Teatro Lelio, “Viva Palermo e Santa Rosalia” di Sara Favarò, regia di Gaetano Martorana e Sara Favarò

Causa malesseri stagionali di alcuni componenti della Compagnia teatrale, lo spettacolo viene rinviato, secondo la disponibilità dataci dal Teatro Lelio, al 7 aprile 2018 alle ore 21,00.
Ci scusiamo con i nostro pubblico e prego gli amici di darne la maggiore diffusione.

Domenica 21 gennaio, ore 17.15 al Teatro Lelio, Via Furitano 5/A, “Viva Palermo e Santa Rosalia” di Sara Favarò.

Spettacolo teatrale - musicale sulla storia della Santa Patrona di Palermo con cantastorie, cartellone, proiezioni, musica, canti, racconti, mimo e danza, scritto da Sara Favarò, regia di Gaetano Martorana e della stessa autrice.
A metterlo in scena è la compagnia teatrale e musicale “Gruppo Arte Sikelia” con gli attori: Gaetano Martorana, Enzo Rinella, Sara Favarò; cantanti: Marta Favarò, soprano, Alessio Scarlata, vincitore del festival "Canto Italiano", e il cantastorie di Sara Favarò. Riccardo Lo Coco al mandolino. Arrangiamenti e registrazione sonora Teodolindo Edmondo Negri. Coreografie di Clara Perrino con le ballerine di ACADIS asd. e l’attrice – ballerina Rachele La Gattuta.  Tavole e cartellone di Tiziana Crivello, proiezioni e grafica Mariangela Porretto.  Musiche originali del M° Salvatore Scinaldi e Sara Favarò che è anche autrice di tutti i testi che saranno cantati durante lo spettacolo. Sigla di chiusura di Giovanni Favarò.

Sarà anche presentato il libro VIVA PALERMO E SANTA ROSALIA, scritto dalla Favarò che contiene il poema in 74 quartine a rima baciata in italiano, il cantastorie recitato e cantato in siciliano in versi endecasillabi, così come vuole la tradizione popolare, e l’intero testo teatrale che viene rappresentato, con l’inserimento delle dieci tavole del cartellone del cantastorie realizzato dalla pittrice Tiziano Crivello. Circa 200 pagine sulla vita della Santuzza palermitana con la puntuale prefazione del Rettore del Santuario di Monte Pellegrino, don Gaetano Celauro, di cui si riporta uno stralcio: “La ricostruzione dell’autrice spazia su diversi fronti: il poema, il cantastorie, la musica, la rappresentazione teatrale. […]. Il cantastorie, rispettando una antica tradizione popolare siciliana, alterna momenti descrittivi, sempre espressi in versi, a momenti in cui i fatti vengono narrati con il canto. Sara Favarò, che è anche studiosa di tradizioni popolari e cantautrice folk, ha voluto così rendere omaggio alla cultura dei cosiddetti “artisti di strada” di un tempo, quando erano i cantastorie che, con i loro cartelloni dipinti illustravano i fatti che avrebbero raccontato e cantato, recandosi di paese in paese, su di un carretto o a dorso di mulo. […]. Volere mettere a disposizione dei lettori anche le partiture musicali è in pieno stile dell’autrice che quando scrive lo fa con lo spirito della condivisione della conoscenza. L’opera è un insieme di poemi, canti e musiche che possono esser accolti anche in maniera autonoma. L’autrice, in maniera geniale e lodevole, fa diventare un unicum le tre parti e tutto confluisce in una rappresentazione che diviene teatro, poesia, canto, musica e ballo, dando così vita ad un originale spettacolo che nel contempo è storia e religione, tradizione e fede, arte e preghiera.”

Il libro, il 52° dell’Autrice palermitana, è pubblicato da SIE edizioni.
Fattitaliani

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