di Alma Torretta - A Vinitaly uno degli
eventi più affollati è stato “Vulcanici si nasce”, la
degustazione di vini dei vulcani organizzata dalle Donne della Vite,
con il supporto di Vino Italico, AIS e Consorzio di Soave, a riprova
della grande attenzione che esiste intorno a questi vini così
particolari.
“I vini vulcanici - ha spiegato infatti Valeria
Fasoli, presidente delle Donne della Vite - sono vini che hanno
un’identità precisa e variegata che nasce dal suolo in cui
affondano le loro radici”. Nella degustazione - guidata da
Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere - sono state
raccontate dai Consorzi di tutela nove denominazioni vulcaniche
italiane - Soave, Durello, Gambellara, Colli Euganei, Colli Berici,
Orvieto, Bianco di Pitigliano, Aglianico del Vulture ed Etna. Realtà
raccolte intorno all’associazione Volcanic Wines che quest’anno
compie dieci anni, portata avanti con passione, per citare solo
alcuni, innanzitutto da Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di
Soave, Alfio Cosentino sindaco di Milo, il comune alle pendici
dell’Etna teatro da 38 anni della manifestazione Vini Milo, e
Giovanni Ponchia, oggi direttore del Consorzio Colli Berici. Presenti
in degustazione campioni anche di cinque zone di produzione estere:
Giappone, Ungheria, Santorini (Grecia), Stiria (Austria) e Capo Verde
(Africa).
“È la stessa loro
origine a rendere i vini dei vulcani speciali ambasciatori dei propri
vitigni autoctoni e dei territori di produzione con caratteristiche
paesaggistiche peculiari- ha sottolineato Clementina Palese,
vicepresidente dell’Associazione. Un’inclinazione naturale che li
rende affini ai principi e alle attività delle Donne della Vite, tra
cui la tutela del paesaggio, un tema su cui abbiamo lavorato negli
ultimi due anni producendo una ricerca che ha dimostrato
scientificamente la relazione forte e positiva tra il paesaggio
viticolo e la percezione della qualità del vino”.
Un successo, quello dei
vini del vulcani che ha attratto anche l’attenzione di tre
imprenditori appassionati di vino e ristorazione che, su un progetto
di Patrizia Legnaro, hanno fondato Vino Italico, che si è
specializzato in vini dei vulcani. Vino Italico vanta in portafoglio
una selezione di 40 aziende di 19 aree vulcaniche italiane per la
distribuzione nel canale horeca, ma anche della nautica di lusso, dei
tour operator internazionali, attraverso strategie mirate per ogni
canale. Una buona rappresentanza quindi degli oltre 17mila ettari e
dei circa 1,3 milioni di ettolitri di vini dei vulcani doc prodotti
in Italia.
Ecco i vini italiani in
degustazione a “Vulcanici si nasce”:
Soave Classico
2017 Rocca Sveva - Cantina di Soave –
Prodotto da sole uve Garganega, caratterizzato al naso, come in
bocca, da frutti a polpa bianca e note agrumate, finale gradevolmente
minerale. Prodotto anche in edizione limitata con etichetta “merlata”
a ricordare le mura del Castello di Soave per sostenere il restauro
delle sue mura.
Gambellara
classico 2016 - Monopolio - Cantina di Gambellara.
Anche questo vino è prodotto da sole uve Garganega, al naso è
caratterizzato da lievi note sulfureee e affumicate che arricchiscono
quelle agrumate tipiche del vitigno. In bocca è pieno e lungo.
Bianco di
Pitigliano Superiore 2017 - Ildebrando - Cantina di Pitigliano.
Prodotte con uve locali quali il Grechetto e il Trebbiano, naso fine,
in bocca invece caldo, corposo, di buona acidità ed equilibrio,
lungo. Ben evidente la nota di crema di limone sia al naso che in
bocca tipica del Trebbiano.
Orvieto 2016 -
Marchio del Consorzio. Naso
caratterizzato da note sulfuree, in bocca sapido e , vivace per la
buona acidità.
Etna bianco
superiore 2016 - Barone di Villagrande.
Da uve Carricante al 90%, naso di fiori bianchi, di zagara in
particolare, ma ancora giovane e quindi dai profumi non pienamente
sviluppati, all’assaggio conquista per corpo pieno e freschezza.
Etna bianco
superiore 2015 - Tenuta di Nune. Già
alla vista giallo oro pallido, naso complesso con toni affumicati, in
bocca risulta pieno, sapido, con note tostate e di mandorla nel
finale.
Colli Berici doc
- Tai rosso 2015 - Pegoraro. Da uve Tai
in purezza, ancora riflessi violacei, profumi di viola e frutti rossi
freschi, sensazioni che ritornano all’assaggio con sorso lungo,
fresco, dai tannini avvertibili.
Colli Euganei
Rosso doc 2013 Genola - Vignalta. Un
blend di Merlot (70%) e Cabernet Franc dai profumi di frutta matura
con note di geranio, chiodi di garofano e tabacco. In bocca è pure
complesso e corposo.
Aglianico del
Vulture doc 2013 - Marchio del Consorzio.
Un Aglianico in purezza ottenuto da uve surmaturate brevemente in
pianta. Naso complesso e fine con sentori di ciliegia, fieno e
canfora. In bocca si nota subito la sua rotondità e dolcezza, i bei
tannini morbidi, con sentori di resina e la balsamicità del pino.
Lessini Durello
doc Metodo Classico - Tonello. Al naso
rivela fiori bianchi, un delicato aroma di crosta di pane e nota di
mandorla. Esplosivo al palato con nota agrumata spiccata, freschezza
e cremosità anche per i 36 mesi di affinamento sui lieviti.
A raccontare i vini
e le aree di produzione: Chiara
Mattiello del Consorzio del Soave;
Franco Cavallon,
direttore Consorzio Vini Gambellara; per il Consorzio dell’Orvieto
la produttrice Chiara Custodi;
per il Consorzio del Bianco di Pitigliano e Sovana il vicepresidente
Edoardo Ventimiglia
e il produttore Maurizio Biserni;
per Vini Milo e i vini dell’Etna Marco
Nicolosi, presidente strada del Vino
dell'Etna e produttore; Giovanni
Ponchia, direttore del Consorzio Colli
Berici; Daniele Stenico,
enologo, per il Consorzio Colli Euganei; Francesco
Perillo, presidente Consorzio Aglianico
del Vulture; Diletta Tonello,
produttrice, per il Consorzio Lessini Durello.