicale più vicino assieme a Frescobaldi, Pierluigi da Palestrina e Stravinsky.

Dopo alcune prime esperienze come suonatore di tromba in jazz band (di qui la sua conoscenza con Armando Trovajoli con cui fonda successivamente una società indipendente di edizioni musicali insieme a Piero Piccioni e Luis Bacalov), Morricone scrive ed arrangia canzoni per famosi artisti dell’epoca quali Paul Anka, Mina, Gino Paoli e Gianni Morandi, finchè, nel 1961, compone la sua prima colonna sonora per il film “Il federale” di Luciano Salce.

Ma la vera svolta nella sua carriera arriva tre anni più tardi, quando conosce il regista Sergio Leone per il quale compone le colonne sonore dei film western più famosi, da “Per un pugno di dollari” del 1965 a “Il Bello, il Brutto e il Cattivo” del 1966 a ”C’era una volta il West” e “C’era una volta in America” del 1984 e tanti altri.

In tutte queste composizioni Morricone, consapevole di lavorare ad un genere cinematografico giocato “sopra le righe”, pur sposandone la magniloquenza espressiva, ne esalta anche il potenziale di libertà ed apertura in esso implicito anche attraverso l’uso di strumenti musicali insoliti, come l’armonica a bocca, lo scacciapensieri e, soprattutto, l’utilizzo struggente di archi e della voce umana.

Nel periodo compreso tra gli anni ’70 ed ’80 collabora anche con numerosi altri registi come Gillo Pontecorvo per il quale compone la colonna sonora de “La battaglia di Algeri”, e di “Queimada”, “Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montaldo, “Novecento” di Bernardo Bertolucci e “Mission” di Roland Joffè, il punto forse più alto della sua musica sentita in tutto il suo potere salvifico.

Né sono da dimenticare le composizioni del Morricone non “cinematografico”, anche se, come lui dice con una punta di dispiacere “vengono ricordare un po' meno”; ed ecco allora il “Concerto per Orchestra n. 1”, le “Cantate per l’Europa” del 1988 e le “Voci del silenzio” del 2002.

Numerosi sono anche i premi che Morricone ha raccolto nel corso della sua lunga carriera: dal Leone d’Oro a Venezia all’Oscar alla carriera conferitogli dall’Academy Award nel 2007, dai Nastri d’Argento in Italia fino all’Oscar del 2016 per la migliore colonna sonora del film “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino.

Ma nonostante il successo ed i tanti riconoscimenti l’uomo Morricone è sempre rimasto quello conosciuto tantissimo tempo fa, negli anni ’70, modesto e disincantato, quello che anche ieri in occasione della sua premiazione ha detto: ”Sono un compositore come tanti altri, qualcosa mi è andata bene e qualcosa meno bene. Al pubblico dico solo grazie.” Auguri Maestro!!!

di Riccardo Bramante
Fattitaliani

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