Oggi la rubrica "Segnalibro" ospita Cinzia Della Ciana che ha da poco pubblicato la raccolta di poesie "Passi sui sassi" (Effigi edizioni). L'intervista di Fattitaliani.
Quali libri ci sono
attualmente sul suo comodino?
Les
livres de chevet
dovrebbero essere un arredo dell'anima fondamentale in ogni camera.
Per quanto mi riguarda la mia pila stratifica in modo non sempre
ordinato, ma, mentre i libri che svettano mutano, i piedi alle
fondamenta restano Le
lettere a Lucilio di
Seneca, Le ceneri di
Gramsci di
Pasolini e il meridiano di tutte le poesie di Montale. Il primo
costituisce una sorta di monito alla mia coscienza, il secondo
rappresenta il mio stupore per la poesia, l'ultimo è la testata
d'angolo.
L'ultimo "grande"
libro che ha letto?
Ho
riletto a varie età, ma di recente mi è capitato seguendo mio
figlio minore negli studi, Il Barone
rampante. Un capolavoro!
L'idea geniale di Calvino, portata alle estreme conseguenze, è
quella di far salire un ragazzo di dodici anni sugli alberi e non
farlo scendere più.
Mi affascina il pensiero di fondo dell'Autore: la scelta della
distanza dagli uomini per essere nel mondo degli uomini, allontanarsi
per riflettere e quindi per “di-spiegarsi”. Nel Barone c'è
tanto: dal romanzo
di formazione alla fiaba allegorica alla filosofia, il tutto composto
nella leggendaria leggerezza calviniana.
Chi o cosa influenza
la sua decisione di leggere un libro? (passaparola, copertina, le
recensioni, il consiglio di una persona fidata)
Tutte
queste cose e il caso non acausale. Mi affido cioè ad una sorta di
“sincronicità”, credo nelle coincidenze significative per cui di
frequente accade che il “maestro compare quando l'allievo è
pronto”.
Quale classico della
letteratura ha letto di recente per la prima volta?
Dostoevskij
in Ricordi
dal
sottosuolo,
nella
traduzione di Tommaso Landolfi. L'incipit
è un'aggressione che non finisce mai. L'impressione è quella di
essere un'analista dietro ad un lettino inchiodato ad ascoltare il
flusso di coscienza ossessivo di un “malato” che ti angoscia, ma
da cui non riesci a staccarti. Un uomo che ti spiega i motivi per cui
per tanto tempo è rimasto sul “fondo” e perché si accinge a
“risalire a galla”, un uomo che opera spietatamente un distinguo
nel mare dei ricordi, dove vi sono cose che non si rivelano a tutti,
ma solo agli amici, altre che non si rivelano neppure agli amici, ma
soltanto a sé ed infine cose che si ha paura di svelare anche a noi
stessi.
Secondo lei, che tipo
di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità? (narrativa,
giornalismo, fumetti, saggistica...)
La
poesia: nonostante la non “commercialità” del genere, vi è un
fermento poetico incredibile. Accostatami di recente a questo mondo
facendo poesia, mi ha sorpreso il numero di persone che scrivono
poesia … insomma l'Italia è un popoli di santi, navigatori e...
“poeti”. Anche se l'inflazione non rende censibile come poesie
tutto ciò che chiamano poesia.
Personalmente, quale
genere di lettura le procura piacere ultimamente?
Sono
tornata alla musica, al suonar delle parole, al suonar colle parole,
inevitabilmente poesia.
L'ultimo libro che
l'ha fatta sorridere/ridere?
I
racconti di Carver, quelli di Cattedrale.
Mi
fa sorridere quel suo “stare dalla parte del cattivo”,
quell'umorismo che però non è prendere in giro la gente, ma è
consapevolezza di appartenere a quella gente.
L'ultimo libro che
l'ha fatta commuovere/piangere?
Artemisia
della Banti. Non solo perché tocca la vita di un personaggio
storico, la pittrice pisana Artemisia Gentileschi, alla quale sono
molto affezionata per la sua forza di donna e di artista, ma
soprattutto per l'originalità di un testo che per me è uno
spartito, dove la scrittura è verso in cui le voci della voce
narrante e di Artemisia si intrecciano e si confondono. Mirabile
davvero.
L'ultimo libro che
l'ha fatta arrabbiare?
Mio
fratello rincorre i dinosauri, un
libro osannato da tutti - e come non potrebbe non esserlo per il
tema che tratta, la storia di un bambino down raccontata dal fratello
maggiore ancora studente - che nasce “sorprendentemente” dopo un
video che ha raccolto infinite visualizzazioni e che sento, forse in
modo errato, avere il sapere di un'operazione commerciale.
Quale versione
cinematografica di un libro l'ha soddisfatta e quale no?
