Orgoglioso e sempre attento all'evoluzione della band che fondò nel 1989, Nik Comoglio è pronto per una nuova stagione con i Syndone e con l'atteso nuovo album Eros & Thanatos, pubblicato ancora una volta da Altrock/Fading a due anni di distanza dall'apprezzato Odysséas.
Proprio grazie al successo del disco del 2014, i Syndone hanno intrapreso una fortunata stagione live che ha rafforzato la formazione, un anomalo sestetto che rilancia la formula della band: unire la potenza ritmica, il carisma e l'energia del rock con il dinamismo, il fascino e la nobiltà della musica classica. Con l'aggiunta di un elemento caro al pubblico prog: il concept. Il vocalist Riccardo Ruggeri si è cimentato in una avvincente rilettura del Cantico dei Cantici. Se in Odysséas erano Marco Minnemann e John Hackett, in Eros & Thanatos ci sono un gradito ritorno e una straordinaria presenza: Ray Thomas, cantante e flautista dei leggendari Moody Blues che torna in casa Syndone a quattro anni da La Bella è la Bestia, e l'amatissimo ex chitarrista dei Genesis Steve Hackett. "E' la prima volta che in un disco dei Syndone c’è la chitarra elettrica! Quando fondai la band - prosegue Comoglio - pensai che se mai avessi dovuto inserire un’elettrica, sarebbe stata suonata solo da Steve Hackett, che consideravo e tuttora considero uno dei migliori chitarristi al mondo per gusto melodico, suono e capacità di fondersi con il tessuto timbrico della situazione in cui è coinvolto".
I rinnovati Syndone sono pronti per un nuovo tour, che ha già due date importanti confermate: concerto di presentazione di Eros & Thanatos sabato 9 aprile alla Casa di Alex (via Moncalieri 5, Milano) e il 4 settembre al 2 Days Prog + 1 di Veruno (NO), uno dei più importanti festival progressive al mondo.
Con
incredibile puntualità, ogni due anni i Syndone pubblicano un nuovo
album, e anche questa volta Eros &
Thanatos segna un passo in avanti.
Quali sono le principali differenze rispetto all’ottimo Odysseas?
La prima e
più importante differenza rispetto a Odysséas
è che ora finalmente si “sente la band”. Syndone ha cambiato
molte formazioni negli anni quindi anche il sound ne risentiva.
L’attuale line-up è stata confermata come la formazione ufficiale
nel 2014 e dopo i concerti fatti per promuovere Odysséas
si è consolidata al punto di dare un valore aggiunto di unità e
stile al nuovo lavoro, che ne è risultato più coeso.
In secondo
luogo l’uso dell’orchestra d’archi che ha aperto a nuove
sonorità più potenti ed interessanti. Poi l’uso del cantato arabo
ed ebraico in alcuni testi da parte di Riccardo, per sottolineare la
genesi del disco che appunto prende spunto dal Cantico dei Cantici.
Infine il
bellissimo intervento chitarristico di Steve Hackett su Cielo
di fuoco e di Ray Thomas al flauto su L’urlo
nelle ossa hanno decisamente spostato in alto
l’ago della bilancia della qualità di questo nostro nuovo lavoro.
Eros &
Thanatos è figlio di questa nuova
formazione, un’inedita line-up a sestetto. È stato difficile
riorganizzare la band?
La nuova
line-up funziona benissimo ed è funzionale alla musica. Certo non è
stato facile trovare i musicisti giusti, preparati e in grado di
suonare al meglio questi brani con il giusto groove e la giusta
energia. Oltretutto, come i musicisti sanno molto bene, è
fondamentale che vi sia interazione personale, stima e rispetto
reciproco tra i singoli componenti per evitare scismi e rotture.
Fortunatamente, oltre la grande professionalità che li
contraddistingue, i ragazzi sono molto uniti fra loro e sono legati
ormai da una bella amicizia che vive anche al di fuori del palco. La
scelta del sestetto è derivata dalla necessità di poter ricreare
dal vivo quanto più possibile di ciò che viene registrato in
studio.
