Vi prenderanno i seguenti dieci artisti: Per la sezione “Immagine”: Elena Baroglio (Roma) con Qui non ci sono alberi; Simone Loi (Dorgali – NU) con Autism Disorder 2.0; Chiara Caterina (Salerno) con Untitled; Sara Bonaventura (Treviso)con Temple dragonfly; Gerardo Schiavone (Grassano – MT) con DBTE e Salvo Caruso (Altofonte – PA) con Luci nella notte.
Per la sezione “Musica”: Alessandro Di Maio (Roma) con Dichotomia; Duo Mediterraneo (Porto Empedocle - AG) con Avalos; Simona Mancini (Roma) con Desert Moon e Stefano Greco (Copertino - LE) con Breathe.
Fattitaliani ha rivolto tre domande a: Gerardo Schiavone, Salvo Caruso e Sara Bonaventura.
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Gerardo Schiavone |
1. In che maniera la tua opera porta la
tua idea personale sul paesaggio?
Gerardo Schiavone:
L'idea é stata
rappresentata narrativamente con immagini contrastanti e surreali
(anche grazie all'uso della computer grafica). Oltre a questo, molte
simbologie sono nascoste all'interno della narrazione del corto.
Salvo Caruso:
Il paesaggio per me
è qualcosa capace di influenzare l'esistenza di ogni singolo
individuo. Nel mio elaborato, infatti, ho provato a far percepire
questa importanza che ha il paesaggio.
Sara Bonaventura:
La
mia opera Tremble Dragonfly è un videoclip ufficiale ma ho avuto
carta bianca per farlo dal punto di vista della regia e quindi anche
delle locations. Il mio leitmotif era questa libellula protagonista
del pezzo, ma anche un grande archetipo, fin dai tempi più remoti,
simbolo di trasformazione, processo, cambiamento. Seguendo questo
volo di libellula ho montato locations diverse, principalmente due,
agli antipodi per vari aspetti. Ho usato delle mie riprese fatte
molti anni prima in Australia, in un'isola del Queensland che si
chiama Fraser Island, dalla natura imperante e molto selvaggia, la
più grande isola di sabbia al mondo. Avevo fatto queste riprese nel
2000 con una VHS amatoriale che per continuità ho usato anche per
girare le scene nuove. Queste ultime sono state girate lungo un fiume
che in Veneto rievoca significati intrisi di memoria storica, della
Prima Guerra Mondiale, e in generale si situa in un territorio
caratterizzato da isotropia urbana e relativi “capannoni” (a
gestione familiare, adiacenti alle dimore). Ho scelto quindi un
tratto del Piave in cui tutto ciò non si vede, quasi a ricercare una
natura un po' intatta. Direi che questo video è esemplare di una mia
idea nostalgica di natura, sempre attratta da quella incontaminata,
sono però cresciuta in questa regione negli anni Ottanta, nel boom
che ha corrotto forse irreversibilmente un paesaggio originariamente
molto bello.
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Salvo Caruso |
2.
Un «paesaggio» cui tieni particolarmente? Quale effetto
sortisce sul tuo stato d'animo?
Gerardo Schiavone:
Gerardo Schiavone:
La mia terra, la Basilicata,
é ovviamente un posto a cui tengo perché ci sono nato e cresciuto.
Ma anche perché solo da poco ho imparato a conoscere i luoghi
stupendi di cui é composta. Oltre a questo peró ho scoperto anche
alcuni lati negativi, legati all'inquinamento e allo sfruttamento
incondizionato. Questo ovviamente disturba il mio star d'animo perché
so che possono esserci alternative per conservare al meglio le
bellezze naturali di cui è composta la Basilicata.
Salvo Caruso:
Trovo una
particolare attrazione per le spiagge durante il periodo invernale
con la loro immensa calma, penso siano molto affascinati e
misteriose.
Sara Bonaventura:
Amo
molto la laguna che tutti associamo a Venezia, però ci sono
moltissime altre isole, alcune disabitate, altre più note, alcune
con monasteri ancora attivi (l'Isola degli Armeni), isole
affascinanti ma deserte (San Francesco del Deserto), altre isole che
celano fantasmi di storia locale (Isola di Poveglia o Lazzareto
Nuovo), isole spaesanti (l'agricola Sant'Erasmo e l'isola della
Certosa con il suo forte), mi affascinano anche le isole che non ci
sono più (come la nostra Atlantide, l'isola di Ammiana). Mi
affascina la laguna tutta, nel lungo lembo dell'isola di Pellestrina
sono rimasta ore ad intervistare un vecchio pescatore che mi spiegava
come un tempo ci si orientava immersi nelle nebbie della laguna,
grazie ai venti. Amo molto la barena e la laguna Nord (Lio Piccolo),
meno nota forse, ma direi anche: per fortuna! Un grande problema di
cui si parla troppo poco è che tutto questo patrimonio ambientale
demaniale è ormai alienabile e rischia di finire in pasto a privati,
spa e hotel. Non so se sia meglio dell'oblio, dell'acqua alta o di un
maremoto, ma tant'è. Il paesaggio lagunare mi rilassa come il mare,
senza l'ansia di un orizzonte infinito; la laguna protegge, l'ha
sempre fatto nei secoli e spero riesca a continuare a farlo.
3. Che
cosa ti ha convinto a presentarti al festival di
Casteltermini?
Gerardo Schiavone:
Gerardo Schiavone:
Penso che il tema del corto si sposi bene per
un linguaggio internazionale su qualunque tipo di inquinamento e
sfruttamento terrestre. Ma ancor di piú si lega ad una terra piena
di sole, mare e natura. Il mediterraneo
Salvo Caruso:
La tematica mi ha molto incuriosito.
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Sara Bonaventura |
Sara Bonaventura:
Mi
ha contattata un regista, un ragazzo che credo parte dello staff,
Giuseppe Cimino. Non conoscevo il festival, purtroppo non sono mai
stata in Sicilia anche se ho molti amici siciliani e spero di
riuscire a venirci prima o poi! Mi ha attratto proprio il fatto che
si tratti di un bel borgo e mi piaceva l'idea di entrare in contatto
con gli organizzatori e in particolare con questo Hub, questa
residenza creativa de La Stiva. Quest'anno causa lavoro non riesco a
scendere per il festival, ma spero di rimanere in contatto e trovare
future occasioni! Tra l'altro ho appena concluso una residenza
artistica nel Nord della Spagna, con Joan Jonas mentore, proprio sul
tema del paesaggio! Giovanni Zambito.