Sicuramente
Il Gattopardo perché
Visconti è riuscito a dare l'interpretazione del romanzo di Tomasi e
non una semplice illustrazione; mentre ad esempio Noi
credevamo, realizzato
con la regia di Martone, è una buona illustrazione del romanzo
omonimo della Banti.
Quale libro
sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca?
La
Gerusalemme liberata del
Tasso: un
libro al quale ci si avvicina durante gli studi scolastici e che poi
di solito si dimentica, mentre per resta un classico da “riascoltare”
nella perfezione delle sue ottave.
Qual è il suo
protagonista preferito in assoluto? E l'antagonista?
La
strega de La Chimera di
Vassalli
e l’inquisitore. Si tratta di un libro che ti fa sprofondare in
un'epoca in cui essere “donna” significava essere marchiate dallo
“stigma della diversità” e dalla intrinseca e naturale
“comunione con il demonio”, conseguenzialmente capro espiatorio
di una società ignorante e vittima di una follia collettiva.
Antonia è la “chimera” che in nome di ideali
religiosi si trasforma nella mitologica figura, ma al tempo stesso è
sogno e fantasia profanata dal processo di un cieco e stolto
inquisitore.
Organizza una cena:
quali scrittori, vivi o defunti, inviteresti?
Malaparte
per il suo fascino e perché “maledetto toscano” come me,
Hemingway il gaudente
per eccellenza, Oscar Wilde per il suo spirito e Machiavelli per la
sua arguzia. Nessuna donna, tranne me.
Ricordi l'ultimo libro
che non è riuscito a finire? Perché?
Oceano
mare di Baricco, una
scrittura fine a se stessa, pura ricerca formale.
Quale scrittore
vorrebbe come autore della sua biografia?
Calvino
per la leggerezza e Vasari per la sua “maniera”.
IL LIBRO
Passi che si posano sui sassi, seguendo un mantra che vuole il sasso come seme lanciato e non pietra che oscilla.
Equilibrio è camminare avanti.
“Ultreya y suseya!” ovvero “Più avanti e più in alto” potremmo emblematizzare così questa raccolta di liriche, con il saluto che i pellegrini da secoli si scambiano lungo le strade che portano a Santiago.
Con l’avviso però che per questa poesia Finis Terrae non esiste. Attraverso passi “scorticati” si arriva a stazionare su particolari sassi che consentono quella contemplazione che dà energia per andare “a spasso” in luoghi significanti e, quindi, per “sorpassare” i picchi degli acuti sassi, fino ad issare gli occhi sulle sassaie lungo le rive più franose del fiume.
Perché la vita torna ad essere per il poeta acqua.
L'AUTRICE
Cinzia Della Ciana, nata a Montepulciano, esercita la professione di avvocato in Arezzo dal 1991.
La sua prima opera narrativa è “Quadri di donne di quadri”, raccolta di racconti Aracne 2014, per la quale è stata premiata al World Literary Prize 2015 a Parigi e al Tagete 2015 di Arezzo.
Un suo racconto, “Lacrimosa”, è presente nell’antologia “Racconti nella rete 2014” fra i vincitori dell’omonimo premio.
Per altri racconti inediti, nonché per l'intera raccolta inedita “Grumi sciolti”, che li contiene, ha ricevuto vari riconoscimenti (al “Portovenere - Le Grazie 2015”, al “Città di Pontremoli 2016”, al “Pegasus 2016” e al “Premio Casentino 2017”).
Del maggio 2016 è il romanzo edito da Effigi “Acqua piena di acqua”. L’opera riceve prestigiosi riconoscimenti (premio “Pianeta Donna” al Montefiore Rocca, Fiorino di bronzo al “Premio Firenze 2016”, primo premio al Tagete 2016, secondo premio al “Portovenere - Le Grazie 2016”, la “Targa Città di Cattolica” al “Pegasus 2017” e “Premio speciale della Giuria” al “Città di Pontremoli 2017”).
Il suo racconto “Epistola” compare nell'antologia “Pensieri d'amore” a cura di Rina Gambini, Le edizioni del Porticciolo, Febbraio 2017.
Nel maggio 2017 con Effigi pubblica la silloge poetica “Passi sui sassi”, molte delle cui liriche si erano già classificate al secondo posto della poesia inedita nella graduatoria dei finalisti al premio “Astrolabio 2016” di Pisa, nonché le avevano valso il secondo posto dell’inedito al “Premio Casentino 2016”, una delle sue poesie è stata premiata, tra i finalisti, del San Domenichino 2017. Attualmente il libro ha ricevuto: la menzione d'onore a Le Grazie – Portovenere 2017, il diploma d'onore al Milano International 2017 ed è tra i finalisti in gara al Tagete 2017 la cui premiazione si terrà il 23.11.2017.