Un
elemento decisivo è stata proprio la stagione di concerti che avete
da poco terminato.
Sicuramente
è stato fondamentale suonare e, in un certo senso, vivere insieme
quest’anno e mezzo… Ci siamo conosciuti e abbiamo condiviso di
tutto. Questo ci ha fatto maturare a livello di band e ha dato
un’omogeneità di base che si può facilmente ascoltare in Eros.
Il motivo, secondo me, per cui il nuovo album è superiore a Odysséas
è proprio questo.
Dal
viaggio di Ulisse all’Amore e al suo potere: Eros
& Thanatos si ispira al Cantico
dei Cantici. Una scelta tematica impegnativa…
Riccardo
Ruggeri: Credo che qualsiasi scelta tematica possa essere
impegnativa, dipende da quanto impegno ci si mette! Si, scrivo i
testi e me li canto, scelgo con Nik Comoglio dei temi abbastanza
altisonanti, mi piace snocciolare il contemporaneo anche attraverso
le lenti del passato. A mio avviso ti garantisce dei punti di vista
mozzafiato.
Il viaggio
dell'essere umano tra le tensioni, le passioni e le emozioni è
qualcosa di profondamente affascinante. Quando questi elementi si
fondono con la scienza, la ricerca, l'etnomusicologia, la storia di
territori violentati da millenni da guerre di religione, il cocktail
diventa letale, e ci sono rimasto. Per un anno e mezzo, da
intellettuale quale non sono e non sarò mai, ho letto confusamente
il Cantico e materiali collegati rintracciati tra la rete e le
biblioteche. Ho incamerato immagini, il punto di vista di Ceronetti,
esperienze di vita in parallelo, e verso novembre 2015 ho lasciato
che questa borsa esplodesse sulla musica di Nik. È stato
appassionante, e risentire ora mi appassiona altrettanto. Mi piace il
caos, approdare di tanto in tanto su di un'isola a caso, vivermela il
più possibile, e poi ripartire.
A
proposito di concept, i Syndone si esprimono perfettamente e si
sentono a loro agio con il modulo tematico: qual è la forza di un
disco concettuale rispetto a una “semplice” sequenza di brani?
Avendo a che
fare con una musica molto espressiva e a tratti decisamente sinfonica
come la nostra (che a volte mi viene da definire “movierock”
per tentare di creare un neologismo che ci
definisca in modo completo ed esaustivo) va da sè che un canovaccio
o comunque una linea guida tematica o drammaturgica aiuti la musica a
decollare. Forse la cifra cinematografica di alcuni passaggi
orchestrali di Eros si
appoggia sicuramente meglio su un’idea concept (che vive di refrain
e di temi che si rincorrono) piuttosto che su un discorso più
segmentato di canzoni slegate tra loro. Poi comunque, come sempre
dico, il concept rappresenta la tradizione del progressive e quindi è
giusto da parte nostra aderire qua e là agli stilemi classici per
rispetto al genere.
Non
mancano gli special guest anche in questo album. C’è un bel
ritorno, quello di Ray Thomas, al flauto in L’urlo
nelle ossa. Dai Moody Blues ai
Syndone: come mai avete ripensato a lui?
Con Ray e
sua moglie Lee non abbiamo mai interrotto i rapporti sin dai tempi
della Bella è la Bestia:
ci sentiamo regolarmente sui social e spesso ci scriviamo. Quando
dissi a Lee del nuovo album chiesi se Ray avrebbe avuto piacere di
suonare di nuovo il suo flauto su una traccia… dal canto suo Lee mi
fece intendere che Ray avrebbe voluto di buon grado collaborare di
nuovo con Syndone… così gli spedii i file audio lasciandolo libero
di improvvisare sull’armonia. Come al solito il risultato ottenuto
ha dato una spinta tale al brano che l’ha reso molto più originale
di come io l’avevo scritto.
