Il 20 giugno alle
21,30 al Globe Theatre di Villa Borghese ci sarà l’evento
CIELI DI ROMA, nato da un gruppo di amici motivati dallo
stesso amore per la città per riaffermare la dignità attraverso un
rinnovato impegno dell’arte e della cultura che nel corso degli
anni ha contribuito a garantire il nostro presente.
L’obiettivo è
vivere Roma come collettività di scambio e civiltà per restituirle
i Fasti Culturali di un tempo. All’evento parteciperanno moltissimi
artisti che saliranno sul palco e leggeranno o diranno qualcosa. Tra
gli altri Gigi Proietti che li ospita, l’adesione di Franca Valeri
ed Andrea Camilleri, l’Accademia d’arte drammatica Silvio
D’Amico, l’Orchestra di Piazza Vittorio. Esistendo in maniera più
palese vedranno premiati i loro sforzi. “Se non si comincia dai
bambini che futuro abbiamo”? Come diceva Giovanni Bollea “I
bambini devono essere protagonisti dell’arte”.
Simona
Marchini: “CIELI DI ROMA” è un evento che nasce spontaneamente e
miracolosamente con un gruppo di persone con i quali ci frequentiamo
da moltissimi anni. Parte da una frase che ci ha colpito molto Roma
non ha gli anticorpi, Milano sì! Vorremmo dire basta a questa
antitesi dando un’immagine reale della città di Roma dove c’è
una straordinaria vita culturale ed artistica, soprattutto tra i
giovani che conoscono la passione, quella pulsione forte che ha
sempre portato avanti chi ha più contenuti, più idee, più
coraggio, spinge avanti altri. Coinvolgiamo tutto il mondo della
cultura, questo mondo esiste e crea un tessuto nella città.
Purtroppo viviamo nelle separazioni, la tecnologia, l’uso dei
bambini in TV che fa ribrezzo. Dobbiamo fuggire da questi modelli e
dobbiamo ricominciare. Dobbiamo essere più disponibili, più aperti.
Il secondo passo è quello di creare un piccolo fondo per fare delle
cose concrete tipo l’insegnamento artistico a partire dai più
giovani. Da questa profonda solitudine, nasce un grande disagio ed è
con grande coraggio che dobbiamo uscirne, dimostrando che in Italia
c’è anche qualcos’altro. La nostra Storia bisogna conoscerla,
amarla e custodirla”. Marco Lodoli: “Approvo moltissimo ciò che
ha detto Simona, in città non va tutto male. Il film “Lo
chiamavano Jeeg Robot” è di un giovane Regista romano che si è
aggiudicato il Premio David di Donatello come Miglior regista
esordiente. Lo scrittore Edoardo Albinati è candidato al Premio
Strega con “La Scuola Cattolica”. Zero Calcare vive nel quartiere
Rebibbia ed ha realizzato un’opera di street-art nella fermata
della metropolitana. La non- band “I cani” è romana così come
lo sono gran parte di pittori e registi. Roma ha una capacità
creativa incredibile. Non vogliamo negare le buche ma bisogna
guardarle dall’alto. Gli artisti devono creare un immaginario.
Bisogna abbandonare la superbia di far salire sul carro dei vincitori
chiunque. Il cielo è una metafora, racconteremo gli angoli della
città. Pasolini diceva che bisogna guardare tutto dalle nuvole.
Bisogna pensare un po’ in grande. La cultura è anche l’anima
della città. Giuliano Montaldo: Sono arrivato a Roma negli anni 50,
intraprendendo una carriera precaria. Zavattini mi esortava a
prendere le battute che si sentivano nei vicoli di Roma. E’ una
città che continuo ancora a scoprire. Bisogna far capire ai ragazzi
chi eravamo e chi siamo. Ladri di biciclette, Umberto D sono stati
dei capolavori del neorealismo ma in parte sono ancora attuali. Sono
stato invitato ad inaugurare un cinema dai ragazzi di una scuola
elementare di Narni che avevano voluto trasformare l’aula più
grande in una sala cinematografica. Le loro domande mi hanno
emozionato. Il porto fortunato è ancora l’ideologia di battersi e
l’unica bandiera deve essere la cultura. Valentina Carnelutti: Ho
detto subito sì a questa proposta culturale attiva perché accade
raramente che si faccia una cosa del genere. L’augurio è quello di
essere comunicativi dei piccoli pezzi di cultura che abbiamo e di
avere la possibilità di creare un legame attraverso le generazioni
ed un legame della città con i turisti che rappresentano una grande
possibilità. Il cielo potrebbe essere in grado di abbracciare
tutti. Un po’ come racconta Ennio Flaiano in Un marziano a Roma,
l’astronave atterrata a villa Borghese fa credere agli
intellettuali che sia l’inizio di una nuova era con prospettive
immense ed imperscrutabili. Nicola Bultrini: La cronaca degli ultimi
mesi ha indispettito noi romani perché siamo stati messi in cattiva
luce. Roma è una città ricchissima sia punto di vista culturale.
C’è una ricchezza spirituale che viene condivisa in tutti i sensi.
L’Orchestra di Piazza Vittorio multietnica è una eccellenza di cui
possiamo fregiarci. L’iniziativa è bella nella sua spontaneità.
Bisogna sensibilizzare le istituzioni per questa realtà non
significa chiedere dei soldi ma anche di non creare ostacoli
burocratici. Bisogna non far disperdere il calore umano!
Elisabetta Ruffolo