di Laura Gorini - Venerdì 27 aprile in occasione dell’anniversario della nascita del musicista e presentatore poliedrico Lelio Luttazzi si terrà alle ore 21:00 presso il teatro Testaccio di Roma (via Romolo Gessi, 8) il concerto del quartetto Orango Tango intitolato “Auguri Papà Lelio” scritto ed ideato dalla figlia Donatella Luttazzi.
In questo modo la vocalist triestina porterà in scena brani originali, canzoni scritte da celebri autori della musica italiana e anche alcuni grandi successi di Lelio Luttazzi. Uno spettacolo, dunque, tra teatro e canzone, dove non mancherà la buona musica e dove sarà presente anche una buona dose d’ironia. Il modo migliore, senza dubbio, per ricordare una personalità del mondo dello spettacolo italiano che ha lasciato un grande retaggio alla cultura e alla televisione italiana. Coadiuvata dalla maestria e dal sense of humour di Francesco Di Giovanni alla chitarra solista, di Guido Giacomini al contrabbasso, e di Alberto Botta alla batteria, Donatella canta le sue canzoni usando la sua verve comica di improvvisatrice, ma non tralasciando il jazz, che è comunque il genere che più le corrisponde. Reduce dal successo ottenuto al Teatro Arciliuto, questo progetto è stato presentato più volte in vari club di Roma, e in alcune trasmissioni televisive e radiofoniche: RAI (Telesogni, con Broccoli e Ferretti), Telesalute, Notturno Italiano.
Ingresso 15 euro + 2 euro di tessera.
Ma chi è Donatella Luttazzi? Oltre a essere figlia d’arte è una valente cantante di jazz, di folk americano, amante anche del repertorio brasiliano, ha cantato con Tony Scott, Francesco Puglisi, Eddy Palermo, Antonello Vannucchi, Cinzia Gizzi, Amedeo Tommasi, e molti altri, e per alcuni mesi al Barbra’s di New York con il quintetto di Jeff Hittman. Ha inciso un LP di rock prog, Logan Dwight, per il quale ha anche scritto i testi in inglese e un 45 giri con suo padre Lelio. Ha studiato canto classico, armonia e arrangiamento. Ha curato e presentato il programma radiofonico “Buongiorno Blues”. Ha partecipato a vari programmi televisivi in cui ha interpretato le sue canzoni ironiche accompagnandosi con la chitarra. Ha fondato il gruppo vocale Le Zebre a Pois, un settetto, che esegue canzoni di suo padre Lelio con arrangiamenti soprattutto suoi originali, in chiave jazzistica, oppure in quartetto. E’ tra i soci fondatori dell’Associazione Insegnanti di Canto Italiana. Come insegnante di canto è molto attenta alle capacità personali dell’allievo, di improvvisazione, di invenzione melodica, ma anche alla pronuncia e al ritmo. Ha scritto un libro sul suo rapporto col padre, “L’unico papà che ho”, che lei stessa definisce un libro-canzone. È appena uscito il suo CD “I love You Chet”, in omaggio al repertorio di Chet Baker, con Amedeo Tommasi, Giovanni Tommaso e Marco Valeri.
Donatella ci ha concesso una sentita chiacchierata a cuore aperto dove parla del compianto padre e del ruolo odierno dei genitori all’interno della società.
Donatella: chiudi per un attimo gli occhi e pensa a tuo padre. Qual è la sua prima immagine che ti viene in mente?
L’immagine di lui che cerca di farmi ridere facendo smorfie alla Jerry Lewis.. Anzi no, l’immagine di lui che mi accompagna in Stella by Starlight.
Se dovessi scegliere un colore che rappresenti al meglio il vostro rapporto, quale sceglieresti e perché?
Sceglierei sicuramente il rosso, che è il colore che preferiva e che meglio lo rappresenta: è il colore della passione e del vino rosso, che prediligeva. Una sua casa da scapolo era stata arredata dall’architetto Coltellacci ed era tutta rossa: pareti, divano, tutto. E ogni mattina la donna metteva nel vaso un mazzo di garofani rossi
Quando eri piccola come vivevi la popolarità del papà?
In modo molto “leggero”, come fosse una cosa assolutamente normale. Mi chiedevano autografi, non capivo bene perché. Non mi sono mai vantata del fatto di essere figlia di Lelio Luttazzi, mi sono accorta dopo che non è la stessa cosa che essere figlia di uno qualunque… Comunque tutte queste cose le racconto in modo ironico nel mio libro “L’unico papà che ho” edizioni Lampi di Stampa, che si può ordinare in libreria.
E la tua che hai poi acquisito nel passare del tempo?
Io non sono popolare… Dico sempre che preferisco cinque persone tra il pubblico che dopo un mio concerto vanno a casa arricchite, che una grande folla di gente indifferente. E poi la popolarità costa troppo
Che padre pensi sia stato per te?
Un padre che mi ha fatto soffrire per la sua assenza ma che mi ha regalato momenti indimenticabili, come ad esempio quello in cui per il mio compleanno mi ha dedicato una bellissima canzone: Papà fammi cantare con te.
Hai dei rimpianti? Che cosa avresti voluto fare con lui che non hai potuto fare?
Stargli più vicina, soprattutto negli ultimi anni. Parlargli.. perdonarci..
Ci sono anche delle parole o delle frasi che oggi vorresti dirgli se lo avessi di fronte?
Ti voglio bene. Ma ora smetto se no piango..
Credi che il fatto di essere un grande artista abbia in qualche modo segnato il tuo desiderio di calcare le sue orme?
Certo, nel senso che mi ha involontariamente trasmesso un amore immenso per la musica, trasmesso voglio dire a livello genetico, e un orecchio notevole, e lo swing. E infatti, pur avendo una mia precisa personalità musicale, (scrivo canzoni, e il mio amore per il jazz non si ferma al suo adorato Armstrong, ma prosegue fino a Miles Davis e all’hard bob, e anche oltre. Infatti il mio ultimo cd l’ho fatto con un mito della mia gioventù, che di Armstrong non vuole neanche sentir parlare: Amedeo Tommasi) sono ormai “rassegnata” a essere conosciuta come figlia di Lelio Luttazzi
In che cosa e per che cosa assomigli al tuo papà?
Nell’indice della mano sinistra, un po’ storto. Ma per fortuna anche nella musicalità, nel sense of humour, in una certa leggerezza che deriva proprio dall’umorismo. Nel mio libro scrivo che Antigone non fa per noi.. Direi anche nella mia capacità di entertainer.. Nell’essere un po’ attori anche nella vita. E nell’amore per il mare. Forse perché siamo triestini.
Credi che oggigiorno il ruolo del padre sia messo meno in rilievo rispetto a quello della madre?
Domanda difficile. Mi sembra che il marito/padre un po’ alla volta stia imparando a prendere anche lui le redini del ménage familiare, forse i due ruoli si potranno interscambiare
In linea generale, che ruolo hanno oggi i genitori nella società?
Hanno un ruolo importantissimo e difficile: io sono per un ritorno a un certo autoritarismo intelligente. Via la tv la sera a tavola, ma invece discorsi, partecipazione, vicinanza ai figli e una certa forma di controllo e severità, cosa che mi sembra che oggi si sia persa, vedi il caso del bullismo nelle scuole.