Lo
“special special guest”, che avete inseguito per molto tempo, è
Steve Hackett. L’ex Genesis, uno dei mostri sacri del rock
internazionale, chiude l’album con Cielo
di fuoco. È la prima apparizione di
una chitarra in un vostro disco!
Vero, è la
prima volta che in un disco Syndone c’è la chitarra elettrica!
Quando fondai la band nel 1989 pensai che se mai avessi dovuto
mettere un’elettrica quella sarebbe stata suonata solo da Steve
Hackett, che io consideravo (e tuttora considero) uno dei migliori
chitarristi al mondo per gusto melodico, suono e capacità di
fondersi con il tessuto timbrico della situazione in cui è
coinvolto. L’idea di una chitarra elettrica suonata da Steve su un
disco Syndone è sempre stata la mia aspirazione massima in tutti
questi anni… E quest’anno, magicamente, si è concretizzata.
Inutile raccontare l’emozione che ho avuto nel momento in cui ho
caricato con Fabrizio Argiolas (il nostro fonico) le tracce separate
di Steve su Protools…. e sentire un mio pezzo con il solo del
chitarrista dei Genesis sopra!
Confermata
anche Fading Records, etichetta progressive dell’instancabile
Altrock.
Siamo molto
legati alla figura di Marcello Marinone, che consideriamo un grande
amico e un ottimo discografico, l’etichetta Fading/Altrock è
all’avanguardia nella produzione e nella promozione di album di
alta qualità musicale.
Due
parole sulla cover: non era semplice superare il maestro Alessandri e
la sua tela per Odysseas…
Infatti…
ci sono stati parecchi ritardi proprio dovuti al fatto che la forza
espressiva di una cover basata su un quadro come quello di Alessandri
sarebbe stata impossibile da eguagliare… se non da Alessandri
stesso! Così, dopo mesi e mesi di bozze, tentativi, provini grafici
e non, abbiamo optato (proprio all’ultimo) per una cover
fotografica dell’ottimo Damiano Andreotti che già curò la
copertina di La Bella è la Bestia.
Forse i nostri fan più legati all’artwork classico storceranno un
po’ il naso ma fa parte del tentativo di Syndone di andare sempre
“oltre” … anche a livello grafico.
Eros &
Thanatos e il futuro dei Syndone: 9
aprile primo concerto alla Casa di Alex (Milano), è già confermata
il 4 settembre la vostra partecipazione al festivalone di Veruno, e
poi cosa succederà?
Stiamo
cercando date per promuovere il nuovo album… già adesso ne abbiamo
parecchie, alcune ufficiose, altre ufficiali come appunto Milano e
Veruno. Il fatto di essere già in cartellone in due eventi così
importanti fa ben sperare in un altro anno e mezzo prolifico di
concerti, ma la strada è ardua per chi, come noi, si muove con le
proprie forze.
Come al
solito confidiamo nella qualità di quello che diamo e che facciamo a
livello musicale e umano; un atteggiamento se vogliamo di “rispetto”
verso chi ci compra e spende per avere un nostro cd che DEVE sempre
essere migliore del precedente per scelta…un atteggiamento questo
che fino ad ora ha dato i suoi frutti, ci ha portato avanti e ci ha
fatto crescere artisticamente.
Syndone:
Nik Comoglio – all keyboards/pipe organ/orchestration
Riccardo Ruggeri – vocal/backing vocals/vocoder/12 string ac.guitar/lyrics
Marta Caldara – vibraphone/piano, mellotron
Gigi Rivetti – piano, hammond, moog, electric piano, clavinet
Maurino Dellacqua – bass/fretless/taurus bass
Martino Malacrida – drums/percussions
Special Guests:
Ray Thomas: flute in L'urlo nelle ossa
Steve Hackett: electric guitar in Cielo di fuoco
Also featuring:
Tony De Gruttola: acoustic guitars
Pino Russo: classic guitar/oud
Puntorec String Orchestra
Conductor: Fabio Gurian
Info:
Synpress44 Ufficio stampa: