Segnalibro, Alessandro Sbrogiò a Fattitaliani: spero che il mio romanzo avvicini al mondo dei concerti di musica classica e antica. L'intervista

Torna l'appuntamento di Fattitaliani con "Segnalibro": ospite di oggi Alessandro Sbrogiò con "Cadenze d’inganno" (Diastema editrice, 2018, pp. 160 - € 14,00), il giallo musicale che ha vinto il Premio letterario “Lorenzo da Ponte” 2017 al concorso letterario per romanzi musicali inediti. Uno scintillante thriller musical-letterario ambientato tra Venezia, Parigi e Londra.
Un violoncellista che si ritrova nel bel mezzo di un giallo, tra musiche misteriose, intrecci amorosi, intrighi esoterici e ipotesi ingannevoli che conducono a continui colpi di scena, per arrivare a un finale travolgente quanto inaspettato. Al centro della vicenda le musiche di Venanzio Storioni, genio sconosciuto della metà del Seicento, portato alla luce dal direttore dell’orchestra veneziana, e due omicidi. Il romanzo - opera prima di Alessandro Sbrogiò - si sviluppa come una partitura fatta di continue cadenze d’inganno, che in armonia costituiscono quel particolare effetto sorpresa che porta alla continuazione del discorso musicale invece che alla conclusione. E nelle 160 pagine del romanzo di cadenze ad inganno ce ne sono tante, perché la soluzione, che apparentemente sembra vicina, viene continuamente rinviata. L'intervista.
Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino?
Le Linee Rosse” di Federico Rampini e Frank Zappa - Rock come prassi compositiva.
Il primo perché, avendo un passato da concertista e dunque da viaggiatore, mi aiuta a posteriori a capire qualcosa dei pezzi di mondo che ho avuto la fortuna di visitare. Il secondo perché Zappa è sempre stato un mio punto di riferimento musicale e a distanza di tanti anni cerco ancora di comprenderne l’enigmatico universo.
L'ultimo "grande" libro che ha letto?
D’istinto mi viene Domani nella battaglia pensa a me di Javier Marías: una profonda riflessione sulla morte e sulla società attuale che sembra rifiutarne l’ineluttabilità, probabilmente per la paura che incute. Abbiamo perso il significato profondo della morte perché è un discorso scomodo, che male si coniuga con l’estetica attuale. E’ un libro coraggioso, da leggere e su cui riflettere.
Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro
Ho un nutrito gruppo di amici con cui ci scambiamo i titoli, a nostro parere, imperdibili, e raramente i consigli ricevuti mi deludono. Non resisto neanche alle buone recensioni, anche se non sempre corrispondono alle aspettative.  

Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?

Non avendo studi classici alle spalle ho una grave lacuna in merito alle tragedie greche, per fortuna ho un fratello attore di teatro che le frequenta assiduamente. Anzi proprio di questi tempi è impegnato, in qualità di corifeo, in un allestimento di Edipo a Colono. Ho già preso il biglietto e per prepararmi a Sofocle ho letto il testo. Inutile dire che ha acuito i miei sensi di colpa.
Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità?
Due generi che non frequento molto: narrativa fantasy e fumetti. Della prima vedo un vero e proprio boom, soprattutto da parte delle piccole case editrici indipendenti, e non trovo la cosa particolarmente interessante. Ho fatto qualche tentativo di lettura ma, forse perché non è il mio genere, non ho avuto nessuno stimolo a continuare. Per quanto riguarda i fumetti, avessi più tempo, mi piacerebbe approfondirne la conoscenza. Per lavoro ho avuto contatti con sceneggiatori e disegnatori e ho scoperto un mondo ricco di impegno, fantasia e entusiasmo.
Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente?

La scoperta di questi anni è stata Murakami. Mi piace pensare mi aiuti nella lettura la mia frequentazione del Giappone. In Murakami ritrovo la sensazione di sospensione fra pratico e spirituale, tecnologico e onirico, che ho sempre percepito viaggiando per il Sol Levante. Vedo però che è comunque scrittore amatissimo dal grande pubblico. Ultimamente, per rilassarmi, niente di meglio di Fred Vargas e le sue ambientazioni simil gotiche. Se poi voglio evadere dal quotidiano mi tuffo nella letteratura latinoamericana: Amado, Márquez, Selpuveda e, ma ha un posto a parte, Borges.
L'ultimo libro che l'ha fatta sorridere/ridere? 
Continuo a rileggere con grande divertimento la trilogia (in cinque volumi) di Douglas Adams e dei suoi autostoppisti galattici. I suoi ragionamenti demenziali sono basati su principi reali della fisica, che riesce a stravolgere con fantasia e intuizioni fuori dai limiti. Lo trovo comico e geniale. Non per niente fra i suoi fans si annoverano personaggi importanti della scienza, per non parlare dei nerds.
L'ultimo libro che l'ha fatta commuovere/piangere? 
A costo di apparire banale rispondo La vita davanti a sé di Romain Gary, per il suo contenuto sociale (che già anticipava problematiche oggi ben più pressanti), per la capacità dell’autore di immergersi nel personaggio di Momò (il bambino musulmano che cresce in una periferia di Parigi) raccontando un mondo drammatico e ingiusto con ironia e innocenza. Commovente è dire poco.

L'ultimo libro che l'ha fatta arrabbiare? 

Più che farmi arrabbiare mi ha aperto gli occhi: La prima guerra del football e altre guerre di poveri  di Ryszard Kapuściński. Nello specifico, oltre tutti i conflitti analizzati, mi hanno colpito i ritratti dei leader africani e le azioni delle multinazionali. Pur essendo un libro di parecchi anni fa, è la risposta storica al fenomeno dell’immigrazione che oggi sembra sorprendere gran parte della popolazione europea.
Quale versione cinematografica di un libro l'ha soddisfatta e quale no?
Un ricordo vivissimo della mia infanzia è il film Il buio oltre la siepe dal romanzo di Harper Lee, che mi impressionò moltissimo. A distanza di anni mi capitò di leggere il libro e ne rimasi ugualmente affascinato. Mi ha profondamente deluso invece la versione televisiva (in una serie di episodi) de La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell, naturalista prestato alla letteratura (anche io mi sento in prestito alla scrittura). Nulla è rimasto della leggiadra e irresistibile ironia presente nel libro: un vero peccato.

Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca?

Suppongo un Manuale di Ipnosi. E a essere sincero neanche io me ne so spiegare la presenza. Ho pensato più volte di liberarmene, senza mai riuscire a farlo. Adesso che ci penso la cosa mi preoccupa.

Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? e l'antagonista?

Uno dei miei preferiti è il Casanova della Recita di Bolzano di Sandor Marai. Commovente ritratto della solitudine, quasi come il Casanova di Fellini che, alla fine della sua vita, balla con Rosalba, la bambola meccanica.

Una figura antagonista che ricordo con piacere è la niña mala di Avventure della ragazza cattiva: Vargas Llosa riesce a coinvolgere il lettore facendogli detestare e contemporaneamente amare questo incredibile personaggio di donna, esattamente come succede a Ricardo, lo sfortunato protagonista.
Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe? 

A costo di attirarmi le lamentele dei vicini mi piacerebbe avere a cena (per una sera soltanto) i protagonisti della Beat Generation: credo che la mia generazione (sono nato nel 1963) abbia ricevuto un imprinting molto forte da quei simpatici debosciati. I loro lavori sono stati la nostra stretta di mano con la poetica della vita e dunque con la letteratura e la musica. Un peccato che a nostra volta non siamo riusciti a produrre qualcosa di simile per le generazioni successive.

Ricorda l'ultimo libro che non è riuscito a finire?

Nonostante abbia indicato fra le mie letture preferite gli autori latinoamericani non sono riuscito a finire Il diavolo e la signora Prym di Paolo Coelho. Proprio non mi ha preso e da quel momento ho trascurato, forse ingiustamente, questo autore. La lettura ha i suoi tempi, forse non era il momento giusto. Prometto di impegnarmi e riprovarci.

Quale scrittore vorrebbe come autore della sua biografia? 

Rischiando di passare per immodesto direi Italo Calvino, ma solo perché con il suo stile leggero ma profondo, tipico di chi con parole semplici riesce a spiegare concetti difficili, sono certo la descriverebbe migliore di quello che realmente è stata. Ne coglierebbe reconditi significati che a me stesso sfuggono. Spero positivi.
Che cosa c'è di Alessandro Sbrogiò in "Cadenze d’inganno"?
Si consiglia agli scrittori in erba di non essere autobiografici. Io non solo non sono in erba, almeno anagraficamente, ma in questo racconto ho messo tutta la mia vita da componente di un’orchestra itinerante, con le sue dinamiche e inevitabili bizzarrie. Mi sono divertito a demolire l’alone di sacralità che certo pubblico riserva ai concertisti, che com’è facile immaginare sono persone normalissime. Spero che, con la mia descrizione ironica e divertita, il lettore sia invogliato ad avvicinarsi al mondo dei concerti di musica classica ed antica, in genere percepiti come ostici da chi è poco pratico di sale da concerto. Per il resto ho cercato di essere meno autobiografico possibile, ho inventato di sana pianta storia e personaggi e mi sono impegnato nell’evitare i luoghi comuni. Devo ammettere che è stato un gran divertimento e, quasi quasi, ci riprovo. Giovanni Zambito.
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IL LIBRO

È certamente l’evento musicale del secolo: non il ritrovamento di una inedita partitura di Bach,  di Vivaldi o di Handel, ma l’incredibile scoperta dell’esistenza di un grande e sconosciuto compositore del 1600: Venanzio Storioni, autore di lavori strumentali e vocali di straordinaria bellezza. Fra queste la più entusiasmante sembra “La Creazione”, una serie di concerti per archi e basso continuo riportati alla luce da Arthur Weller, direttore dell’Orchestra di Musica Antica di Venezia, che si prepara ad eseguirli in un tour europeo.

Ma pochi giorni prima della partenza un violoncellista del gruppo scompare senza lasciare traccia. Viene chiamato a sostituirlo Sauro Parisi, strumentista parmense da poco disoccupato e con un matrimonio alla deriva. Sin dal suo arrivo a Venezia, Sauro si  immerge nell’atmosfera barocca della città lagunare, lasciandosi sedurre dal mistero artistico che circonda Venanzio Storioni, ma anche da quello più prosaico e preoccupante della scomparsa del collega. Non solo, Sauro dovrà fare i conti con L’Ars Magna di Attanasio Kircher e l’arte meno nobile dell’omicidio, realizzando che ci sono vicende umane che, come succede in tutte le musiche, invece di arrivare a conclusione, inaspettatamente deviano traiettoria e qualcosa ricomincia.

L'AUTORE

Catanese di nascita e trevigiano di adozione, Sbrogiò è un musicista a 360 gradi: diplomato in contrabbasso, è stato uno dei fondatori della Venice Baroque Orchestra, prima, e della Magister Espresso Orchestra poi. Attualmente si dedica alla composizione e di progetti culturali e didattici nell’ambito della rete Doc Servizi.

Disponibile su:

www.hoepli.it - www.ibs.it - www.unilibro.it - www.diastemastudiericerche.org
Fattitaliani

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